Fermo – La data scelta per la festa di fine anno scolastico al Centro Professionale Artigianelli di Fermo non è stata casuale: l’11 giugno 1887 nasceva infatti, a Monte San Martino, don Ernesto Ricci, fondatore dell’istituto. Uomo di fede e di visione, Ricci avviò una delle esperienze educative più significative del territorio: un centro dove i giovani potessero trovare accoglienza, ma soprattutto formazione, dignità e futuro attraverso un mestiere.
Così martedì scorso, studenti e insegnanti si sono ritrovati nell’aula magna della sede fermana per salutare un anno intenso. A fare da filo conduttore, il richiamo alla figura del fondatore e alla quotidianità come luogo in cui si gioca la vita, come ha sottolineato il direttore del Centro, padre Sante Pessot: «La vita si gioca nella quotidianità e non negli eventi, si gioca nelle cose di tutti i giorni». Un invito a vivere la scuola non come somma di compiti, ma come cammino condiviso di crescita.
Per celebrare la ricorrenza, al piano terra della scuola è stata inaugurata una mostra itinerante su don Ernesto Ricci. I pannelli illustrano la sua origine contadina, la vocazione sacerdotale, il progetto educativo e spirituale, la pedagogia del lavoro. L’ultimo quadro racconta l’eredità raccolta dalla Beata Madre Speranza, che portò avanti l’opera dopo la sua morte, mantenendola viva fino ad oggi.
Durante la mattinata, Camara Nassau, Felix Antonio Malatacca e Maria Lavinia Dumitru – studenti dei corsi di Tecniche di relazioni sociali – hanno letto fiabe provenienti da culture lontane, come quelle dell’Istria e della Nigeria. Grazie al lavoro del prof. Sergio Soldani, hanno imparato a curare espressione, dizione, postura: abilità che, nel mondo del lavoro come nella vita, fanno la differenza.
Ad arricchire l’atmosfera anche l’intervento musicale al violino della prof.ssa Silvia Pizzarullo, e i saluti delle docenti Caterina Catalini, Monica Montanini, Alessia Romualdi, con la coordinatrice Giulia Galli, che hanno ripercorso il cammino fatto e guardato con fiducia alle prospettive future.
Tra le novità dell’anno anche il corso di piegatura della lamiera, realizzato in collaborazione con la ditta 3L di Stefano Luzi e condotto dal prof. Alessandro Evandri, ex studente degli Artigianelli, oggi docente: un esempio concreto di continuità educativa. Al termine, sono stati consegnati gli attestati a Ludovico Cardinali, Alex Governatori, Iacopo Iacoponi, Ornest Klari, Karanjot Singh, Cristian Branco, Valentino Cintio, Nicolas Lattanzi, Manuel Llanaj e Duiego Minnoni.
In via di realizzazione anche una statua dedicata a don Ernesto Ricci, realizzata con materiali poveri: l’“artigiano della spiritualità” continua così a ispirare il presente dell’istituto.
Durante la cerimonia è stato premiato anche Massimo Piattoni, studente del corso per operatori termoidraulici, per aver totalizzato zero assenze durante l’anno: un simbolo di costanza e responsabilità.
Una parola è emersa con forza nei vari interventi: possibilità. È ciò che il Centro Professionale Artigianelli offre ai suoi studenti, un luogo dove la formazione professionale si intreccia con la crescita personale, culturale e umana.
Oggi l’istituto prepara giovani operatori del settore termoidraulico, delle calzature, della moda, delle produzioni alimentari, della meccanica. Ma, al di là dei mestieri, ciò che forma davvero è lo sguardo con cui si entra nel mondo.
La chiusura dell’anno scolastico non è dunque un punto di arrivo, ma un invito a proseguire con fiducia, facendo tesoro delle radici e costruendo, ogni giorno, il proprio cammino. Proprio come don Ernesto avrebbe voluto.
