PORTO SAN GIORGIO - Primo obiettivo: allungare l’orario di apertura. Secondo: garantire servizi e assistenza ai cittadini sempre più ampi. Ecco lo scopo della farmacia comunale di Porto San Giorgio che dal primo maggio è nelle mani della multiservizi San Giorgio Distribuzione.
“Una scelta consapevole e convinta dell’Amministrazione. Per crescere e dare i servizi migliore era importante eliminare le procedure pubblicistiche in termini di gestione del personale, di acquisto e vendita di farmaci e parafarmaci e per inserirla la meglio sul mercato” spiega Nicola Loira.
La farmacia è inserita in una zona antropizzata, con aree commerciali e artigianali, studi medici e palestre. “Una farmacia che ha nelle sue corde una grande potenzialità e va gestita in modo snello. Non abbiamo cercato il profitto, altrimenti l’avremmo collocato sul mercato la farmacia”.
È convinto Loira della scelta, a tal punto da non nominare mai né la minoranza né no dei dubbi avanzati: “La Sgds è al 100% del Comune, che quindi continua ad esercitare il controllo dando indirizzi, ma lasciando la gestione di un mercato che è stato stravolto negli ultimi dieci anni”.
Per dare forza alla sua scelta cita il territorio: “A Porto Sant’Elpidio hanno una società pubblica che gestisce le tre farmacie oppure Fermo dove a gestirla è la Solgas. Con questa scelta daremo servizi migliori ai cittadini. La Sgds paga un canone dell’8% sul fatturato, una percentuale bassa per permettere alla società di investire nella farmacia gli utili”.
A Renzo Interlenghi il compito di entrare dentro la questione come presidente della Sgds: “La proposta l’abbiamo accettata come una sfida. Va a completare il quadro di attività della Sangiorgio. Un’attività strategica in questa fase delicata”. Interlenghi immagina un piano di crescita: Manuela Ceroni è la direttrice da quando il dottor Seghetta è andato in pensione “anche se per un paio di mesi ci aiuterà nella gestione di questa nuova fase”.
E su questo aggiunge Mauro Ceccarani, direttore della Sgds: “La farmacia ha da sempre due dipendenti, la società è stata presa in corsa, considerando che il 30 aprile pomeriggio abbiamo avuto ok dall’Asur per entrare in capo il 2 maggio. E non abbiamo chiuso neppure un giorno. In attesa del concorso, dobbiamo muoverci sui contratti a termine anche perché la nostra gestione è per sei anni. Noi selezioniamo un lavoratore per il periodo di concessione, ma prevediamo la graduatoria in cui iniziare anche eventualmente ad avere figure di supporto per finestre temporali, da usare in maniera flessibile, cominciando dall’allungamento d’orario”.
La farmacia ha chiuso con un fatturato inferiore ai 700mila euro: “Le potenzialità di farla crescere ci sono, arrivare agli 850mila euro degli anni migliori. E poi c’è il fattore incentivante che se superiamo il milione verrebbe meno la percentuale della royalty”.
Non vuole essere il luogo della concorrenza alle farmacie private, qui Interlenghi è chiarissimo: “Il nostro sarà un servizio simile e speriamo migliore. Probabilmente il nostro servizio pubblico sarà di dare un supporto informativo e di crescita di informazione per la cittadinanza”.
Per Interlenghi la farmacia deve avere un taglio sociale importante: “Ogni farmacia ha il suo ruolo, cercheremo di dare ogni forma di protezione e utilità, non in una logica concorrenziale. Avere la possibilità di gestire la raccolta dei Dpi potrebbe essere l’occasione per fare il bene della città e non del singolo. Come società gestiamo la struttura, ma chi poi la dirige è la figura tecnica e medica. Non ragioniamo come negozio, qualcosa in più lo faremo e già la scelta di pagare il canone è un modo per dare risorse alla città”.
E riprende Loira: “Dobbiamo entrare nel territorio, nel quartiere, far sì che la risposta sia sempre migliore. Qualcosa negli ultimi anni era mancata, non per la bravura dei farmacisti. Poi, una volta ripartita, cercheremo di essere insieme sempre più presenti grazie”. E alla farmacia comunale si troveranno le mascherine a 50 centesimi più iva, “questa è una certezza” conclude Interlenghi.