FERMO – Il piazzale delle elezioni si colora di rosso e verde: è il giorno di Nicola Fratoianni. Che è arrivato a Fermo per supportare i quattro candidati. Si parla di ambientalismo tecnico scientifico con Federico Spagnoli, di buona amministrazione con Gabriele Cannella, di scuola e fragilità con Giovanna Fanci, di lavoro e stipendi adeguati al costo della vita con Monia Morlacco.
“Quattro candidati competenti, magari non partiti per farlo. Ma ho visto in loro un grande entusiasmo, si sono messi in marcia e con voglia hanno saputo affermare le idee condivise nel programma” introduce la segretaria Sabrina Isidori.
È il momento dei big, Peppino Buondonno, responsabile nazionale scuola di Avs, e il segretario nazionale Nicola Fratoianni. Che arrivano da Ascoli e sono attesi a Civitanova Marche. “Ieri eravamo in questa piazza con gli studenti che dicono no al genocidio in corso a Gaza” sottolinea Buondonno. Che rivendica di stare sempre dalla stessa parte “a differenza del sindaco di Fermo che ha cambiato lato e non prova fastidio a farsi fotografare con i fascisti. Chissà che ne pensa la sua coscienza, deve essere molto elastica. Per cui, impegniamoci e restituiamola regione alle forze democratiche, a quelle del lavoro, aprendo un ciclo nuovo anche rispetto agli errori commessi da chi c’era prima e ha aperto le porte alla destra”.
Batte le mani Fratoianni, come sempre in abito scuro e camicia bianca, e con lui anche il segretario della CGIL, Allessando De Grazia, seduto tra le prime file. La voce è stanca, come si deve a chi per la campagna elettorale si nuove da una angolo all’altro. “Stiamo vivendo un momento terribile, serve partecipazione, abbiamo un disperato bisogno di persone che si indignano e credono che si può cambiare”.
Un passaggio sulla Meloni è obbligato: “Ha fatto un grande annuncio, sono stati superati i limiti dell’ipocrisia. Dopo due anni di genocidio, il primo che si consuma in diretta televisiva. L’ultimo, quello di Srebrenica, non lo avevamo visto, lo abbiamo scoperto dopo. Questo lo vediamo, ogni giorno, sui nostri cellulari. La premier ha proposto una mozione per il riconoscimento della Palestina con un ‘ma’: il rilascio degli ostaggi e via Hamas dalla striscia di Gaza. Ma la Meloni non ha capito che gli ostaggi li sta bombardando uno per uno Netanyahu. Per cui, basta, riconosci lo stato come fanno gli altri paesi europei”.
Riprende anche un passaggio del comizio della Meloni ad Ancona, che aveva accusato il centrosinistra di stare insieme solo per batterla. “Battere Meloni è un ottimo programma politico: intanto significa avere istituzioni che sanno stare dalla parte giusta della storia. Battere Meloni significa immaginare che nelle regioni ci sarà un salario minimo legale, non è una piccola cosa. Battere Meloni significa immaginare che l’alternativa si occuperà dell’unica vera emergenza: qui ci sono gli stipendi fermi da trent’anni”.
E poi ci sono le università: “Se anche l’alta formazione diventa territorio di accumulazione del profitto invece che pezzo di infrastruttura culturale e di crescita, è evidente che abbiamo un’altra idea. Io sono per l’educazione gratuita fino all’università. Costerebbe 9 miliardi, ma ne spendiamo 33 nel settore militare. E la Meloni ha firmato un pagherò a Trump per arrivare a spendere 100miliardi all’anno. Teniamo i 33 lì, ma il resto usiamoli per gli insegnanti, i meno pagati d’Europa, investiamo nella manutenzione dei macchinari sanitari, pensiamo a ridisegnare il paese, investiamo nell’AI e rendiamoci autonomi da Usa e Cina. Smettiamo di inseguire Ursula ‘Bomberlayen” ribadisce tra gli applausi Fratoianni.
Chiede e si impegna per una sanità pubblica che torni al centro degli investimenti, “che garantisca il diritto all’interruzione di gravidanza e al fine vita”. La coalizione allargata lo rende felice: “Prima che compissimo un suicidio politico nel 2022, si parlava di unirsi. Le legge elettorali vanno capite e invece noi abbiamo regalato il paese alla destra. Mai più, cominciamo dalle regionali e proseguiamo verso le politiche”.
Sulle critiche di diversità, Fratoianni non tentenna: “L’unicità è un primo atto, poi servono chiarezza e coraggio di proposta, con la nostra che deve essere alternativa. La ricchezza cresce, è innegabile, ma si distribuisce in modo ineguale. Noi lavoreremo sulla diseguaglianza, lavoreremo sulla leva fiscale, prendendo la ricchezza dalle rendite, per darla alla sanità, al territorio”.
E torna l’idea della patrimoniale “poi avendo una coalizione, dico misuriamoci e troviamo il punto. Di certo siamo d’accordo che redistribuiremo la ricchezza”.
Vuole far capire la diversità, per rompere anche la rassegnazione del “siete tutti uguali” che allontana le persone dal voto. “La destra ha un sogno, vogliono espellere l’antifascismo dai principi democratici, ma per fortuna l’Italia resta una Repubblica democratica fondata sull’antifascismo. Ricordate – conclude Fratoianni prima dello scatto co i candidati fermani – che non è tutto perduto: Prendiamoci l’alternativa. A cominciare da domenica nelle Marche. Ogni voto recuperato dalla disillusione fa la differenza”.