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Fermano terra per turisti, il vescovo Pennacchio: "Tanti giovani al lavoro, rispettiamoci e godete il bello attorno a voi"

9 Giugno 2025

FERMO - Rocco Pennacchio, inizia la stagione estiva. Quale il suo messaggio per i tanti turisti che scelgono Fermo e la sua diocesi per le vacanze?

“In quest’anno giubilare vorrei condividere con ciascuno di voi l’invito a metterci in cammino alla ricerca sempre necessaria del senso autentico da dare alla nostra vita. Mettersi in cammino, è l’atteggiamento tipico di chi vuole essere pellegrino di speranza”.

Opportunità?

“Sono tante le occasioni e luoghi d’incontro che ci  attendono: in particolare le chiese giubilari presso le quali chi vuole potrà ricevere l’indulgenza plenaria. Le comunità cristiane della nostra diocesi sono pronte ad accogliere tutti in un tempo di ferie e di riposo durante il quale possiamo dedicare attenzione alla cura di corpo, mente e spirito”.

Quali sono le chiese giubilari?

“La Basilica Metropolitana di Fermo (Cattedrale di Santa Maria Assunta), il Santuario della Madonna dell’Ambro (Montefortino), il Santuario di Santa Maria Apparente (Civitanova Marche), il Santuario di San Serafino (Montegranaro) e la chiesa di Santa Maria al Chienti (Montecosaro)”.

Ha ancora un peso l’indulgenza plenaria? 

“Qualcuno potrebbe forse dire che sono manifestazioni di un tempo passato, non più attuali. Sono certo, invece, che questa occasione per fare esperienza quasi “a chilometro zero” della misericordia di Dio, verrà accolta volentieri da tutti voi e dai vostri ospiti”.

Tornando ai turisti, cosa si attende?

“Per me il turismo è occasione di crescita, incontro e reciproca conoscenza: arricchisce le relazioni tra le persone. L’esperienza del viaggio, del cammino, del pellegrinaggio invita ciascuno di noi a prendersi cura della casa comune e del compagno di strada. Mare, montagna, collina, storia, cultura, feste patronali, tradizioni religiose e civili, rappresentazioni storiche, itinerari, enogastronomia, reti museali, teatro, eventi culturali e sportivi, sono doni che possiamo accogliere lungo questo cammino di scoperta e di gratitudine reciproca”.

Turismo è anche lavoro.

“Tra quanti si prodigano per accogliere in maniera professionale ci sono moltissimi giovani che si affacciano al mondo del lavoro attraverso questa occasione estiva. Questo primo impatto è certamente determinante per far maturare in loro consapevolezza e capacità di autodeterminazione. Auspico che i rapporti che si instaureranno non siano volti solo ad un reciproco scambio di beni e servizi ma ad una relazione di dono reciproco in cui ognuno possa scoprire e riconoscere la bellezza dell’incontro”.

Relazione e rispetto, percorso a ostacoli?

“L’urgenza di un ripristino relazionale autentico tra le persone e tra i popoli attraverso modalità di dialogo e di rapporti “disarmate e disarmanti”, è dimostrata non solo dai fatti bellici di una guerra globale “a pezzi” ma anche da una crescita incontenibile di linguaggi e atteggiamenti di prevaricazione e di violenza che riscontriamo anche nella vita sociale e lavorativa. Oggi più che mai siamo poi chiamati ad accoglierci, rispettarci e perdonarci reciprocamente per interrompere l’escalation di violenza che rischia di trasformarsi in una normalizzazione dell’odio reciproco”.

Le ferie dovrebbero rasserenare gli animi.

“Il tempo delle vacanze ha proprio il compito di ridurre la compressione che tutti sentiamo addosso. Anche l’anno giubilare ha questo fine, quello di riportare a vivere una speranza fattiva e concretamente operante che influisca nelle decisioni e nei comportamenti di ogni persona e dell’umanità intera. In fondo siamo tutti pellegrini con il desiderio di “fare casa”, di trovare un luogo dove sentirci accolti al di là dei nostri pregi e difetti, meriti e demeriti; l’ospitalità vissuta come fraternità, in particolare la mensa, ha sempre rappresentato un ponte tra le persone, i popoli e le culture, un vero segno di speranza”.

Cosa chiede a turisti, operatori e cittadini della sua diocesi?

“Ciascuno di noi, in questo modo, ha la possibilità di divenire un operatore di speranza per l’altro. Abbiamo tutti bisogno urgente, nessuno escluso, di riscoprire modalità di dialogo e relazione “disarmate e disarmanti”, presupposti per una speranza fattiva e concretamente operante senza i quali faremmo una riduzione di questa virtù a vano auspicio di un destino propizio”.

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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