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Fermo, il futuro nella variante. L'Oasi cresce, più Royal Group e tanto residenziale: ecco Campiglione. Ma non mancano le critiche

30 Novembre 2022

FERMO – Sviluppo e crescita sono le due parole più usate per descrivere la variante di Campiglione “nata per far sì che il nuovo ospedale non restasse una cattedrale nel deserto. Abbiamo pensato di ripianificare una porzione importante del territorio per poter innescare una spirale positiva di crescita e sviluppo”. Questo almeno vista dal Comune, come spiega l’assessora all’Urbanistica Maria Antonietta Di Felice.

Molto diversa la visione sull’evoluzione del quartiere per Sandro Vallasciani, consigliere Pd. “L’occasione di poter riprogettare le funzioni delle ex zone industriali ed artigianali esistenti è stata immancabilmente fallita in virtù di un progetto urbanistico finale lacunoso e generico, anche in virtù del fatto che molte delle scelte suggerite nel Master Plan Nomisma, non trovano di fatto attuazione. Sostanzialmente la variante si concentra sulla trasformazione della vecchia area progetto in una significativa zona commerciale posta ad est dell’area ospedaliera che si estende sino ai confini con l’ex area artigianale di via Malintoppi. Al centro di questa area è stata posta una zona prevalentemente residenziale”.

La cosa certa è che in previsione crescerà L’Oasi della famiglia Gabrielli, la Royal Group ed è agevolata la realizzazione di aree parcheggio per la Bag di Enrico Bracalente. Poi tutta una serie di abitazioni o, come le definisce l’assessora, di spazi residenziali che significherebbe anche sanitari.

IL PIANO DEL COMUNE

Ci hanno lavorato senza sosta l’architetto Marcantoni, il geometra Santini e dirigente Paccapelo che hanno esaminato, con la Giunta, anche le 36 le osservazioni arrivate. “Noi abbiamo puntato al consumo zero di suolo. La variante comporta una diminuzione dei volumi, ma con cambi di destinazione finalizzati alla crescita” prosegue la Di Felice. Della variante non fa parte, perché stralciata, l’area della Sacomar, che è finanziata da un progetto Pinqua

Il fiume in mezzo che divide Campiglione e Molini è un po’ l’emblema di un piano che ha due anime. Nella parte di Campiglione si trova la grande area progetto 22 con l’ospedale, ex Omsa, Sadam, quartiere e zona di San Giovanni. Ed è quella dove si trovano le principali osservazioni accettate. “Le osservazioni legate al campo del terziario riguardano la Royal Group, per una lottizzazione convenzionata che non richiede nuove volumetrie, ma aggiunge nuove attività consentite.

Altro punto riguarda L’Oasi, che ha chiesto nella fascia del parcheggio che dà sulla strada di Campiglione, che nel Prg è agricola, un cambio di destinazione per attività commerciali e ristoro e uno spostamento del parcheggio nell’area nord del centro commerciale che è agricola e viene riconvertita. Bag Spa ci chiede di inserire un’area progetto per terziario e direzionale nel confine verso est dell’ex Sadam. Questo porta a uno sposamento dalla strada verso fiume di un’area adibita a verde sportivo” prosegue l’assessora che sottolinea come da Bag Spa ci sia anche l’ampliamento dei parcheggi verso Ovest.

“Non abbiamo accettato una osservazione dello Scatolificio Bracciotti perché comporta consumo di suolo in un’area lontana rispetto al profilo della variante. Mentre la 33, dello Scatolificio Valtenna, è stata ritirata perché non necessaria”.

Quello che cambia è anche tutta l’ex Apr 22 che era area a destinazione socio assistenziale a iniziativa pubblica “e quindi soggetta a esproprio”. Invece, con la variante “l’abbiano ridisegnata determinando comparti autonomi per iniziativa privata che presentano una diversa e molteplice destinazione a terziario e residenziale, che dal mio punto di vista non significa solo casa. la residenzialità è la risposta al servizio alla persona. Quindi Rsa, case di riposo e residenze protette son incluse”.

Ma anche appartamenti classici, inutile negarlo. “Noi abbiamo definito 60 terziario e 40 residenziale di servizi alla persona. Vorrei che fosse chiaro”. Tutto questo potrà partire in autonomia, comparto per comparto. E – conclude la Di Felice – tenete conto che alcuni hanno chiesto aumenti di edificabilità che non abbiamo concesso”.

Per il sindaco Paolo Calcinaro si è di fronte a “un momento importante. Siamo partiti dal piano di Nomisma, che ringrazio. Questa è una variante che viene dal basso. Abbiamo un problema, non si trovano affitti dentro la città di Fermo. Tutti stanno capendo il potenziale. Hanno richiesto azioni le aree industriali esistenti. La zona ex Sadam si va conformando. Altri investimenti sono nel frattempo giunti. Abbiamo usato varianti semplificate veloci, come in visa Malintoppi con nuove attività, pensiamo alle richieste di Gabrielli per un nuovo orizzonte commerciale. Noi ci muoviamo verso lo sviluppo di una parte della città. Per me questa zona è il terminale di una nuova viabilità in parte finanziata e in parte in attesa di dovuto e promesso finanziamento”.

L’elenco è lungo: rotatoria Paludi, “dove abbiamo velocizzato la Provincia che teneva tutto fermo”, ponte in uscita dall’A14, Lungotenna, “dove non bastano i 5 milioni stanziati perché restano scoperti quattro chilometri”, e in prospettiva un nuovo terminal per il trasporto pubblico “visto che la zona diventerà molto più attrattiva”.

IL NO DI VALLASCIANI

“Tanto commerciale. Ad aumentare la significativa introduzione di nuove zone commerciali contribuisce la modifica normativa delle zone ex artigianali quali Malintoppi, ex Omsa e quella posta ad ovest del Cinema Super8, ove oltre alle destinazioni vigenti sono consentite tutte le attività previste per cosiddette zona M (commerciali). E poi ci sono nuove aree progetto e nuovi insediamenti estremamente puntuali e decontestualizzati dall’oggetto della variante, a beneficio di interessi puramente di carattere privato. Aree per cui la viabilità di queste nuove aree è a carico dei privati, quindi occorre un forte azione di vigilanza da parte del comune” chiarisce il Consigliere.

Che poi aggiunge: “La variante non propone alcuna scelta progettuale concreta sul futuro dei poli artigianali ed industriali di Campiglione, limitandosi a liberalizzare le destinazioni possibili lasciando ampia facoltà al privato. Inoltre nelle aree artigianali completamente liberalizzate, oltre all’attuale uso artigianale esistente, si potranno realizzare dagli uffici ai residence, dalle attrezzature per lo sport ai negozi o a attività di ristorazione, senza un criterio generale pura discrezione del privato, trasformando il quartiere in un mega bazar”.

Per il Dem “il quartiere di Campiglione è destinato a diventare un centro commerciale diffuso e innaturale ove funzioni commerciali nuove faranno concorrenza a quelle aggiunte nelle aree produttive nonché a quelle esistenti nel capoluogo, in una guerra tra poveri visto che proprio il commercio è ad essere in crisi di questi tempi. Purtroppo – conclude Vallasciani - la variante di Campiglione non serve all’ospedale così come formulata, non serve alla al quartiere e alla città perché sposta tutto l’asse commerciale futuro nelle aree produttive della frazione, con possibili squilibri”.

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