Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors

Esami Invalsi, la scuola ha un problema: sempre meno bravi in italiano e matematica. Crescono le competenze digitali

10 Luglio 2025

FERMO – Come stanno gli studenti italiani? La risposta arriva dai test Invalsi 2025 che mostrano come il sistema scolastico debba superare importanti sfide.

Le prove hanno coinvolto 11.500 scuole, quasi un milione di alunne e alunni della scuola primaria (classe II e classe V), circa 550.000 allieve e allievi della scuola secondaria di primo grado (classe III) e più di 1 milione di studenti e studentesse della secondaria di secondo grado.

Il primo elemento incoraggiante riguarda la riduzione della dispersione scolastica esplicita, che è arrivata al 10% richiesto dall’Unione europea. Un secondo segnale positivo riguarda la rilevazione delle competenze digitali. La maggior parte degli studenti e delle studentesse del secondo anno della scuola secondaria di secondo grado si colloca tra il livello intermedio e quello avanzato in tutte e quattro le aree indagate.

Quello che è evidente, analizzando il rapporto, è che l'individuazione tempestiva dei bisogni e la personalizzazione degli interventi costituiscono un approccio promettente, da estendere e rafforzare. Accanto a questi aspetti incoraggianti, permangono criticità che richiedono attenzione e intervento.

Persistono disuguaglianze territoriali rilevanti, già evidenti nella scuola primaria e ancora più marcate nei cicli successivi. Anche quando l'effetto della composizione della popolazione scolastica (in termini di background socio-economico o origine migratoria) viene considerato, restano divari importanti tra Nord e Sud - e in alcuni casi anche tra Centro e Sud - che chiamano in causa il ruolo delle politiche educative e la necessità di azioni strutturali, sin dalla primissima infanzia.

Diminuisce la dispersione scolastica ma aumenta il numero degli studenti che non acquisiscono competenze adeguate in Italiano e in Matematica anche se gli alunni delle scuole italiane si confermano bravi in Inglese e hanno buone competenze digitali.

Il rapporto Invalsi 2025 fotografa una brutta battuta d'arresto negli apprendimenti di Italiano e soprattutto di Matematica in tutti i cicli scolastici, dalle elementari all'ultimo anno delle superiori, fornendo l'impressione che si è ben lontani dal riuscire a recuperare i livelli pre-Covid, come si era sperato nel 2024. Al momento del diploma, a 18 anni, praticamente uno studente su due non ha competenze adeguate né in Italiano né in matematica. .

Per quanto riguarda l'Italiano solo nelle due macro-aree settentrionali la comprensione dei testi scritti raggiunge livelli almeno accettabili per oltre la metà degli studenti e delle studentesse (circa il 60-61%), mentre al Centro-Sud meno della metà di allievi raggiunge i traguardi. “Dobbiamo ripensare l'insegnamento dell'italiano, i programmi ed è quello che noi abbiamo fatto e stiamo facendo. È fondamentale tornare ad avere un'attenzione forte verso grammatica, sintassi, riassunti” commenta il ministro dell'Istruzione, Giuseppe Valditara.

A livello di risultati, restano differenze tra i vari indirizzi. I licei continuano a mostrare risultati medi più elevati rispetto agli istituti tecnici e professionali ma emergono anche segnali di una gerarchizzazione interna agli stessi licei, con alcuni indirizzi che appaiono strutturalmente più deboli.

Infine, aumentano le differenze interne. Se da un lato il sistema riesce a garantire a un'ampia quota di studenti e studentesse il raggiungimento di livelli soddisfacenti, dall'altro continua a persistere - e in alcuni casi ad ampliarsi - una fascia di popolazione scolastica che non raggiunge i traguardi minimi.

In alcuni casi il sistema scolastico non appare adeguatamente in grado di "tenere insieme" tutte le componenti della sua popolazione. Il quadro che emerge dai dati suggerisce la necessità di azioni tempestive e mirate per affrontare in modo efficace le sfide che il sistema scolastico ha di fronte. In primo luogo, l'ipotesi di un effetto pandemico di medio-lungo periodo sugli apprendimenti resta plausibile ma diventa sempre meno sufficiente a spiegare da solo le dinamiche in atto.

È evidente che la pandemia ha probabilmente accelerato fenomeni già in atto, rendendoli più visibili e urgenti. Stando all’Invalsi “servono politiche granulari, differenziate e capaci di valorizzare ogni contesto, agendo sulla qualità dell'insegnamento, sulla formazione del personale, sulla cooperazione tra scuola e famiglie e sulla costruzione di un'offerta formativa sempre più articolata, equa e inclusiva. Le differenze territoriali - già visibili nella scuola primaria - rendono inoltre evidente la necessità di intervenire il più precocemente possibile, a partire dalla fascia 0-6”.

Le competenze inadeguate sono conseguenza di un peggioramento che parte dalle elementari ed è via via sempre più evidente. Il rapporto dell'Istituto guidato da Roberto Ricci, evidenzia infatti come già alla fine delle scuole medie, in Italiano, a fronte di un 62% di allievi che mostrano competenze almeno adeguate nel centro-nord, nel mezzogiorno la percentuale scende in modo rilevante e in particolare in Calabria, Sicilia e Sardegna, meno della metà di coloro che acquisiscono la licenza media accede alle superiori con competenze adeguate.

“Serve un ripensamento dell'insegnamento della matematica, che parta dalla realtà per arrivare alla teoria” ha suggerito il ministro Valditara che ricorda come in particolare mostrano maggiori difficoltà in matematica le bambine e le ragazze.

Il sistema scolastico riflette anche sull’efficacia degli interventi, quando sono mirati e progettati sulla base delle esigenze specifiche di scuole e classi, i risultati non tardano ad arrivare. L'analisi dei dati, l'autonomia responsabile e il supporto alle comunità educanti si confermano leve strategiche. Infine, la rilevazione sulle competenze digitali restituisce una fotografia incoraggiante, ma ricorda anche che tali competenze non possono sostituire quelle di base.

“È quindi necessario un duplice impegno: innovare e aprirsi alle sfide del presente, senza perdere di vista i fondamentali del processo educativo e formativo”.

E le Marche: "La regione si conferma un polo di eccellenza nel panorama scolastico nazionale, distinguendosi regolarmente tra le prime posizioni nelle rilevazioni Invalsi, mantenendo standard elevati nelle competenze fondamentali come Italiano, Matematica, Inglese e, per la prima volta, nelle competenze digitali" conclide la direttrice dell'Ufficio scolaatico regionale D'Amico.

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
linkedin facebook pinterest youtube rss twitter instagram facebook-blank rss-blank linkedin-blank pinterest youtube twitter instagram