FERMO – La prima notizia è che dell’Ivg e della mozione questa volta si parla. La maggioranza non lascia l’assise, ma si confronta. Ad aprire le danze, di fronte a decine e decine di donne, ma non mancano gli ‘uomini femministi’, è il consigliere comunale Nicola Pascucci
È il momento della mozione, si parla di Ivg. “Un percorso a ostacoli, parliamo di un diritto alla salute che viene negato, anche un diritto alla scelta negato. Per questo, insieme ad altri 12 firmatari in Consiglio, avevamo presentato la mozione che avrebbe impegnato il sindaco e il presidente del consiglio a sollecitare la regione a recuperare la circolare ministeriale del 2020”.
Novità, rispetto al precedente consiglio, è che “il primo luglio, l’unico medico non obiettore è diventato obiettore. Siamo ritornati in obiezione di struttura totale. Per cui, siamo qui a chiedere l’Ivg farmacologico e invece all’Ast di Fermo ci si affida di nuovo a un esterno a gettone, con costi elevati, di venire una volta al mese. E da solo non può fare nulla, perché gli altri medici obiettori si rifiutano di firmare le semplici dimissioni, contravvenendo la legge”.
A Fermo siamo in sospensione di legge, precisa Pascucci. “Per cui, sindaco, come presidente della conferenza dei sindaci, le chiedo di agire per ripristinare la legge. Quando parliamo di Ivg parliamo di pillole nel 98% dei casi. Qui si parla di legge, va applicata. Sindaco, Fermo non si merita questa situazione. La regione Sicilia, nei prossimi concorsi, ammette solo medici non obiettori. E così l’Emilia Romagna. Noi siamo in ritardo incredibile, i cittadini di Fermo hanno diritto a veder rispettata la legge. Chiediamo un voto forte per permettere al sindaco di andare in Regione con forza, forte anche delle 1600 firme”.
Pascucci ci crede, si sente dal tono della voce: “Nella sanità i privilegi non ci sono. Ho imparato che in città questo tema è di interesse. Per i diritti delle donne, per essere femministi non bisogna per forza essere donne, si può essere femministi anche da uomini”.
Standing ovation che il presidente Interlenghi, ha preso il posto del dimissionario Trasatti, non riesce a contenere. Chiede silenzio, poi si prosegue. Il primo che ci mette la faccia è il consigliere Nicola Lucci: “Pascucci ha commesso diversi errori. E cita il bugiardino della pillola e il fatto che non abbia effetti avversi nello 0,5% di tempo, ma, stando a uno studio americano, nel 10% dei casi. Non vorrei che stessimo lavorando per le Big Pharma. E poi questa mozione non rispetta i diritti del nascituro” (il pubblico rumoreggia e viene richiamato per l’ennesima volta, ndr). Lucci chiede l’intervento della Municipale, ma Interlenghi lo placa: “Io mi aspetto che si prendano in considerazione i diritti del nascituro, altrimenti siamo di fronte all’ideologia politica”.
Per la maggioranza interviene subito Sara Pistolesi, tono conciliante: “Il tema è forte, il pubblico lo dimostra. Ho sottoscritto la mozione e con me i colleghi Perticari, Faggio e Borraccini. Provo a fare un invito alla moderazione, al rispetto e alla sensibilità. Dietro questo tema, ci sono donne, storie, pensieri e voci, rispettiamole. Ho letto parole come ‘assassini’, ‘fanatismo ideologico’, questi termini vanno denunciati. Ma – precisa - chi ha un’opinione diversa dalla mia, lo difendo e lo rispetto. Nel tecnico sono d’accordo, la mozione l’ho firmata”.
Fa un salto indietro nel tempo: “Ricordo nel 2021 quando le donne della maggioranza si sono unite e messo su carta una mozione che rivedeva i principi della Legge 194 e invitava la Regione Marche a garantire una piena applicazione peer garantire un diritto che solo su carta poteva venire esercitato. Stesso problema c’era nel 2016. Purtroppo anche il passo avanti fatto è durato poco".
Questa mozione trova ancora più senso. "Nel 2021 parlavamo anche dell’importanza della consapevolezza della donna di fronte a una scelta impattante e che nessuna dona prende con leggerezza. Da qui il ruolo dei consultori da potenziare, come richiamato nella mozione. Servono figure qualificate. Mi auguro che presto non sia più necessario parlare di ‘piena applicazione’. Le leggi vanno rispettate, se un diritto c’è va garantito”.
È il momento di Paolo Nicolai, Pd: “Rispetto sensibilità e coscienza, ma qui si parla di applicazione della legge. Non possiamo essere noi i primi a non rispettare quello che chiediamo a tuti di rispettare. Chiedere al sindaco di farsi portavoce della città capoluogo, che ha dei limiti che vanno colmati, è giusti. Non saremmo dovuti arrivare a parlare di fronte a tutta questa gente che ci chiede solo di applicare la legge. Dovremmo essere tutti d’accordo, e basta”.
