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Di Carlo, Poderosa: "Bryant ci ha insegnato che non bisogna mai accontentarsi"

3 Febbraio 2020

PORTO SAN GIORGIO – Gennaro di Carlo non ama commentare le sconfitte, ma questa volta non se la sente di criticare i suoi giocatori. E nel giorno in cui tutta Italia ha ricordato Kobe Bryant, a lui non resta che riflettere e guardare già a mercoledì quando sfiderà Forlì.

La verità è che Udine ha fatto una partita eccellente, per qualità di gioco e difesa. Vittoria legittima e meritata”.

Ma…

“Dico bravo ai miei giocatori. Le condizioni non erano ottimali. Abbiamo messo in campo Thomas nelle ultime ore pre match, una dimostrazione di quanto il giocatore ci tenga. E non è un fatto usuale che un americano decida di rischiare”.

Da qui alla fine cosa accadrà?”
“Quello che ho visto contor Udine, a livello di coesione, è tanta roba. Ora affronteremo un turno infrasettimanale, c’è poco tempo per pensare a questo match. Poi in cuor nostro si spengono dei piccoli sogni, di quello che poteva dare la stagione in caso di vittoria”.

Addio play off?

“Va bene così, il campionato è tanto lungo. Giriamo pagina, andiamo a Forlì sperando che Thomas ci sia. Con orgoglio si va avanti. Quando si perde dispiace a tutti, saremo un po’ tristi, ma ci alleneremo per essere pronti”.

È mancato un po’ Delas?

“Sta accusando il carico. Stasera impatto atletico degli avversari non l’ha aiutato. In difesa ci ha permesso di non sbracare, è un computer, non sbaglia i movimenti ma non è al 100%”.

15/29 da tre punti. Brava Udine?

“Noi un po’ troppo passivi, al di là della scelta sui pick&roll. Soprattutto nei primi due quarti, non eravamo abbastanza aggressivi sulla palla, braccio basso e non va bene. Questo quello che poi è migliorato nei secondi due”.

Poi va detto che Amato è proprio forte.

“E’ un realizzatore, tra i primi tre play del campionato. Ma io racconto sempre che tranne Michael Jordan non ho mai visto nessuno essere imbattibile. Ho visto Petrovic, Sabonis, Kukoc, Radja: hanno perso tutti al PalaMaggiò di Caserta. In una gara secca si può giocare con tutti. Voglio che i ragazzi si sentano nella condizione di poter vincere contro chiunque, non ci sono Fortitudo e Treviso quest’anno”.

Di Carlo, ma Kobe Bryant secondo lei cosa era e cosa non ci sarà più?

“Mi ha colpito l’impatto mediatico della sua morte. Non avevo la percezione che fosse così un’icona per il mondo. Lui era conosciuto anche dagli anziani che non seguono il basket. Se ne va un pezzo di storia e mi piace ricordare quando con mio fratello ci svegliavamo per guardare le finali con lui, Shaq e Phil Jackson. Grande uomo e giocatore. Se ne è andato in modo inaspettato e ora tante parole sono inutili. Il boato della sua assenza è sotto gli occhi di tutti. Essere migliori di se stessi era una sua frase. Il su mantra deve essere il nostro, ognuno ogni giorno deve tendere al meglio”.

r.vit.

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