FERMO – A poche ore dalla Giornata delle Marche che si celebra a Fermo, con ospite il ministro della Salute Orazio Schillaci, la minoranza comunale di Fermo interviene per ricordare al governatore Acquaroli lo stato attuale del Murri e non solo.
“Perché Fermo? Se il motivo dovesse essere di riportare l’attenzione in un contesto di notevole criticità ed avere il coraggio di aprire ad un reale confronto disposto a recepire istanze, benissimo, se invece, fosse il tentativo di presentarsi in luoghi che scongiurino il contraddittorio, poiché adombrante il pensiero d’essere al cospetto di una città territorio, compresa la Provincia, in mano agli amici del centro-destra e della destra, ci si sbaglia” spiegano Pd, Articolo 1, Sinistra Italiana, M5Stelle e Fermo Futura.
“il primo dato da cui partire è l’investimento pro capite a livello provinciale. Nel Fermano è di 1395 euro contro i 2300 di Ancona, i 1648 di Macerata e i 1744 di Ascoli Piceno. “La nuova riforma voluta da Acquaroli ha sancito il passaggio dalle ASUR (Azienda Sanitaria Unica Regionale, con le note 5 aree Vaste) alle AST (Aziende sanitarie territoriali, di Ancona, Ascoli Piceno, Fermo, Macerata e Pesaro Urbino che incorporerà l'Azienda ospedaliera “Ospedali Riuniti Marche Nord”: tutte con personalità giuridica). Questo causerà una aspra competizione tra aziende sanitarie territoriali che, col medesimo budget, o quantomeno con la stessa proporzione, finiranno, in chiave ancor più manageriale (modello lombardo) ed in autosufficienza gestionale localistica, per condurre ad ulteriore sofferenza i territori più piccoli.
Di fronte a questo, serve “stabilire criteri ed assetti al fine di appianare le incongruenze della rete ospedaliera marchigiana”. E poi “una pianificazione delle assunzioni per colmare i deficit di organico”. Per il Fermano “è necessario costituire due punti di Pronto soccorso attrezzati, a Fermo e nell’interno”. A seguire “una vera progettazione per le Case di Comunità, individuate nel numero di 75 ma solo per una trentina finanziate”.
Se poi si valutano i posti letto, ecco che l’Area Vasta 4 si conferma in coda, lontana anche dall’ascolano. E questo comporta anche una mobilità passiva alta, il 37% dentro la Regione e l’11% fuori: “12mila cittadini del fermano migrano per curarsi fuori territorio, sia perché scarseggiano posti letto sia per la mancanza di servizi fondamentali che disegnino un percorso più complesso e completo di cura, l’assenza di Emodinamica, Medicina Nucleare, Terapie Oncologiche e Chirurgia specifica di tipo oncologico (come pancreas, mammella) ed altro”.
C’è poi il grande tema della prevenzione. “La sua funzione primaria riguarda campagne di informazione, educazionali, un approccio insomma di carattere culturale collettivo teso ad ostacolare l’insorgere della malattia; la secondaria, nella individuazione precoce della malattia, specialmente ad alto rischio con anche le imprescindibili politiche sanitarie di screening; e la terza fase di intervento, rivolta a ridurre la gravità e le complicazioni di patologie già istauratesi. Si stima che alla Regione Marche manchino investimenti per quasi 50 milioni di Euro al fine di solo colmare il livello assistenziale rispetto agli standard previsti”.
La speranza del mondo di sinistra e grillino è che “ci sia un lavoro congiunto di tutti Sindaci, con il coinvolgimento delle rappresentanze sociali, delle Forze politiche, delle associazioni del socio-sanitario affinché con una sinergia di contributi si possa superare la frammentazione e la mancanza di omogeneità dei servizi sanitari da offrire in tutto il territorio regionale”.
