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Disciplina, controllo e impegno: Minnucci sul podio a 50 anni col brasilian jiu jitsu. "Sport che insegna la costanza"

13 Ottobre 2025

FERMO – Quando l’arbitro gli ha preso il polso e con un rapido gesto ha alzato il braccio, tutto è diventato più leggero, la fatica è scivolata via, come il sudore. In quel braccio alzato c’è il primo podio nella ‘nuova carriera’ da atleta di Marco Minnucci, il massofisioterapista titolare del centro Works.

A 51 anni si è rimesso in gioco nel brasilian jiu jitsu, un’arte marziale, definito anche sport di combattimento, in cui sono previste prese di ogni tipo, ma non colpi diretti. Almeno non volontari. “Per me è stato in realtà un ritorno al primo amoreo, visto che da giovane ho praticato a lungo il judo” racconta Minnucci.

La medaglia arriva in Puglia, dove ha partecipato a una gara nazionale, l’Adriatico Cup. “Sono arrivato aa questo match allenandomi quattro volte a settimana, più tre sedute di pesi e un po’ di corsa. E questo da quando ho iniziato, poco più di un anno”. Uscire dalla propria palestra per raggiungere quella di San Benedetto dove c’è la MJ Academy dei maestri Matteo Pagani e Giacomo Amabili, non è mai facile. Per fortuna qualche allenamento lo garantisce il gruppo che si allena da Works con Francesco Livini.

Un anno intenso che ha trovato nel primo vero combattimento il suo traguardo di tappa. “Perché ora si prosegue. Ho diverse gare già in calendario”. Nel brasilian jiu jitsu la vittoria si ottiene costringendo l’avversario alla resa con una tecnica di submission (strangolamento, leva articolare o presa dolorosa), che porta l’avversario ad arrendersi ossia a riconoscere la sconfitta attraverso un segnale verbale o fisico.

“Ho imparato le prese, le pressioni, a farle e a subirle” riprende Minnucci che ha dovuto sfidare atleti della fascia 30-35 anni mancando quelli della sua categoria. E proprio la medaglia è arrivata battendo un 31enne.

Per Minnucci, impegnato ogni giorno tra terapie e atleti da rimettere in forma, il brasilian jiu jitsu è il momento di scarico mentale, è la ricerca del controllo che è fondamentale in ogni momento della vita. “Cercavo disciplina, non è solo questione di stare in forma. Mi serviva qualcosa che desse costanza alla mia mente, che mi facesse vivere bene ogni sacrifico, anche a livello di alimentazione. E l’ho trovato un anno fa” ribadisce Minnucci.

Un po’ come raccontato durante l’inaugurazione del nuovo polo sportivo di Tre Archi dai campioni olimpionici, tra cui fratelli Maddaloni e il pugile Mangiacapre, lo sport di combattimento diventa un mezzo per aumentare la disciplina, trovare pace e uscire per un momento dallo stress e dalla responsabilità quotidiana.

Lo sforzo fisico è grande. Si calcolano mille categorie bruciate durante ogni allenamento, che poi si recuperano con integratori e alimentazione.

“Anche perché devo restare dentro i 91 chili per non cambiare categoria” ammette Minnucci che ha già la mente proiettata al prossimo combattimento. Bernoccoli e contusioni sono già dimenticati. Di certo non la prima medaglia.

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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