MONTE URANO – La cittadina di Monte Urano si è risvegliata nel fine settimana con un enorme striscione lungo la provinciale: ‘No al fotovoltaico, Tenna libera’. Iniziativa di un privato, di un gruppo, del nascente comitato che vuole dire no al nuovo mai impianto? Lo striscione è stato rimosso poco dopo essere stato notato, ma il rumore è rimasto
Tutto è partito dopo la denuncia del consigliere regionale Fabrizio Cesetti che ha sollevato il caso: "Ci risiamo. Dopo Colle d'Ete, Falerone e Montegiorgio, il nostro territorio è finito ancora una volta nelle mire speculative di società che chiedono di installare nuovi impianti fotovoltaici con l'ubicazione di moduli a terra nelle nostre campagne, autentici eco-mostri che rischiano di deturpare irrimediabilmente siti ed ecosistemi di grande pregio ambientale e di creare gravi danni alle aziende del settore agroalimentare”. La premessa dell’esponente Dem era finalizzata a stimolare la Regione intervenire per fermare l’impianto da 7930 pannelli che per il consigliere impegnerà i comuni di Fermo e Monte Urano.
“La Regione Marche si esprima chiaramente sulla questione e, soprattutto, agisca coerentemente con i dettami della legge che abbiamo approvato. Pretenda, in particolare, che i Comuni interessati e la Provincia tutelino anzitutto le comunità e, come previsto dalla Costituzione, 'l'ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell'interesse delle future generazioni" prosegue.
Pensiero condiviso da un esponente della giovane generazione, l’ex assessore Federico Giacomozzi che in un lungo post aveva spiegato nel dettaglio l’operazione della dita privata: “Lo Stato davanti alla necessità di bilanciare il bisogno della produzione di energia da fonti rinnovabili con l’esigenza di tutelare il paesaggio e ridurre quindi l’impatto della nuova politica energetica, ha già previsto che gli impianti a terra possano essere realizzati solo in alcune aree definite idonee, come per esempio, proprio i terreni agricoli vicino alle zone industriali. Le cosiddette “solar belt”. L’impianto fotovoltaico proposto dalla ditta troverebbe collocazione proprio vicino alla zona industriale e alle cave di Monte Urano”.
Ma non solo: “L’investimento proposto è di oltre 4 milioni di €, una cifra considerevole ed è apprezzabile che ci sia qualcuno disponibile ad impiegare capitali privati proprio da noi. L’opera, qualora finalizzata, promette ricadute occupazionali sul territorio con circa 70 unità lavorative potenzialmente coinvolte (anche maestranze locali) che permarrebbero sul posto durante gli svariati mesi necessari per il cantiere, oltre ad alcune figure che rimarrebbero occupate per la manutenzione ordinaria (ed eventualmente straordinaria) per tutto il ciclo di vita stimato in almeno 30 anni”
Ancora, a seguito dell’entrata in esercizio dell’impianto fotovoltaico, il Comune di Monte Urano potrà godere di un maggior gettito fiscale derivante dall’IMU che passerebbe dagli attuali 1.000 € all’anno, data la destinazione agricola, a svariate migliaia di € (almeno 20.000 €/anno, se non molto di più) dovute alla necessaria trasformazione catastale in categoria D1, cioè assimilabile agli opifici.
“Infine, dal progetto si evince che sarà necessario realizzare un collegamento interrato con la cabina primaria situata in zona Girola di Fermo, fatto che con una ponderata azione politica potrebbe consentire alle Amministrazioni comunali di Fermo e Monte Urano di ottenere dal privato anche il ripristino della sede stradale per una superficie maggiore dello scavo. Insomma, per l’ennesima volta, abbiamo di fronte a noi la possibilità di investimenti infrastrutturali da capitali privati, nel pieno rispetto della legge e delle procedure amministrative. Questi promettono ricadute sicuramente positive per il territorio” conclude Giacomozzi.
L’amministrazione Leoni sta studiando le carte e presto prenderà posizione, cercando di unire le due posizioni che, a loro modo, presentano aspetti egualmente condivisibili.