PORTO SANT’ELPIDIO – Nel giorno della conferenza dei servizi che deve esprimersi sull’ampliamento della discarica. “Siamo consapevoli del fatto che ogni cittadino crea rifiuti e che la discarica per un paese diventa una necessità. Com’è logico pensare però, tale scelta comporta delle grandi responsabilità, al fine di non generare gravi rischi per la salute pubblica” esordisce il circolo di Legambiente di Porto sant’Elpidio.
“L’impianto prevede la lavorazione di percolato che proviene da fuori Porto Sant’Elpidio, chiediamo invece che l’impianto, per evitare situazioni di pericolo per la salute pubblica, non vada ad intercettare rifiuti che provengano da fuori Porto Sant’Elpidio e Sant’Elpidio a mare”.
Su un punto il ‘no’ di Legambiente è categorico: “Niente superamento dei limiti per il ferro e l’alluminio al fine di tutelare la salute pubblica. Questo perché un impianto di nuova generazione, così come quello che si è chiesto di adottare, non dovrebbe aver bisogno di utilizzare metodi superati, ma essere all’avanguardia circa le modalità di depurazione”.
Chiaro che l’impresa debba pensare agli utili, “ma non può non a scapito della salute dei cittadini così come sancito anche dallo Statuto della Regione Marche, art.4 comma 2. “Fondamentale sono, e lo chiediamo al sindaco, di effettuare delle analisi continuative con periodicità variabile da enti accreditati, ma che cambiano in continuazione in modo da evitare il possibile crearsi di clientelarismi”.
Concordano sulla vasca per la bonifica della Fim, “ma sia usata solo per quei rifiuti”. Infine, l’indagine epidemiologica: “I cittadini che vivono vicino alla discarica riferiscono di malattie sospette, è necessario avviare una vera e propria indagine epidemiologica. Chiediamo pertanto alla AST di attivare questa procedura e al sindaco che si faccia portavoce di questa istanza”.
