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Gli imprenditori scrivono al ministro De Micheli. Mariani: "Terza corsia e alta velocità, ci avete dimenticato. Di nuovo"

19 Giugno 2020

FERMO – Hanno scelto la via istituzionale, una lettera. Poi, però, per rafforzare il tiro, la lettera l’hanno resa pubblica. Ecco la strategia di Confindustria Centro Adriatico per ‘risvegliare’ l’attenzione di Paola De Micheli, ministro alle Infrastrutture, sulla inaccettabile situazione viaria delle Marche. E del sud della regione in particolare, che è di nuovo il regno delle infinte code in A14.

Il presidente Simone Mariani l’ha firmata insieme con i due presidenti dell’Ance, Ubaldi e Violoni, e inizia con un messaggio chiaro: “Non c’è niente da esultare di fronte al suo piano infrastrutturale. Perché è inaccettabile che nell'ambito dei 196 miliardi del piano #italiaveloce siano stati individuati interventi prioritari per il miglioramento di numerose strade, autostrade, ferrovie, mentre nulla sia stato destinato, ad esempio, al completamento della terza corsia dell'A14 o, meglio ancora, alla sua variante”.

Come sempre, del resto, per il tratto da Porto Sant’Elpidio a Pescara non è previsto un solo euro. “Un percorso impegnato quotidianamente da migliaia di persone e mezzi con milioni di tonnellate di merce. È una cerniera fondamentale verso la Puglia e anche la Basilicata, insomma tra Nord e Sud Italia”.

A questo si aggiunge l’inazione a livello ferroviario: “Senza investimenti sulla rete è impensabile che arrivi anche l’alta velocità. Ed ecco quindi un altro tappo allo sviluppo del territorio, penalizzato da una statale adriatica che collassa per colpa di un’autostrada inefficiente”.

Si sperava che il dramma del sisma almeno cambiasse la percezione delle Marche, invece nulla: “Il rischio è quello di assistere, ancora una volta, ad una ridistribuzione delle risorse che non soddisfi l'effettivo bisogno di migliorare le connessioni tra tutti i territori e di adeguarle a migliori standard nazionali. A quanti altri morti, a quanti altri terremoti, a quante altre delocalizzazioni aziendali – ribadiscono i tre imprenditori - dovremo assistere, prima che qualcuno finalmente riconosca l'estrema urgenza di investimenti infrastrutturali in questo dimenticato tratto d'Italia?”.

Partita chiusa? Tutt’altro, lo sanno bene i vertici di Confindustria Centro Adriatico, che lasciano la porta aperta alla De Micheli, già ex commissario alla ricostruzione: “Serve una vera e propria inversione di marcia nell'allocazione delle risorse. E serve una risposta subito. Le chiediamo – concludono – di sostenere il nostro territorio, prima che sia troppo tardi”.

r.vit.

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