FERMO - Nel rispetto dei diritti delle persone indagate – da considerarsi presunte innocenti fino a sentenza definitiva – e in ossequio al diritto di cronaca, si rende noto che i Carabinieri del Nucleo Operativo Radiomobile della Compagnia di Fermo hanno dato esecuzione a un'ordinanza di misura cautelare emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Fermo, su richiesta della locale Procura della Repubblica.
L’operazione rappresenta l’epilogo di una lunga e articolata indagine condotta dall’Arma per contrastare un radicato fenomeno di spaccio al dettaglio di sostanze stupefacenti che colpiva da tempo la fascia costiera della provincia fermana, in particolare le aree di Lido Tre Archi e del Lido di Fermo.
Tre le persone colpite da misura cautelare: due uomini – un 32enne di origine albanese e un 41enne italo-argentino – sono stati condotti in carcere, mentre per una donna albanese di 24 anni è scattato l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, i tre sarebbero stati coinvolti nella gestione e nell’organizzazione di un’attività di spaccio strutturata e continuativa, principalmente incentrata sulla cessione di cocaina a numerosi acquirenti, molti dei quali tossicodipendenti anche provenienti da fuori regione. Questi ultimi si sarebbero recati sulla costa anche più volte a settimana per acquistare piccole quantità di droga, nell’ordine di un quarto o mezzo grammo per volta.
Un’indagine condotta con metodi classici ma efficaci, fatta di appostamenti, osservazioni prolungate e testimonianze raccolte tra gli assuntori, ha permesso di ricostruire la rete di contatti e le modalità operative del gruppo. Gli scambi venivano spesso pianificati tramite messaggi telefonici, a volte anche attraverso l’invio di fotografie per indicare il luogo esatto dello scambio tra denaro e droga.
In un episodio particolarmente significativo, documentato nelle prime fasi dell’indagine, i Carabinieri hanno rinvenuto in spiaggia, nascosto sotto una aiuola, un marsupio contenente 30 dosi di cocaina per un totale di circa 8 grammi, poi ricondotto agli attuali indagati.
In un'altra occasione, gli investigatori hanno osservato una compravendita condotta in modo ingegnoso: un giovane acquirente, dopo aver prelevato del denaro presso uno sportello bancario, ha depositato la somma in una cesta calata da un balcone; una volta incassato il denaro, dallo stesso balcone è stato lanciato un involucro contenente la sostanza stupefacente.
L’attività investigativa ha portato complessivamente al recupero di quasi un chilogrammo di cocaina, colpendo duramente un'organizzazione che, secondo gli inquirenti, stava cercando di espandere il proprio mercato verso altri quartieri della provincia, ritenuti – erroneamente – meno sorvegliati dalle forze dell’ordine.
Il risultato conferma l’attenzione costante dell’Arma nel presidio del territorio e nella lotta alle forme di criminalità legate al traffico di droga, soprattutto in aree particolarmente vulnerabili e già segnate da degrado e disagi sociali.