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Disturbi dell'apprendimento. Screening tra duemila fermani: "Più casi dopo la Dad". Prof a lezione, capire per non isolare l'alunno

31 Maggio 2022

di Raffaele Vitali

FERMO – Disturbi dell’apprendimento, l’osservatorio della Provincia di Fermo, nato nel 2011, non si ferma mai. Guidato dalla consigliera Pisana Liberati, si conferma una macchina funzionale. La sala consiliare si riempie di professori, attenti a seguire il corso di formazione e ad ascoltare il resoconto dello screening effettuato per mesi nelle classi di ogni età.

IL PIANO

Tassello fondamentale del percorso sono stati i laboratori dedicati ai docenti, tornati così sui banchi, in ben 85. “Un’esperienza toccante. La formatrice ha fatto provare ai professori cosa prova l’alunno quando non comprende cosa sta dicendo il docente. Hanno testato il ‘non essere compresi’” spiega Pisana Liberati, supportata dalla funzionaria Laura Lupi.

Un alunno non compreso è un alunno frustrato che poi nel tempo tende al silenzio, smettendo di interessarsi di una lezione per vivere il proprio mondo in cui si sente più sicuro. Su questo bisogna agire. “Le reazioni, lasciate in forma anonima, sono ste le più diverse a cominciare dal “non si comprende qualcosa fino a quando non la si vive in prima persona” al “i Dsa non sono persone inferiori, bisogna solo porsi la domanda in maniera diversa e avere pazienza”.

I DATI

Due elementi sono emersi, tra tanti: il periodo di didattica a distanza ha peggiorato la situazione e nel 2021 le femmine sono più colpite dei maschi dai Dsa. “Sono stati coinvolti nello studio 12 istituti scolastici, 62 classi prime con 1117 alunni sottoposti a screening su 1332. I docenti partecipanti sono stati 332. Nella scuola scuole secondaria invece sono 776 gli studenti sottoposti allo studio” prosegue Liberati prima di dare la parola alla dottoressa Simona Tosoni, Coordinatrice Area Riabilitazione Area Vasta 4 Fermo ASUR Marche.

“Dei 1117, 160 sono gli stranieri. In media i Dsa sono stati rilevati nel 16% della popolazione scolastica, dato costante negli ultimi tre anni”. Quello che emerge è l’importanza del doppio screening, il primo a gennaio e il secondo a maggio, per definire al meglio la situazione. “A gennaio sono risultati a rischio, da attenzionare 204 alunni (70 stranieri), il 18,26%.  A maggio, dopo il nuovo screening, sono diventati 91 (44 stranieri), l’8,14%. Tra prima e seconda prova c’è stato un ‘miglioramento’ del 55,4 per cento”.

Diminuisce però la percentuale di uscita dallo screening rispetto al 2020/2021, quando fu il 73,92% a uscire. Il motivo? “Stiamo notando i cambiamenti nella abilità di apprendimento dei bambini dopo il lockdown. Le componenti sono molteplici. La Dad ha inciso sui prerequisiti dell’apprendimento e sulle funzioni esecutive superiori, capacitò di attenzione, memoria, concentrazione. Quest’anno stiamo vedendo le ricadute del lockdown”.

Più stranieri che italiani, proporzionalmente, mostrano disturbi: esce, ovvero non mostra sintomi tali, il 37% degli stranieri contro il 64% degli italiani. “Per gli stranieri c’è il problema del fatto che poi in casa magari non si parla in italiano, la scarsa immersione diventa un limite. Quindi il dato degli stranieri va letto in maniera differente da quello degli italiani. Anche a livello di prove, con risultati molto differenti tra dettato, in cui il bambino è chiamato ad ascoltare, analizzare i suoni e replicare sul foglio quanto ascoltato, e prova di lettura, che si basa su parole senza senso da ripetere. “Il 65% dei ragazzini italiani con problemi di lettura non ne avevano avuti nelle prove di dettato. Tra gli stranieri, il 54% aveva avuto difficoltà anche nel dettato”.

OBIETTIVI FUTURI

“Vuole creare consapevolezza tra i docenti e le famiglie, in modo da far comprendere che non si parla di malattia, ma di un modo diverso di apprendere”. È questa la grande sfida, quotidiana, parlare di ‘bambini speciali’ con diversità ma non malattie. Noi possiamo accompagnarli” riprende Liberati. Per riuscirci, anticipare lo screening già alla Materna è un obiettivo, anche se una vera diagnosi non si può vere prima di seconda e terza elementare.  “E poi proseguire anche durante la seconda della Primaria; proseguire con gli incontri esperienziali; raggiungere gli studenti delle medie”.

Essendo un lavoro di gruppo, tutto sembra possibile. Infatti, al fianco della Provincia c’è l'Asur 4, l’Aid, l’associazione italiana dislessia, gli Ambiti, le scuole (Polo Urbani, Ipsia e Isc Sibillini sono i riferimenti) e la Regione come conferma la consigliera Elena Leonardi: “L’approccio dell’osservatorio è vincente, ci si mette nei panni di chi ha la difficoltà e verificare, dal punto di vista del bambino e del giovane la criticità. la sinergia tra i vari enti è fondamentale, la Regione crede in questo lavoro della Provincia e ne seguirà ogni passo”.

Lettura che piace alla dottoressa Luciana Mariani, consigliera provinciale con delega alle Pari opportunità. “Se vogliamo cambiare il mondo dobbiamo partire dai giovani. Non è solo questione di Pnrr, sono i giovani l’obiettivo. Ogni docente ha una grande responsabilità, incide sulla crescita della persona. Chi è qui oggi vuole aumentare le proprie competenze per fare ancora meglio coni ragazzi”.

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Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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