La consigliera Paola Gaggia, dopo l’abbraccio al dimissionario Trasatti, interviene e si rivolge direttamente al pubblico: “Non strumentalizziamo il tema. Il diritto va garantito, magari dovremo ragionare sulle politiche per la famiglia. La norma va applicata e sono favorevole come donna, mamma e consigliera comunale. Spero che i colleghi, una vota espresso il parere anche contrario, vadano sul contenuto, ovvero il rispetto della norma”.
Il ‘giovane’ Edoardo Candidori si era detto favorevole già al precedente consiglio: “Il tema è delicato, si parla di tutela di salute e libertà di scelta. la legge 194 è stata una svolta civile e sanitaria, non è una legge che promuove l’interruzione di gravidanza ma la regolamenta. Una legge che tutela la donna, sostenere l’accesso significa difendere un diritto e assicurare percorsi meno invasivi. La libertà della donna è anche quella del medico di poter essere obiettore. Il compito dell’istituzione è garantire entrambi i diritti, come chiede la mozione. Il servizio va organizzato in modo che i diritti possano essere soddisfatti”.
Si alza anche Lucia Perticari, una delle firmatarie: “La mia è stata una firma convinta, consapevole. Oggi parlo di morale, vorrei andare oltre il lato politico e guardare alla donna. Spesso mi confronto con ragazze, ho ascoltato storie anche difficili. Servono consultori capaci, con professionisti che evitino il senso di colpa e di vergogna che ancora in troppe sentono”.
È il momento di Paolo Calcinaro, che parte dal grazie a Francesco Trasatti e dalle polemiche che lui non vuole in aula: “La vicinanza di dieci anni va rispettata, come abbiamo rispettato questa aula per un tempo così lungo e anche mutevole”.
Ma il tema è l’IVG e si rivolge a Pascucci: “Sai che avrei votato la mozione a occhi chiusi. Questo ‘sindaco devi’ è qualcosa in realtà legata a una posizione solo morale. Anche se sono convinto della necessità del rispetto della normativa. E lo sono convinto anche per esperienza personale. Da convinto assertore da quanto previsto dalla legge, personalmente sono il primo a difendere chi non la pensa come me. Dobbiamo tutti combattere perché ci siano opinioni diverse. Abbiamo fatto un passo avanti in questi anni”.
E torna sull’ultimo consiglio comunale: “Non tutti i mali vengono per nuocere, la prima mozione nel 2016, un’altra nel 2021. Chiedevamo almeno di convenzionarci, e vi ricordo che c’erano altri colori politici in regione. Chi voleva praticare l’aborto, doveva cambiare provincia, con umiliazioni morali e fisiche. Oggi, ed è un passo in avanti, abbiamo la convenzione. E avevamo un medico non obiettore, che però dal primo luglio ha cambiato idea, come mi ha comunicato lo stesso primario. Ma è un diritto personale.
Il primario si è reso conto della difficoltà e si è adoperato per trovare una immediata disponibilità (il medico di san Benedetto, ndr). Ho parlato io stesso con Grinta e il direttore dell’Ast 5 Maraldo e subito è stato trovato un ponte. Comunque personalmente, da sempre, sono favorevole e voterò la mozione. Ma sono consapevole che dei passi avanti sono stati fatti. Attendo ora una integrazione di organico, magari con una mobilità, perché è doveroso”.
La consigliera Silvia Remoli è stata una delle più criticate dopo il consiglio del non voto: “Avevo detto che sarei andata via in anticipo dal Consiglio, lo sapevano tutti e invece sono stata attaccata come ‘una contro le donne’. A Fermo la donna la scelta ce l’ha, poi bisogna applicarla in concreto. Non vorrei che passi che il consultorio non funzioni. È vero però che va potenziato. Minorenni e migranti usano molto l’Ivg, questo significa anche che va incrementata l’informazione per superare disagi fisici e psicologici, magari coinvolgendo anche il mediatore linguistico”.
Fortuna, 5 Stelle, chiede “di andare oltre al credo personale, qui siamo atei e dobbiamo rispettare la legge”. Non può restare in silenzio il consigliere Sandro Vallasciani: “Non è contro il diritto alla vita, non è contro i diritti del nascituro. Non siamo la commissione parlamentare che deve riformare una norma. Non c’è niente di ideologico nella difesa dei diritti all’assistenza e alla cura legati all’Ivg. La mozione è un appello contro la libertà violenta, la mozione parla di diritti negati e di norme disapplicate. Si tratta di questo. Il dovere di un amministratore civico è quello di difendere le istituzioni e di controllare e far sì che le istituzioni sanitarie facciano il loro dovere".
Nelle Marche, ricorda, è difficile l’Ivg. "E se ci sono volute tre mozioni, significa che il tema persiste. Interrompere la gravidanza dopo la settima settimana è praticamente impossibile. Che vittoria è un medico non obiettore? È progresso? Trovo ideologico una Giunta che si ostina ad applicare un protocollo del 2016,sueprato da anni. Che dire del fatto che su 66 consultori solo il 40% usa il metodo farmacologico ed è pieno di figure obiettori. Noi non decidiamo nulla, ma dobbiamo spingere per cambiare questo triste primato”.
