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Draghi se ne va, si vota: campagna elettorale estiva. Lucentini e Verducci, caccia ai voti. FT ed Economist: "Miglior premier dal '45"

21 Luglio 2022

di Raffaele Vitali

FERMO – "Anche i banchieri hanno un cuore". Mario Draghi non è più premier. Che accadrà ora? La data di convocazione delle urne, tra i 60 e i 70 giorni dallo scioglimento delle Camere, è determinata da precisi paletti indicati in parte nella Costituzione e in parte in leggi ordinarie. Ci si prepara quindi a una lunga estate in campagna elettorale.

IPOTESI VOTO

Per l’articolo 61 della costituzione “le elezioni delle nuove Camere hanno luogo entro settanta giorni dalla fine delle precedenti”. In caso di scioglimento anticipato, stabilisce l'articolo 88 primo comma della Carta, il Capo dello Stato deve sentire prima i presidenti dei due rami del Parlamento, cosa che Mattarella farà oggi pomeriggio.

Quindi, tutto si calcola dal momento in cui verranno sciolte le Camere. Se Mattarella sciogliesse già stasera, le date possibili sarebbero una domenica tra il 19 settembre e il 29 settembre, quindi il 25. Se invece Mattarella farà come Scalfaro, che nel 1994 attese quattro giorni tra le dimissioni del premier Ciampi (13 gennaio) e lo scioglimento (16 gennaio), allora si potrebbe includere il 2 ottobre tra le opzioni.

ONOREVOLI E SENATORI, TUTTI DI NUOVO IN GIOCO

Che fine faranno Mauro Lucentini, Mirella Emiliozzi e Francesco Verducci, deputati e senatori eletti nel collegio che include la provincia di Fermo? Il prossimo voto segnerà la fine del Parlamento come conosciuto fino a oggi, visto che si passerà da 945 seggi a 600. Rimane in vigore il Rosatellum, un sistema misto maggioritario e proporzionale. Tutto da vedere anche quello che accadrà dentro la Regione Marche, dove gli assessori Mirco Carloni, Guido Castelli e Giorgia Latini potrebbero tornare in gioco per un seggio parlamentare cambiando totalmente gli equilibri attuali. Così come potrebbe fare il sindaco di Pesaro, Matteo Ricci, volto di punta Dem in regione. “ma prima di decidere noi sindaci dobbiamo visionare bene la norma e i casi di incompatibilità” ha precisato durante la festa dell’Unità di Pesaro.

I SEGGI IN PALIO

Alla Camera saranno assegnati 148 collegi uninominali, sistema maggioritario, in cui ogni partito o coalizione presenterà un solo candidato o candidata. La persona eletta sarà quella che prenderà almeno un voto in più degli altri. Per l’assegnazione degli altri 244 seggi si userà un metodo proporzionale. Quindi ogni partito o coalizione presenterà una lista e si conteranno i voti ricevuti da ogni lista. Il numero di parlamentari eletto dipenderà in maniera proporzionale dal numero dei voti ottenuti. Al Senato invece i collegi uninominali saranno 74, i collegi del proporzionale 122.

DAL FINANCIAL TIMES A LE MONDE

Tutto questo mentre il mondo guarda preoccupato all’Italia. “L'Italia perde Mario Draghi in un momento pericoloso”. È il titolo di un editoriale del Financial Times firmato da Tony Barber e dedicato all'ex presidente della Bce. Un editoriale in cui Draghi è paragonato a Lucio Quinzio Cincinnato. “Come Cincinnato Draghi è stato chiamato a essere il salvatore dell'Italia, ma - si legge nell’apertura del sito - fra lo sgomento degli alleati dell'Italia e della Nato, per i quali le parole e le azioni di Draghi hanno avuto più autorità di quasi tutti i premier italiani post-1945, la fine del governo è arrivata troppo presto”.

Su una cosa però il quotidiano economico è chiaro: “Non è molto accurato comunque suggerire che l'Italia è ora nel caos. Non c'è motivo per cui il parlamento italiano non possa approvare la manovra per il prossimo anno prima della fine di dicembre. Potrebbe però essere più difficile per qualsiasi altro governo attuare le misure richieste per assicurarsi i fondi europei”.

Per l’Economist Draghi è stato “costretto alle dimissioni dall'assedio di partner della coalizione di governo trasformatisi in avversari”. Il settimanale britannico di tradizione liberal, controllato da alcuni anni dalla Exor di John Elkan, sintetizza oggi online l'epilogo delle dimissioni di Mario Draghi da presidente del Consiglio. Non senza ipotizzare, quasi auspicare, che l'ex numero uno della Bce resti se non altro a Palazzo Chigi per la transizione fino alle elezioni anticipate: se il presidente della Repubblica Sergio Mattarella glielo chiederà. Nel resoconto delle ultime ore, l'Economist - che in questi mesi ha pubblicato diversi commenti positivi su Draghi - sottolinea come il premier non abbia perso nemmeno al momento della caduta il proprio ‘caustico sense of humour’.

Preoccupati i francesi di Le Monde: “La fine dell'era Draghi, uno shock per tutta l'Europa” è il titolo di un editoriale con richiamo in prima pagina pubblicato oggi. “Il momento non poteva essere peggiore per l'Italia, per la zona euro e per l'intera Unione europea. C’è il rischio di una preoccupante destabilizzazione”.

“Destabilizzante per la zona euro - prosegue Le Monde - la crisi politica italiana lo è anche per i Ventisette, proprio nel momento in cui stanno attuando la storica innovazione rappresentata dal piano di rilancio (#NextGenerationEU) finanziato da un debito comune. La capacità di Mario Draghi di riformare lo Stato italiano ed utilizzare fondi europei per rilanciare l'economia era considerata, in particolare a Berlino, come un test ben fondato di questa solidarietà europea. In un momento in cui due altri pilastri dell'Ue, il cancelliere Scholz e il presidente Macron, sono indeboliti, le dimissioni di Draghi rappresentano un grande shock per il consolidamento dell'Unione, per la sua leadership e per la sua coesione sulla scena internazionale”. La speranza ora di Le Monde è che “gli italiani pro-europei si mobilitino e che l'Unione europea agisca con destrezza per evitare questo scenario da incubo pro Putin”.

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Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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