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Fede e politica anti Coronavirus. Papa Francesco: "Svegliati Signore, ti imploriamo". Mattarella: "Europa, intervieni" (video)

27 Marzo 2020

Hanno scelto lo stesso giorno, divisi solo da pochi minuti. Prima Papa Francesco, con le sue parole direttamente rivolte a Dio, in una piazza san Pietro vuota in cui riecheggia la pioggia: “Non lasciarci in balia della tempesta”. Poi Sergio Mattarella, il presidente della Repubblica, con il suo monito all’Europa: “Mi auguro che tutti comprendano appieno, prima che sia troppo tardi, la gravità della minaccia per l'Europa”.

Era atteso Papa Francesco, è arrivato a sorpresa Mattarella. Mezza Europa era collegata con il Vaticano in attesa della benedizione del pontefice che parte dal vangelo di Marco. “Ti imploriamo: 'Svegliati Signore!'. Tutti pensavamo di rimanere sempre sani in un mondo malato, afflitto da guerre e ingiustizie planetarie. Siamo andati avanti a tutta velocità, ci siamo fatti frastornare dalla fretta. Nessuno si può salvare da solo”.

Al fianco del Papa sul sagrato della basilica le icone care ai romani, dal crocifisso 'miracoloso’ di San Marcello alla Salus Populi Romani. E nella invocazione di Francesco passano in rassegna tutte le persone in prima linea nella lotta al coronavirus, dai «medici stremati» ai politici che sono chiamati a sostenere il peso delle scelte, dalle forze dell’ordine agli addetti dei supermercati. Il Papa parla e in sottofondo si sente solo la pioggia, i gabbiani, qualche ambulanza che passa.

“Da settimane sembra che sia scesa la sera. Fitte tenebre si sono addensate sulle nostre piazze, strade e città; si sono impadronite delle nostre vite e ci siamo ritrovati impauriti e smarriti, presi alla sprovvista da una tempesta inaspettata e furiosa. Ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme" ha sottolineato il Papa. Un momento molto forte con una benedizione del tutto inedita, quella 'Urbi et Orbì, e la possibilità di avere l'indulgenza plenaria, che normalmente è riservata solo ai due grandi giorni di festa dei cattolici, la Pasqua e il Natale.

Poi, passano pochi minuti, ed ecco il capo dello Stato: “Mentre Bce e Commissione Ue hanno assunto misure importanti per contrastare l'epidemia di coronavirus, il Consiglio dei capi dei governi nazionali non lo ha fatto. Ci si attende che questo avvenga concretamente nei prossimi giorni" ha detto con determinazione Sergio Mattarella. "Sono indispensabili ulteriori iniziative comuni, superando vecchi schemi ormai fuori dalla realtà delle drammatiche condizioni in cui si trova il nostro Continente. La solidarietà non è soltanto richiesta dai valori dell'Unione ma è anche nel comune interesse". 

Poi, le parole di speranza: “L'Italia deve già pensare a programmare il dopo-emergenza. Mentre provvediamo ad applicare, con tempestività ed efficacia, gli strumenti contro le difficoltà economiche, dobbiamo iniziare a pensare al dopo emergenza: alle iniziative e alle modalità per rilanciare, gradualmente, la nostra vita sociale e la nostra economia. Nella ricostruzione il nostro popolo ha sempre saputo esprimere il meglio di sé. Le prospettive del futuro sono - ancora una volta - alla nostra portata. Abbiamo altre volte superato periodi difficili e drammatici. Vi riusciremo certamente - insieme - anche questa volta”.

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