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Fase 2. Conte: "Distanza e mascherine fino al vaccino". E assicura: "Aperture omogenee da nord a sud"

21 Aprile 2020

FERMO - Il premier Giuseppe Conte, in audizione in Senato davanti alla presidente Casellati in mascherina rossa e guanti neri, ha dato due notizie importanti per l’Italia: “Le riaperture avverranno in modo omogeneo sul piano nazionale. Un piano che consenta di far partire buona parte delle attività produttive e commerciali, tenendo però sotto controllo la curva del contagio in modo da poter intervenire se si supererà una certa soglia".

Il piano sarà condiviso con le parti. Siamo consapevoli che una imprudenza in questa fase, una avventatezza dettata dalla legittima aspettativa di ripartire, può in questa fase in cui non è esaurito il contagio ma contenuto, compromettere tutti i sacrifici dei cittadini”.

Non vende sogni: “Si prospetta una fase molto complessa: dobbiamo procedere a un allentamento del regime attuale delle restrizioni e fare il possibile per preservare l'integrità del nostro tessuto produttivo”.

DISTANZA E MASCHERINE

E poi, sul futuro fuori di casa delle persone: “Il ritorno alla normalità, con la gradualità necessaria, è una aspirazione comprensibile di tutti. La strategia prevede il mantenimento del distanziamento sociale abbinato all’utilizzo diffuso di dispositivi di protezione individuale fino a quando non disponibili terapia e vaccino”.

È conscio che non sta dando le risposte che tutti si attendono: “Ogni forza politica ha le sue aspettative, ma assicuro che per il prossimo decreto legge dove entreranno nuove azioni economiche verso imprese famiglie ed enti locali, le istanze di ogni parte saranno valutate, sono aperto al dialogo”. Ma su queste parole il campanello della presidente non basta per placare le urla e le proteste della minoranza.

MES E NON SOLO

Il premier però va avanti, annunciando uno scostamento di bilancio di almeno 50 miliardi di euro, ed entra nel tema caldo e di attualità: l’Europa, che tra due giorni vivrà un fondamentale Consiglio Europeo. Si parte da quattro strumenti: un fondo di garanzia europeo presso la Bei, dotato di 15miliardi, per finanziamenti a investimenti; il piano Sure, che erogherà fino a 10milardi in linee di credito a sostegno del reddito di lavoratori; la linea di credito (37 miliardi) per le spese sanitarie attraverso Mes, il Pandemic Crisis Support (promosso dall'ex ministro Tria se senza condizioni e a tasso non trovabile sul mercato, ndr); il Recovery fund che apre a titoli con le stesse condizioni in ogni Paese coperte dal bilancio europeo.

IL PLACET DI EMMA BONINO

“Dobbiamo riparare e rafforzare la casa comune europea” conclude Conte a cui fa eco Emma Bonino: "Ci sono 1700 miliardi in arrivo dall'Europa attraverso più canali, finiamola di dire che l'Eruopa ci lascia soli. E' una falsità che lei premier non deve avallare, si concentri sul negoziato per il Ricovery Fund e incassi i miliardi del Mes che ci permetteranno di cambiare volto alla sanità".

@raffaelevitali

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