Il neo papà Lorenzo Giacobbi ringrazia chi ha chiesto la discussione, ma poi la stronca: “Io voterò contro. In primis credo che non sia compito del Comune sollecitare la regione o reperire circolari ministeriali. Se siamo qui a parlare di una mozione discussa nel 2016 e nel 2021,qualcosa non ha funzionato. O questa Giunta nel 2021 non si è adoperata o non abbiamo peso politico o on abbiamo trovato il giusto modo. Il sindaco ha competenze sanitarie, ma se per la terza volta sollecitiamola regione, significa che stiamo affrontando una battaglia ideologica”.
Entra poi nel merito della legge, nella sua prima parte: “Norme per la tutela sociale della maternità, si legge, poi c’è ‘sulla interruzione volontaria di gravidanza’. La legge è vigente. L’Ivg non è un automatismo, ci sono linee guida che poi ogni regione deve valutare in base alle proprie risorse. Questa mozione è sbilanciata: non tiene conto del diritto dell’obiezione di coscienza, della necessità di evitare che i consultori siano luoghi di scontro politico, delle iniziative da fare per prevenie l’aborto.
Ripeto, la legge tutela la maternità, ma non se ne parla nella mozione. Come segretario di Forza Italia , rifiuto che il diritto alla libertà sia usato per imporre modelli. Negare figure del terzo settore nei consultori significa violare la legge 194 che prevede confronti e non imposizioni”.
Inevitabile l’intervento di Bargoni, il consigliere del ‘presidente controlli il numero legale’ che ha fatto saltare il voto: “Noi andiamo ad approvare il deliberato, non la narrativa. Il 12 agosto 2020, giorno della circolare, il ministro della sanità era Speranza e la regione era amministrata dalla Giunta di centrosinistra. Il sistema sanitario è regionale, ad autonomia specifica. Comunque non abbiamo nulla contro questa mozione”. Ma poi il suo voto sarà astensione.
Carico e determinato è Gionata Borraccini, uno degli ultimi di sinistra dentro la maggioranza: “Se è necessario presentare la mozione nel 2016, poi nel 2021 e oggi nel 2025, significa che serve: e lo facciamo perché bisogna applicare una legge dello Stato. Quanto è difficile capirlo? Non si può sempre fare politica. Qui parliamo di sensibilità, abbiamo sentito bellissime parole e poi scadiamo nella politica spicciola? Una legge frutto di una gande battaglia, non viene applicata a Fermo da cinquant’anni, chiediamo solo di poter dare alle donne la libertà di scegliere.
È una cosa semplice. È evidente che un Pro Vita non può stare dentro i consultori. Immaginate una donna già in grande difficoltà che si trova danti uno che gli parla dei ‘diritti del nascituro’. Questo è illogico, serve libertà. Non è che gli altri vanno e urlano ‘abortisci, brava’. Qui si applica la legge, mentre il Pro Vita è ideologizzato. Ha un suo pensiero, ma non può usarlo per limitare chi vuole solo l’applicazione di una legge dello Stato”.
Linea condivisa dal Dem Malvatani che parla di ‘libertà’ e tocca i temi chiave: “Nessuno mette in discussione l’obiezione, ma bisogna dire che la regione Marche ha più del 50% delle donne che lascia la regione per poter interrompere la gravidanza. Noi andiamo fuori provincia. La libertà della donna è tale solo se si applica la legge”.
È il momento di Micol Lanzidei, l’assessora alle Pari opportunità oltre che alla Cultura: “La commissione sta stilando un documento, un vademecum con le informazioni base per formare il processo di volontà che porta all’Ivg. Per avere consapevolezza serve conoscere. E lo abbiamo fatto, chiedendo all’Ast di poterlo pubblicare e poi distribuirlo in ogni luogo utile. La 194 è un diritto garantito dalla legge che offre anche strumenti per evitare l’interruzione, garantendo sicurezza e tutela”.
La chiosa finale è di Nicola Pascucci: “La mozione ha accelerato il lavoro della Lanzidei, ha stimolato il sindaco ‘a prescindere’ ma in realtà è merito di questa discussione. Ma quale passo avanti vede il sindaco? Prendiamo a gettone un esterno, invece bisogna che la sanità regionale distribuisca i medici non obiettori. La legge è evidente, noi ci accontentiamo dalla convezione? Lo paghiamo 11mila euro quando i costi dell’Ivg sono infinitamente meno? Forza, agiamo”.
E alla fine, alle 21.08, dopo quasi due ore di dibattito, si vota: la mozione passa a maggioranza, con astenuti (Ferroni, Bargoni, Simoni, Tramannoni, Acito) e voti contrari (Lucci, Rocchi, Giacobbi e Tulli). La sala si svuota, ma l’infinito consiglio comunale di Fermo, si parla anche di Murri, prosegue.