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Fermana nelle mani di Bolzan: "Il nostro girone è una piccola C. Manca ancora il 9. Voglio rivedere il Recchioni pieno di tifosi"

30 Agosto 2024

di Raffaele Vitali

FERMO – “Dario Bolzan l’abbiamo voluto per le sue qualità di allenatore, per il tipo di apporto che siamo convinti possa dare a squadra e società”. Lo introduce così Michele Paolucci, il direttore sportivo che sta costruendo la rosa della Fermana. “Questa è una piazza importante dove nulla può essere lasciato al caso”.

Negli ultimi anni Bolzan si è mosso bene, arriva da un campionato vinto in Eccellenza. “Lo abbiamo scelto, voglio essere chiaro, e l’abbiamo fatto tra diversi profili” ribadisce Paolucci. Una scelta non facile per l’ex centrale, anzi la definisce difficile. “Ho un legame particolare con questa città e me lo sono guadagnato sul campo” esordisce.

La ‘c’ argentina non l’ha persa: “Quando sono stato chiamato, ho pensato subito al lato umano e alla credibilità dei colori canarini. Le prime telefonate ai giocatori non sono state semplici, c’erano dubbi sulla serietà del progetto”. Ma chiamata dopo chiamata sono stati superati i dubbi. Abbiamo saputo ridare forza all’aspetto societario che poi impatta su quello tecnico. Serviva chiarezza verso la città stessa” prosegue. Manda subito un messaggio ai tifosi. “So che lo zoccolo duro ci sarà sempre, qualunque sarà il percorso che faremo. Ma sono qui per far crescere il tifo. Ho vissuto gli anni in cui la città si  sentiva rappresentata e identificata, quello voglio rivedere”.

Le bandiere da calciatore, a Fermo ultimamente da allenatore non hanno funzionato. Teme questa cabala? “Ognuno ha un percorso diverso, ognuno ha la sua strada da fare. Nella mia situazione, la scelta è giusta. Non sento nessuna pressione, sono sicuro che le cose andranno bene”.

Bolzan porta l’entusiasmo di una promozione quasi inaspettata. “Il mio è stato un anno particolare. Ero partito per fare un campionato di vertice, ho commesso errori nella costruzione della squadra. Ho puntato su elementi che no hanno reso. Poi sono passato a Sondrio nella seconda parte di stagione, ho saputo entrare subito nella testa dei calciatori e abbiamo trovato i risultati”.

Ritrova la D dopo tanti anni, l’avrebbe meritata prima, ora la Fermana, un’occasione: “Nel mio momento migliore di allenatore ho dovuto fare scelte personali e qualche problema di salute mi ha fatto uscire dal giro. Ho ripreso a lavorare, mettendomi in discussione in Eccellenza. E ho vinto. Quindi è una possibilità che ho per dimostrare che sono all’altezza, ma mi piace mettermi in discussione” conclude Bolzan.

Al suo fianco avrà uno staff importante: “Il lavoro è collettivo. Con me ci saranno Mattoni, Innamorati, Del Gatto, Quintili, ho uno staff di alto livello. E poi Marco Minnucci con i suoi collaboratori. Ogni tassello è messo per farlo lavorare come serve” ribadisce Paolucci.

Chissà se ci sarà un Bolzan oggi nelle Fermana, difficile ancora dirlo. “Il mio calcio è diverso da come ero io calciatore. Il mio compito più arduo è far sì che il gruppo interpreti le partite come ho fatto io a Fermo. Ci ho messo il cuore dal primo giorno nei miei due anni. E guarda caso, ma non sono solo io a farlo, ho vinto due volte. La prima conquistando la promozione e poi, mancando solo il finale dopo l’incredibile vittoria della coppa a Rieti: abbiamo fatto respirare calcio alla città. Ho ancora le immagini del Recchioni, l’8 maggio, pieno e carico. Un calcio vero”.

Quello che chiede è impegno, è vivere Fermo e il campo senza pensare ad altro: “Chi entra non deve avere alibi”. Promette un calcio “fatto di coraggio, che ama ragionare in mezzo al campo e che capisca subito perché vince o perde”.

Il girone F l’ha studiato bene: “Sembra una piccola serie C. Vedremo un campionato di altissimo livello”. Una telefonata a Cornacchini, suo mister ai tempi dell’Eccellenza, l’ha fatta: “Ho un rapporto stretto e di amicizia, mi sono confrontato, gli ho chiesto consigli, è giusto così”.

La rosa sta crescendo, ci sono tre under obbligatori da mettere in campo, ma servono i ‘big’. E il mister lo ribadisce: “In poco tempo, senza perdere la lucidità, la società ha seguito delle mie indicazioni, muovendosi poi in libertà. La squadra sta prendendo forma, ci mancano gli attaccanti, soprattutto uno da Fermana funzionale al gioco che andremo a proporre che prevede tre davanti”.

Ascolta e infine rilancia Michele Paolucci: “Veniamo dallo stesso tipo di calcio e ambiente. La maglia numero 9 è libera e la terremo fino al giorno che troveremo il giocatore giusto. Ma vi dico già che non compreremo per accontentare la piazza, non vogliamo il nome, ma quello che serve davvero. Questa società non è una vacca da mungere, chi arriva lo fa per scelta e con il rispetto che si deve a questa maglia”.

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Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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