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Della Valle ci mette la faccia: "Il procuratore di Milano venga in azienda, Tod's è un esempio. Non si infanghi il made in Italy"

10 Ottobre 2025

di Raffaele Vitali

SANT’ELPIDIO A MARE – Il tono è tra l’amareggiato e il determinato, la voce è di chi sa di essere altro rispetto  quello che viene raccontato in queste convulse ore. Diego Della Valle, mister Tod’s, dopo le accuse di favoreggiamento allo sfruttamento del lavoro si lascia andare a una lunga riflessione, con tanto di dure parole rivolte alla Procura di Milano.

“Ho sentito dire cose pessime sul mio gruppo che non appartengono alla nostra mentalità, non appartengono a quello che noi abbiamo voluto fare in questi sessant'anni. E parlo della nostra famiglia, dei miei figli, di mio fratello. Noi – chiarisce subito Della Valle - facciamo dei valori etici un fattore determinante in qualunque situazione, tanto più in quella aziendali”.

Rivendica l’azione quotidiana. E prende come esempio il quartiere generale in zona Brancadoro a Casette d’Ete. “Il nostro stabilimento viene preso a tutti i livelli come esempio, non solo di architettura, o di gente che ci lavora realizzando un prodotto con tecniche decennali, ma per il welfare assoluto: asili, palestre, auditorio, ristoranti, il parco di ulivi che lo circonda. Ma sia chiaro, questo per noi è la base, non è straordinario”.

Da qui la prima critica al procuratore Paolo Storari: “Prima di venirci a dire che noi siamo un'altra cosa in quel modo pesante, bisogna pensare. Perché non si può mettere alla berlina la reputazione di persone, ma di nessuno in realtà, che come noi hanno interpretato l'impresa in un modo precisissimo. Per noi il valore sociale dell'impresa, l'apporto al territorio, non è una invenzione del momento, ci crediamo da 30 anni. Non ci si può alzare la mattina, guardando delle foto e accusarci in un modo così pesante. Questo è assolutamente imperdonabile”.

Al Pm lascia la porta aperta: “Lo invito in azienda, in ogni stabilimento: venga a vedere, poi esprima un giudizio”. È pronto al confronto, avrebbe voluto essere interpellato: “Deve essere chiaro che noi non siamo assolutamente quelle porcherie che abbiamo sentito dire. La nostra, come tante famiglie italiane per bene, lavora mossa dall’amore per quello che fa”.

Vuole e chiede rispetto. “Il nostro impegno è a ogni livello, penso alle botteghe dei mestieri, che sono piene di giovani che facciamo lavorare e formiamo. Chi ci conosce non ha minimamente creduto a quanto detto. Il Procuratore lo aspetto e penso che qualunque altra impresa che si occupa di made in Italy sarà felice di ospitarlo” ribadisce Della Valle.

Il patron è da tempo impegnato in una difesa estrema del made in Italy: “Siamo una eccellenza, è il brand che ci rende competitivi nel mondo. Tutti ci riconoscono una leadership nella qualità Se qualcuno la mette in discussione con leggerezza, ci crea dei danni enormi. Crea danni enormi al Paese, non solo all’artigianato”.

Accuse così dure possono anche allontanare i giovani da quel che è una realtà che invece li cerca e li vuole valorizzare. “Bisogna riflettere su questo, chi ha le competenze deve pensare che ogni parola che dice in questo senso pesa tantissimo”.

Azzarda anche un consiglio: “Il legislatore deve dotarci di regole adeguate, non arrivare ad accusarci di una fesseria come il caporalato. Ma quale imprenditore per aumentare il suo guadagno abbasserebbe la qualità sotto ogni aspetto? Controllate il mondo del lavoro, ma non accusate chi cerca di difenderlo al meglio”.

Dietro ogni prodotto, c’è una storia, c’è quell’Italia invidiata anche per il modo in cui il lavoro lo realizza: “Chi entra in un negozio di Tokyo si fida, sa che c’è rispetto peer ogni artigiano che lavora nella provincia italiana.  Ma basta un attimo per rovinare tutto. Per questo chiedo attenzione nell’uso del potere che si ha. Oggi ci è stato mancato di rispetto”.

Non elude il problema Diego Della Valle, anzi. “Servono leggi in Italia che mettano a disposizione degli organi di controllo italiani tutti gli strumenti per controllare tutto. E di farlo nel mondo più efficiente, facendoci lavorare e tutelandoci, senza arrivare ad accuse inconsistenti”.

Passaggio cardine per Della Valle è quello sul lavoro cinese: “Basta con questa storia che andiamo in cerca del lavoro sottopagato. Se vuoi grande qualità, ti servono grandi competenze, non è il piccolo risparmio che fa la differenza. Abbiamo prezzi che ci permettono profitti giusti, quindi non andiamo in cerca di facili guadagni. Non si può fare di qualche caso una regola. Ci sono migliaia di aziende che rappresentano bene le regole. Nell’ultimo anno sono state messe sotto inchiesta più società del lusso e conosciute. Il procuratore magari avrà le sue ragioni. Ma questo ci fa male. Non possiamo restare silenti, lo dico ai miei amici imprenditori. Vogliamo un sistema che rispetti le leggi e che rispetti anche noi. Non possiamo stare qui a farci impallinare. Se siamo sicuri di quello che facciamo diciamolo. Così aiutiamo anche la magistratura seria, che è fatta di tanta gente per bene”.

Se non fosse chiaro: “Non facciamoci spaventare più del dovuto perché pensiamo che prima o poi ci capiterà qualcosa. Questo non è serio e non è vero. Dobbiamo invece tenere duro sul fatto che il made in Italy va tutelato. Chiediamo leggi chiare che diano agli organi di controllo la possibilità di agire e a noi la possibilità di lavorare”.

Chiede di rivedere le carte: “Lavoriamo in modo serio rinnovo l’invito al procuratore di Milano di venire a visitare le mie aziende e poi lo sfido a dire che siamo persone irregolari e che non hanno a cuore il rispetto del prossimo. Chiarito che la Tod’s non a niente a che vedere con quanto detto, siamo rispettati nel mondo per il modo di lavorare e del prodotto, lavoriamo insieme per far sì che i controlli ci siano e che le norme ci facciano lavorare al meglio aiutando il made in Italy a restare ai vertici del mondo. Evitiamo di farci male  di dare vantaggio ad altri paesi. Teniamoci la nostra leadership, dateci leggi che garantiscono ogni aspetto per evitare che qualcuno possa metterci in cattiva luce” conclude Della Valle.

LEGGI Il ruolo del procuratore da senzafiltro.it

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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