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Decreto: elezioni a settembre. Comunali il 20, le Regioni vogliono il 6. Stop alle Marche: non cambia la legge elettorale

15 Giugno 2020

Le provinciali slittano nel 2021.

FERMO – Per la Camera dei Deputati la data è tratta: 20 settembre. Questo il giorno individuato per l’election day che dovrebbe abbinare elezioni comunali, elezioni regionali e referendum. I deputati hanno approvato il decreto con 253 s’ e 203 no. Ora la parola passa al Senato che si esprimerà entro sabato. È stato deciso che si tornerà a votar su due giorni, domenica dalle 7 alle 23 e il lunedì dalle7 alle 15. Per lo spoglio, prima il referendum, poi le regionali e infine le comunali.

Il problema è che il Governo non ha il potere di decidere per le Regioni che sono ancora indirizzate sul 6 settembre. Dopo giorni di ostruzionismo e duro scontro tra maggioranza e opposizioni, è arrivato il primo via libera con il voto contrario di Forza Italia, FdI e Lega. Il muro contro muro alla Camera è stato superato in extremis grazie all'intesa raggiunta tra maggioranza e opposizione sulla par condicio e l'immodificabilità delle leggi elettorali regionali prima del voto, come invee avrebeb voluto una parte politica nelle Marche.

Nel mentre si fa strada l’ipotesi di aprire i seggi elettorali non all'interno delle scuole bensì in altri luoghi, palestre o caserme, così da evitare di dover chiudere le scuole a pochi giorni dalla riapertura dell'anno scolastico.

Nel dettaglio il decreto stabilisce per le comunali una finestra, dal 15 settembre al 15 dicembre, entro cui chiamare alle urne i cittadini di 1.133 Comuni (6,5 milioni di abitanti), inclusa Fermo. L'esecutivo ha ipotizzato il 20 settembre, ma il centrodestra insiste sul mese di ottobre. È anche previsto il ballottaggio (4 ottobre) per i 146 comuni (18 i capoluoghi di provincia) con popolazione superiore ai 15.000 abitanti.

Per il referendum sul taglio dei parlamentari, una norma introdotta nel decreto su richiesta del M5s prevede, in deroga alla legge, l'accorpamento con le Comunali. Il Comitato promotore è contrarissimo all'election day e minaccia ricorso alla Consulta. Il governo tuttavia ha dato parere favorevole a un ordine del giorno del ‘sangiorgese’ Simone Baldelli che apre la possibilità all'accorpamento con il secondo turno.

Più intricato il capitolo regionali in Veneto Liguria, Toscana, Marche, Campania, Puglia e Valle d'Aosta, per complessivi 18 milioni di elettori. Per loro la finestra elettorale va da domenica 6 settembre all'1 novembre. I governatori spingono tutti, anche quelli del centrodestra, per la prima domenica di settembre. Il Viminale sta tentando una mediazione per convincerli a convocare anche essi le urne nel giorno delle Comunali, cioè il 20 settembre. Nel decreto è stato anche stabilito che le elezioni provinciali si terranno novanta giorni dopo le comunali, il che significa, considerando i ballottaggi, che saranno nel gennaio 2021.

r.vit.

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