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Fermo varca i confini. Le mani di Maria Rita conquistano la Corea: tutorial per insegnare a ricamare

7 Agosto 2020

FERMO – ‘Il filo che conta’ di Fermo varca i confini. C’è un mondo dietro a un ago e a un rocchetto. Nel 2019 la maestra di ricamo Maria Rita Faleri è approdata in Corea del Sud. “Ci osservano da anni. Hanno scuole grandissime, ogni maestra ha cento allievi, anche con corsi online”. Un tenore italiano ha la moglie appassionata di ricamo ed è nato il contatto via Facebook. “Sono venuti dalla Corea, hanno fatto il corso e poi mi hanno chiamato: a 64 anni sono andata in Corea per una settimana a tenere un corso a 45 allieve sulla nappa”. E ora la sfida dei tutorial “che sto inviando in Korea”.

È nato così un articolo sulla rivista di settore: “Korea chiama Italia, dalle Marche a Seoul”. Un articolo che racconta l’esperienza e la piccola mostra organizzata in Korea che racconta il mondo made in Fermo. “I lavori sono stai pubblicati su Inspirations Magazine, la rivista australiana numero uno che raccoglie ricami di tutto il mondo”. Una rivista trimestrale che ha dedicato due servizi alla maestra, uno sulle nappe, gli ornamenti tessili tipici dell’800, e uno sul metodo ‘Caterina dei medici’, con tanto di copertina nell’ultimo numero.

In 18 anni di attività, l’associazione ha creato 50 eventi in tutta Italia: mostre di settore a Vicenza Liguria, Toscana e Abruzzo. “All’estero l’unica mostra importante è sul punto croce e si tiene a Parigi”. Fili contati è il ‘filo conduttore’. “Contati perché serve contare ogni singolo filo, ogni passaggio. Ma poi non mancano il tombolo e a ogni tipologia di tessile. Il nostro obiettivo è riportare le Marche ai vertici di questo mondo, che ha sempre caratterizzato la nostra regione. dobbiamo rimontare, basta guardare l’Umbria che ha continuato a investirci, utilizzando anche fondi del Gal”.

Nelle Marche si usano ancora telai manuali antichissimi, sia nei conventi sia in alcune scuole. E quella di Fermo oggi ha una bella sede, a San Giuliano. Una settantina le ricamatrici legate al ‘Filo che conta’ in tutta la Regione. “Certo vorremmo sempre più spazio, ma usiamo al meglio quello che abbiamo. E ora ci prepariamo alla fiera Abilmente di Vicenza”. La maestra scrive anche libri, ne ha già pubblicati quattro”:

Per le ricamatrici, appuntamento ogni giovedì. “Ma le chiavi sono a disposizione e c’è chi magari utilizza altri giorni”. Non è facile imparare, ma se si ha pazienza: “Serve la manualità. Il corso base, per il punto croce, dura almeno dieci ore. E poi c’è il problema del contare e non tutti sono portati”.

“Noi – prosegue - lavoriamo per promuovere il territorio, il lavoro femminile. Non siamo le solite signore che stanno ferme a ricamare, noi facciamo cultura, studiamo i richiami, ci chiedono consigli da fuori e quando partecipiamo alle manifestazioni siamo rappresentativi della Regione Marche”. e ora la nuova sfida: “Organizzare una mostra importante a Fermo, possibilmente a palazzo dei Priori”.

Dietro ogni ricamo la passione. “Per i giovani è un relax, magari a tempo perso. Poi ci sono quelle che vanno in pensione, diventa una valvola di sfogo, magari a un lutto. E poi chi davvero desidera diventare bravo” conclude la maestra che ammette: “Costa fare un bel lavoro”. Dalla Carifermo in dono è arrivata una macchina da cucire professionale. Dominano le donne, tranne che nel tombolo dove si trovano bene anche gli uomini. “Vedete, questa associazione è una vetrina per Fermo. Avervi dato questo spazio è un modo anche per non perdere le tradizioni e i nostri valori”. In chiusura l’assessore alla Cultura Francesco Trasatti: “Avremo modo di valorizzare questo lavoro, raccolgo l’invito a organizzare una mostra. E non sarà difficile, perché so come lavorano ed è giusto che i cittadini sappiano di quanto è ricca Fermo, che è città Unesco dell’apprendimento, grazie ad associazioni come il Filo che conta che racconta non solo una passione, ma una terra”.

Raffaele Vitali

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