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Dentro il bosco della Steat: 14mila piante in sette ettari. Alessandrini: simbolo di un'azienda green (video e foto)

29 Luglio 2021

di Raffaele Vitali

FERMO - Un immenso bosco di sette ettari (13 in totale) con 14mila piante. Un luogo nato 40annni fa con duemila piante, su idea di Pietro Diletti, cresciuto grazie alla natura nel cuore del monte Cacciù, tra fermo e Porto San Giorgio. uno degli angoli più belli della provincia da cui si ammira il mare, ma girando le spalle si vede il duomo di Fermo.

Nel 2008, la provincia di Ascoli Piceno lo ha ceduto alla Steat come parte della ricapitalizzazione che i Comuni soci avevano rifiutato di fare. “Da quell’anno è stato un mio sogno. Volevo donarlo alla città” racconta Fabiano Alessandrini. E infatti, dal venerdì alla domenica sarà liberamente visitabile mattina e pomeriggio, con tanto di navetta dal centro città.

Varcare il cancello significa immergersi tra alberi ed essenze arboree tutte riconoscibili grazie ai cartellini posizionati. È un vero percorso nella conoscenza quello che si può vivere percorrendo i grandi viali che scendono verso valle.

“Per ora ci sono solo due panchine, ma sono speciali. Ce le ha donate la famiglia Carazzai, in ricordo del primo direttore della Steat. Erano quelle dell’allora stazione di Santa Lucia che abbiamo da poco riacquistato” prosegue il presidente.

È soddisfatto, ma non si accontenta. “C’è tanto ancora da fare, ma grazie a una struttura solida non ho dubbi che miglioreremo questo parco. Con una certezza: resterà naturale. Senza luci, ma vivo grazie a iniziative (e prime entro l’estate con il regista Oberdan Cesanelli, ndr), panchine, acqua e angoli per incontri”. L’hanno aiutato in tanti, dall’allora direttore Pino Rutolini e a Mario Pollicelli e Alessandro Fiori, le due colonne che guideranno la Steat nel futuro fatto di ecosostenibilità e Pnrr, ovvero fondi da intercettare anche grazie al bilancio ambientale che ha nel bosco un’ulteriore risorsa.

“Questo spazio era pensato per ospitare strutture legate all’igiene mentale, uno sviluppo mai realizzato. Ma io non ho mai avuto dubbi: doveva essere un parco aperto alle scuole, ai percorsi di conoscenza, ai viaggi di chi cerca angoli di natura incontaminata in cui ammirare piante locali ma anche essenze che arrivano da lontano e hanno saputo adattarsi. Un polmone di ossigeno con cui ridiamo al territorio più di quanto togliamo, basti pensare che questo parco produce ossigeno che compensa l’attività annuale di 200 pullman. E considerando che andiamo sempre più verso metano ed elettrico, non possiamo che sorridere di fronte a tanto spettacolo” conclude Alessandrini.

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Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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