di Raffaele Vitali
MILANO/PORTO SANT’ELPIDIO – Nel Micam 100 dei grandi ritorni c’è un brand che spicca ed è Loriblu. Non solo perché per decenni è stato il marchio di riferimento nel mondo del tacco, ma perché la sua titolare è stata una combattiva presidente di Assocalzaturifici, Annarita Pilotti.
Oggi, dopo anni lontano dalla fiera che come brand ha contributo a far crescere, il ritorno in rosa. Perché protagoniste in azienda, oltre ad Annarita Pilotti e al marito Graziano Cuccù, sono le tre figlie Sara, Claudia e Michela. C’è anche un maschio, il fratello Riccardo, che segue la produzione quindi allo stand luccicante di Milano preferisce sempre la manovia e la produzione.
“Per il centenario non potevamo mancare. Mio padre ha voluto con forza questo ritorno, lui crede molto nella fiera. E anche mamma, come ex presidente ha spinto. Noi figlie eravamo indecise, visto il quadro economico. Non è una fiera che costa poco e di fronte allo stallo internazionale ti chiedi: vale la pena? La risposta oggi è sì, ma quella definitiva arriverà tra qualche settimana e spero sia importante” racconta Sara, responsabile amministrativa con un occhio sullo stile.
Micam è un luogo di incontro, questo è indiscutibile. “Oggi tanti clienti non si fermano più una settimana, ma vengono al massimo per due giorni e passano quindi per il Micam. Mentre prima venivano e poi passavano per lo showroom, oggi invece tagliano i costi e preferiscono incontrare più produttori possibili. Purtroppo i costi di Milano sono alti” prosegue.
Mentre parla si avvicinano la madre e le sorelle, due minuti di quiete nello stand in cui è un continuo di buyer russi e dell’est Europa conquistati da quel che resta un marchio di fabbrica: l’accessorio brillante e il dettaglio, come i grandi fiori, che trasformano una semplice décolleté in un pezzo unico.
Per Loriblu restano i punti fermi, anche nei negozi monobrand o affidandosi a corner all’interno di grandi realtà: “Siamo presenti in Mongolia, Pechino, Croazia, Africa, Russia, Bielorussia, Italia. Oltre una ventina di insegne Loriblu brillano”.
A seguire la parte commerciale è Sara, che passa da un aereo all’altro, incluso quello che la riportò in Italia mentre scoppiava la guerra tra Russia e ucraina, “giusto un’ora prima che bloccassero ogni volo”. Difficile da dimenticare, anche perché quello resta un mercato fondamentale “che difendiamo, è fondamentale per restare a galla e consolidarsi” ammette.
In azienda si produce la linea di famiglia, ma si lavora anche per dei brand. “fare un po’ di conto terzi – riprende Annarita Pilotti – aiuta per più ragioni: ma niente la produzione e il fatturato, permette alla manodopera di non fermarsi e di specializzarsi sempre più”. a oggi la produzione per altri vale il 30%. “Una certezza, i brand del lusso premiano chi ha valori chiari e soprattutto sa garantire continuità interna, cosa che noi stiamo facendo con l’inserimento sempre più importante dei figli”.
La nuova generazione è reale in Loriblu che ha ottenuto anche la certificazione parità di genere grazie al numero di dipendenti, ai salari e alle politiche di welfare, oltre che per i ruoli apicali sempre più al femminile”.
Per Annarita e Graziano Cuccù una soddisfazione vera: “Grazie alla crescita di Sara, Claudia, Michela e Riccardo, diamo davvero al cliente una interlocuzione familiare reale. Per chi produce e per chi acquista, investendo sul marchio, sa che Loirblu c’era, c’è e ci sarà grazie al passaggio interno. Che ha funzionato anche perché i miei figli hanno fatto la gavetta, tra uffici e produzione, cosa che oggi li rende pronti per guidare l’azienda verso nuovi traguardi”.