
di Raffaele Vitali
FERMO – E se le elezioni per il nuovo sindaco di Fermo si tenessero a marzo anziché a maggio? Più di una voce circola a livello nazionale, che poi rimbalza nelle Marche, dove oltre a Fermo, per stare alle ultime novità, si voterà anche nei due comuni finiti sotto commissariamento, San Benedetto del Tronto e Campofilone.
L’ipotesi è di abbinare il referendum confermativo sulla giustizia, che si deve tenere entromarzo, alle amministrative, in modo da risparmiare sui seggi e aumentare il livello di partecipazione al referendum, che questa volta non ha bisogno di quorum ma che, visto dal Governo, ha bisogno di tanti sì.
Se si dovessero velocizzare le pratiche, le Marche hanno già sperimentato la campagna elettorale flash per le regionali, a Fermo potrebbe pesare ancora di più il volere di Paolo Calcinaro, il super votato assessore alla Sanità. E questo porterebbe al delfino designato: Alberto Maria Scarfini, attuale assessore allo Sport. L’avvocato porterebbe in dote anche il voto dei cattolici, che a fermo pesano più che altrove.
Ma se dovesse invece prendere piede la politica dei partiti, è chiaro che Fratelli d’Italia alzerebbe la voce. La prova di Calcinaro, che è andata otre ogni previsione, finendo per staccare di migliaia di voti il leader territoriale Putzu, ha fatto rumoreggiare più di un esponente. C’è chi sta chiedendo di far pesare il simbolo e quindi i propri esponenti, a cominciare da Mauro Torresi.


Il vicesindaco, che dal 18 dicembre reggerà il comune al posto del sindaco diventato assessore, ufficialmente avrebbe già un accordo per proseguire nel suo ruolo anche con Scarfini, ma in più tavoli il suo nome si sta leggendo come possibile primo cittadino.
Ci sono poi gli outsider, da Alessandro Ciarrocchi ad Annalisa Cerretani, che piace al mondo delle imprese ma che non ha la forza elettorale per imporsi, anche se il suo mentore, Giovanni Lanciotti, continua a fare e disfare sotto il Girfalco.
Se si voterà a marzo, scendono ancora di più le chance dell’attuale minoranza. Il PD non ha un candidato e arriva dalla debacle di cinque anni fa.
Si lavorava, fino alle Regionali, su Francesco Trasatti. Ma il risultato elettorale di Matteo Ricci e dello stesso ex presidente del Consiglio, che ha avuto il coraggio di staccarsi da Calcinaro con cui aveva condiviso nove anni di amministrazione, ma che non ha ancora scaldato i cuori della sinistra, lo sta tagliando fuori dalla partita. Anche perché nessuno ama correre due volte per perdere, meglio allora attendere le politiche del 2027, dove potrebbe presentarsi come leader territoriale del Progetto Civico Italia creato dall’assessore di Roma, Alessandro Onorato.
E così, scaldano i motori Luisanna Cola, che ha ben figurato da neofita alle Regionali, e Maurizio Blasi, ex capo della Rai delle Marche, visto durante le regionali spesso con Ricci e da almeno tre elezioni desiderio non segreto del centrosinistra.
