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Export crollato, tutta la moda in fiera a Milano. "Per evitare i licenziamenti c'è una sola strada: gli italiani devono comprare scarpe italiane"

17 Settembre 2020

di Raffaele Vitali

MONTEGRANARO - Sei manifestazioni della moda insieme. Si riparte urlando #strongertogheter, un chiaro messaggio di chi si sente più forte della crisi, di chi cerca una nuova normalità. E per farlo l’Italia si mette al centro del mondo.

Cosa è successo in questi sei mesi al mondo della moda, declinato nelle varie sfaccettature? Per le scarpe parla Siro Badon, presidente di Assocalzaturifici, a poche a pochi giorni dall’inizio del Micam: “Un calo di produzione del 35%, quello del fatturato è al 36%. I consumi delle famiglie sono diminuiti del 30%. L’export, italiano, è calato del 25% in valore e del 26% in quantità. Il saldo commerciale è sempre attivo per 1,6 miliardi ma è calato del 33,8%”.

I numeri fanno male, eppure i calzaturieri non demordono. “Il sommarsi di pandemia, chiusura negozi, frontiere e blocco campagna vendite ha creato problemi seri. In particolar modo le imprese più piccole con problemi di liquidità e costi di magazzino, molti resi e molto invenduto, arrancano. Il Micam dentro ‘stronger together’ è la prima vera occasione di contatto reale. A questo abbiamo abbinato la piattaforma internazionale in cui i produttori italiani possono mettere i campionari e colloquiare con l’estero” prosegue Badon.

STOP AI LICENZIAMENTI

Serve fiducia, ma quel -77 alal voce chiusure aziende e -520 come personale lo preoccupano. Anche in vista della fine delle politiche governative che stanno bloccando i licenziamenti. Su questo, Assocalzaturifici non ha un potere diretto, ma una strada la indica: “Il problema dei licenziamenti ci rincorre da tempo, in ogni associazione. Questo è un settore dove la mancanza di manodopera specializzata è all’ordine del giorno. Il punto è che abbiamo bisogno del consumatore italiano, serve alle aziende e serve al Paese. Se le persone comprano italiano, in realtà producono lavoro perché permettono alle imprese di restare aperte e di non licenziare. Non solo, se il mercato interno riparte, si consolida la politica del Governo finalizzata a riportare le produzioni in Italia, accrescendo di nuovo il numero di posti di lavoro. insomma, gli italiani devono tornare a credere nel prodotto italiano”.

Che poi è una linea di pensiero comune dentro il mondo della moda, anche per chi, come l’occhialeria, esporta il 90%. La pandemia ha ricordato a tutti che il mondo può fare male, se si ferma all’improvviso. Il Micam e le altre fiere in contemporanea sono un lampo dentro questo cielo nero che ha causato il crollo dell’export. “Vedete – conclude Badon – l’impresa che licenzia decide di uscire dal mercato. Chi va in fiera sfida il mercato, mostra fiducia e coraggio capendo che il ‘made in Italy’ resta la nostra vera risorsa”.

TUTTI INSIEME

L'Italia del Fashion non vuole e non può arrendersi, è troppo importante, per l'economia del Paese e si vuole riprendere quel ruolo di faro che detta le tendenze al mondo con le sue rassegne più importanti. E così, in attesa che il mondo torni a essere globale, che gli operatori possano di nuovo viaggiare tra i continenti, restituendo all'Italia del bello e ben fatto le folle di compratori alle quali si era abituati, gli imprenditori hanno preso il coraggio a due mani e hanno deciso per un 'nuovo inizio’ tutti insieme con l'hashtag #strongertogether.

Dal 19 al 23 settembre vanno in scena sei eventi fieristici tra Fiera Milano e Leopolda di Firenze. “La classe imprenditoriale - hanno spiegato presidenti e amministratori delegati delle più importanti rassegne del settore - deve fare unione. Ci vuole coraggio per affrontare un nuovo mercato perché soltanto stando insieme si possono affrontare gli investimenti che saranno necessari”.

 Dal 19 al 21 settembre 2020 a Firenze aprirà DaTE, dedicato all'eyewear con 80 brand, e contemporaneamente a Milano, fa da apripista HOMI Fashion&Jewels Exhibition, (bijoux e accessorio moda, organizzato da Fiera Milano) mentre da domenica 20 e fino al 23 settembre, si terranno le altre manifestazioni della galassia di Confindustria Moda: MICAM, il Salone Internazionale dedicato alle calzature (oltre 600 marchi e 5000 buyer da molti molti paesi soprattutto europei), MIPEL, evento internazionale dedicato alla pelletteria con 90 espositori e l'edizione di TheOneMilano Special, il salone dell'haut-à-porter femminile, in scena con capsule collections composte da abbigliamento in pelle, tessuto e pelliccia, e infine A New Point Of View, lo speciale format di LINEAPELLE che metterà in mostra i semilavorati in pelle più esclusivi. Insomma si va di nuovo, la fiducia è tanta e la risposta degli operatori è stata definita 'entusiasmantè.

Gli espositori presenti saranno più o meno il 40% di quelli che ci sarebbero stati prima che il mondo si dovesse fermare, a causa soprattutto dei problemi di spostamento di operatori stranieri extraeuropei e per quanto riguarda i visitatori le attese sono più o meno in proporzione. “Chi c'è stavolta stacca un biglietto per il futuro e potrà dire io c’ero”. Conclude Tommaso Cancelara, ceo di Assocalzaturifici.

FIERA UGUALE BUSINESS

Simona Greco, direttore di Fiera Milano, tira le somme: “Siamo protagonisti del rilancio. Le fiere, ancora più oggi sono un fattore cruciale per la ripresa dei settori economici. Abbiamo cercato di partire da due punti fissi, trasformando la crisi in opportunità. Location sempre più sicure e il digitale come surplus. La manifattura italiana rappresenta il terzo comparto in ordine d’importanza per l’export”. Come Fiera Milano lavora con il Governo per i corridoi di sicurezza per garantire incoming di buyer internazionali. “Del resto – riprende - le fiere impattano sull’economia: nel 2019 abbiamo contribuito a un 3% di Pil, 53 miliardi di euro, nel 2019 a Milano 50 manifestazioni fieristiche accogliendo 25mila imprese e 4milioni di compratori mondiali e locali. Quelle italiane hanno sviluppato ricavi per 46miliardi di euro, la fiera resta per le Pmi italiane il luogo chiave”. E chi ci sarà spera di confermarlo.

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Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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