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Fusione tra Ubi e Intesa, quanti dubbi. La Consob allunga i tempi. Mariani: "Garantire il credito alle imprese"

28 Luglio 2020

FERMO - Non tutto è chiaro alla Consob e così, ecco la mossa a sorpresa: prolungati di 48 ore i termini dell'offerta di Intesa per Ubi, che quindi ora scadrà al termine della seduta di giovedì 30 luglio e non più oggi.

La decisione della Consob è legata a dei dubbi che Ubi non ha saputo superare spiegando i termini dell'Opas. L'ultimo episodio domenica pomeriggio, quando la commissione di controllo della Borsa ha imposto alla banca bergamasca di modificare il "calcolatore" che aveva pubblicato sulla propria homepage.

L'obiettivo era quello di semplificare la valutazione dei soci, per aderire o meno all'offerta. e variabili dell'equazione era viziate, e facevano sembrare i termini dell'Opas poco vantaggiosi. Ieri la correzione. Tra espositi dei consumatori e dubbi della Consob, l’offerta è stata così prolungata, anche se Intesa non prevede di cambiare i termini.

La situazione aumenta la preoccupazione nel mondo imprenditoriale. “Non solo per quanto riguarda la perdita di un importante presidio direzionale a livello marchigiano, ma anche e soprattutto per il rischio che tale operazione possa avere contraccolpi negativi sulle posizioni creditizie e relazionali aperte da UBI con il sistema delle imprese” sottolinea Simone Mariani, presidente di Confindustria centro Adriatico.

A oggi, sulla base delle adesioni sin qui ottenute, pari al 43,5% e più in generale tenendo conto degli orientamenti emersi da parte dell'azionariato di UBI, Intesa Sanpaolo "considera l'operazione di acquisto e scambio avviata a pieno successo". L'obiettivo minimo del 50% più un'azione appare a portata di mano, più complesso ma non difficile, è arrivare al 66,67%. Soglia che da statuto, consentirà a Intesa Sanpaolo di approvare la fusione con Ubi in tempi rapidi e senza rischi.

Rischi che invece temono gli imprenditori di Confindustria: “Non possiamo permetterci una nuova stretta creditizia e un riposizionamento organizzativo che penalizzi le imprese sia per i tempi di risposta sia per i livelli di servizio offerti. Avendo questo territorio - ribadisce Mariani - già perso negli anni passati numerosi hub e centri decisionali di importanti enti e istituzioni, con ripercussioni negative sul tessuto imprenditoriale locale che peraltro ancora oggi scontiamo, restiamo in trepidante e preoccupata attesa di conoscere il reale piano industriale di Banca Intesa nelle Marche nel caso in cui l'acquisizione vada a buon fine. Guai a far mancare la vicinanza, l'ascolto ed il supporto del sistema del credito".

In Borsa, intanto, i due titoli hanno avuto andamenti fortemente divergenti. Ieri la prima seduta in cui non era più possibile acquistare e poi portare in adesione le azioni di Ubi. Il titolo ha così chiuso a 3,31 euro, in calo di 32 cent a -8,82%. Il titolo è tornato esattamente al valore del 14 febbraio, cioè al valore su cui si basa il concambio fissato per l'offerta di un'azione Ubi per 1,7 azioni Intesa Sanpaolo. Ora però il titolo Ubi potrà nuovamente essere acquistato e conferito all'offerta, solo nella seduta di domani.

Da domani, invece, potranno aderire solo coloro che li possiederanno al termine della seduta di domani. La partita non dovrebbe riaprirsi, anzi per Intesa Sanpaolo è un vantaggio, due sedute impreviste in più, potrebbero convincere anche i dubbiosi. 

redazione@laprovinciadifermo.com

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