PORTO SANT'ELPIDIO - “A differenza di chi ha amministrato Porto Sant’Elpidio per oltre cinquant’anni e avrebbe dovuto seguire in modo più incisivo l’iter legato alla bonifica dell’area ex FIM, noi ci siamo subito attivati per valutare la possibilità di arretrare la recinzione. Non parliamo certo di un problema sorto ora, ma di un tema che si sarebbe potuto risolvere quasi 20 anni fa, quando partì l’iter di bonifica dell’ex Fim e si sarebbe potuta svincolare dal perimetro della vecchia fabbrica una porzione di terreno per restituirla alla collettività”. Questa la puntualizzazione del sindaco Massimiliano Ciarpella circa la recinzione sul lungomare Faleria che delimita l’area Fim.
L’Amministrazione comunale, dal suo insediamento, ha approfondito gli elementi progettuali della bonifica. Risale al 2010 la realizzazione della barriera idraulica lungo il confine stradale, a pochi metri dalla recinzione. Prima della costruzione dei pozzi fu prevista la rimozione di terreno inquinato da sostituire con terreno vegetale pulito. Non si trattava di una procedura direttamente finalizzata alla restituzione della fascia fronte strada agli usi legittimi, ma quelle lavorazioni lasciavano ipotizzare una possibile opportunità di arretramento. L’iter è stato ripreso, con l’obiettivo di arretrare la recinzione. Si è convocato un primo tavolo tecnico a marzo del 2024 con la proprietà e le amministrazioni competenti (Provincia, ARPAM, AST…). Ravvisata la plausibilità dell’operazione, è stata indetta una Conferenza dei Servizi asincrona, nella quale è stato presentato il progetto di arretramento e il programma di analisi da svolgere per verificare l’avvenuta bonifica dell’area interessata. Ottenuti i pareri positivi degli enti, a luglio 2024 sono stati effettuati prelievi di terreno, sia superficiali che in profondità, alla presenza dell’ARPAM. Gli esiti delle analisi non hanno confermato le attese: non tutta l’area era stata ricompresa negli interventi del 2010 e alcuni punti non rispettano ancora i valori ambientali. Pertanto, ad oggi, non è possibile procedere alla restituzione agli usi legittimi e quindi all’arretramento della recinzione. Come noto, le operazioni di bonifica sono ancora ferme, in attesa di una chiara definizione della questione legata alla cosiddetta “cattedrale”, tema che stiamo affrontando con costanza. A questo proposito ricordiamo l’affidamento di un incarico all’Università di Bologna, con l’obiettivo di giungere a una valutazione chiara, definitiva e imparziale sulle possibilità di recupero del manufatto che possa sbloccare la situazione.
“Gli approfondimenti che abbiamo effettuato sin dall’insediamento hanno confermato le supposizioni che avanzavamo già nel 2022 – commenta il consigliere Giorgio Marcotulli - Fa specie che a sollevare oggi la questione sia chi ha governato la città per decenni e che, ricoprendo anche incarichi con deleghe specifiche all’ambiente, senza dimostrare volontà né accortezza di verificare la fattibilità di quanto oggi denunciano. Sarà nostra premura, nel prossimo programma operativo della bonifica, inserire come attività prioritaria il completamento degli interventi sul tratto fronte strada, così da rendere finalmente possibile l’arretramento della recinzione nel pieno rispetto delle condizioni di sicurezza e di legge”.