di Raffaele Vitali
PESARO - C’è tanta ruggine da togliere dagli ingranaggi della Victoria Libertas. La squadra si è ritrovata in ritardo e non fa nulla per nasconderlo: palle perse, buchi in difesa, tiri senza senso, penetrazioni forzate e gambe stanche.
Il primo quarto è un inno all’anti basket con sette palle perse per Pesaro e tre per Livorno, che non approfitta dell’assenza di alchimia tra Felder e compagni. Ognuno ci mette del suo per non fare canestro. Il play americano non controlla ancora il suo corpo e la palla spesso viaggia più veloce del suo braccio, Miniotas non ha ancora capito come e quando passare la palla a Quirino De Laurentiis che invece la passa spesso agli avversari: si spiega così il 10-17 dopo dieci minuti.
Ci vuole pazienza, deve avere pensato coach Spiro Leka, che nel secondo quarto dà fiducia a Maretto. Come capitava anche l’anno scorso, l’ala porta un po’ di verve. Resta confusionario in alcune situazioni, ma il ferro lo punta e se c’è da tirare non trema. Cosa invece successa nei primi dieci minuti a Virginio e Bertini, i due giovani su cui ha investito Dalla Salda.
Quello che lascia più preoccupazione è la poca intesa difensiva, mancano aiuti e soprattutto sui blocchi non c’è mai uno che segue l’avversario. Gli strani quintetti di Leka non aiutano particolarmente, soprattutto quando si ostina schierare Bucarelli da 4. Mossa che piace tanto a Diana, visto che Tozzi e Possamai, a turno, portano a spasso il toscano dentro l’area pitturata.
Eppure, sembra incredibile, Pesaro resta in partita. Le 12 palle perse dopo venti minuti e il 22% da tre punti non bastano per far scappare via Livorno. I toscani hanno muscoli, ma anche mani molto fredde, da tre all’intervallo chiudono con un lusinghiero 5/21.
Coach Leka tiene a lungo i suoi negli spogliatoi. La VL rimette il naso avanti, dopo aver toccato il -9 (19-28) grazie a una fiammata di Tambone, che ha talento da serie A e ogni tanto tira alla Belinelli, mandando così fuori tempo il difensore. Solo che Livorno tra palle sporcate e rimbalzi in attacco si crea seconde occasioni che fanno la differenza, grazie alle triple di Woodson che annullano le rare dei biancorossi, e alla solidità in attacco di Tiby e in difesa di Possamai che stampa sul tabellone due penetrazioni di Maretto e Bertini.
L’ultimo quarto si apre così con Pesaro che continua a inseguire. E si sa che se stai sempre dietro, la tensione aumenta, la lucidità cala. Figuriamoci alla prima vera partita giocata dalla squadra al completo. Perché, non va dimenticato, tra infortuni e mercato in ritardo, la VL non si era mai messa alla prova prima di questa sera. Piccola giustificazione per i giocatori, meno per coach Leka che nel quarto periodo iberna Tambone e continua a dare fiducia a Bertini, purtroppo non ripagata.
Fino a che, dopo 3 minuti è costretto a un time out per provare a mettere ordine nelle poche e confuse idee, sue e di Felder. Non basta, servono altri due minuti perché rimetta Bucarelli, ma non ancora Virginio, lasciando Miniotas a fare il centro tra quattro piccoli che girano tutti lontano dal ferro e faticano poi in difesa a marcare i lunghi di Diana.
C’è tanto da imparare da questa sconfitta. A cominciare da chi è il play della squadra, perché a un erto punto Leka ha messo insieme Felder, Tambone e Bucarelli e la palla la portava, perdendone due di fila, il numero 21. E poi Miniotas, che ha giocato decisamente troppo, dovendo fisicamente faticare visto che è stato usato, tranne che per pochi minuti, da pivot. Uno sguardo anche ai movimenti di Tozzi non faranno male domani mattina ai biancorossi.
Si chiude male la prima della stagione. La VL subisce un 12-0 negli ultimi quattro minuti, complici una serie di palle perse di Bucarelli e i ferri scheggiati da Miniotas. Livorno si rilassa, non infierisce e se ne torna in pullman con due preziosi punti e un ottimo 62-78 con tanto di tripla sulla sirena dell’ex Filloy.