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Gli ambientalisti scrivono il futuro della cattedrale: "L'ex Fim si può bonificare e recuperare. Ormai è chiaro a tutti"

28 Gennaio 2023

PORTO SANT’ELPIDIO – Sadia Zampaloni e Katia Fabiani sono i due motori di un coordinamento multiforme che ha come obiettivo quello di salvare la cattedrale dell’ex Fim e completare la bonifica. In sala i vertici del Laboratorio Civico, l’ex candidata sindaco dei 5 Stelle Moira Vallati , “bonifica e salvaguardia storica sono le nostre priorità”, insieme con Marco Fioschini, il civico Massimiliano Ciarpella con Enzo Farina e il duo di Fratelli d’Italia Balestrieri e Marcotulli.

Per le associazioni un punto deve essere chiaro: la bonifica si può fare usando due tecniche, la sabbiatura o l’incapsulamento. Lo dicono e lo ribadiscono slide dopo slide, ne hanno usate una quarantina anche per dimostrare una condotta per loro non regolare da parte della proprietà, soprattutto quando si parla di prelievi per verificare lo stato dell’inquinamento.

Un lavoro meticoloso, con una lunga ricostruzione temporale, quello che presentano in vista della conferenza dei sevizi del 30 gennaio in cui però non potranno parlare, ma solo ascoltare. Tutto parte dal 2005, con l’acquisto da parte della proprietà “che già sapeva del vincolo arrivato nel 2001 e dell’inquinamento “. Nel 2007 c’è l’approvazione del primo progetto di bonifica. “Nel 2009 viene smantellato il tetto dalla proprietà, con richiesta alla Sovrintendenza di poter abbattere l’apside, la parte sud per facilitare la bonifica” prosegue la Zampaloni.

Nel 2009 arriva quella che il comitato definisce la ’tempesta del secolo’ che fa cadere il tetto della cattedrale. “Ma era chiaro, perché avevano tolto un pezzo creando i presupposti dopo aver tolto l’amianto”. Nel settembre 2011 arriva lo stop alla bonifica del terreno. “Nel 2012 altro momento importante con la delibera comunale e la cattedrale che viene ceduta alla Fim che non avrà più una destinazione pubblica”. A luglio 2013 viene presentato il progetto dell’architetto Andreoli con un aumento di volumetria “fino a 300 appartamenti”.

Nel marzo 2018 i primi sondaggi di sabbiatura sulla muratura della cattedrale. “Nel marzo del 2018 – prosegue Zampaloni - c’è il Consiglio comunale che approva il secondo accordo di programma che porta l’edificabilità da 22 a 33mila metri quadri”. È qui che inizia la partita tra Fim Spa, Sovrintendenza e Segretariato regionale per la revisione del vincolo, “che per noi è una richiesta alla demolizione”. Si va avanti tra ricorsi e studi da parte della Politecnica, “pagato dalla proprietà”.

Ognuno rivendica piccoli successi, ma in verità ricorda il comitato “il 26 novembre 2021 viene presentato un progetto di demolizione della cattedrale che non viene approvato, perché si discuteva di altro nella conferenza dei servizi e quindi vengono richiesti nuovi approfondimenti”.

Quelli che ora Zampaloni e Fabiani contestano: “La proprietà nel marzo 2022 effettua due nuovi prelievi in un unico punto, tra l’altro il più inquinato”. Con questo si è arrivati a gennaio con gli ultimi documenti che per gli ambientalisti mandano un messaggio chiaro: “La carta della Sovrintendenza smonta la tesi della proprietà e cancella l’accusa al Ministero come causa dei ritardi. E ribadisce che il l’onere di presentare soluzioni scientifiche è a carico del proponente. E quindi deve essere il privato a farlo e poi il pubblico decide”.

Ora non resta che attendere. “Quello che vogliamo è che venga fatta chiarezza sui prelievi effettuati dalla proprietà. Per quanto ci riguarda dimostrano solo che la cattedrale non va demolita. Per cui – concludono – è evidente che l’unico motivo è economico. Ora speriamo che lunedì la Cds chieda di lavorare a una bonifica che rispetta il vincolo architettonico”.

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