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Dazi ed energia, le preoccupazioni degli industriali: "Trattare con Trump e aprire nuovi mercati: India ed Emirati"

26 Maggio 2025

FERMO – Sono tanti i temi sul tavolo del presidente nazionale di Confindustria Emanuele Orsini. Domani li affronterà durante l’assemblea a Bologna, città scelta rispetto alla canonica Roma. Un giorno importante per parlare di dazi, energia, difesa e piano industriale di lungo termine, considerando che davanti il numero uno degli industriali avrà la premier Giorgia Meloni e la presidente dell’europarlamento Roberta Metsola.

Il nodo focale delle istanze che gli industriali porteranno alle due leader politiche sarà indubbiamente l'incertezza rinfocolata dalle ultime dichiarazioni di Trump, che prima ha minacciato di imporre dazi del 50% all'Ue a partire dal primo giugno, mandando all'aria il clima di conciliazione inaugurato con la tregua di 90 giorni di qualche settimana fa, poi ha garantito una deroga a luglio.

Un'inversione a U che ha riacceso le turbolenze su tutti i mercati mondiali e che non può non impensierire le aziende italiane, che negli Stati Uniti trovano uno dei principali mercati di sbocco. “Ci vuole calma” ha ribadito il presidente che ha anche ricordato che l’Italia esporta 65 miliardi di prodotti in Usa con un saldo positivo di 39.

“L’incertezza rischia di far bruciare miliardi in Borsa. Mi auguro che, come più volte ho detto, si corra velocemente a un negoziato" che è quello che ha fatto la presindete della commissione Europea ieri sera garantendosi intanto una proroga. E come auspicava anche il ministro Tajani: “Dobbiamo assolutamente arrivare a un accordo, impedire qualsiasi guerra commerciale. L'obiettivo è dazi zero per zero, per un mutuo vantaggio".

Tornando a Orsini, il punto si è posi spostato su difesa, energia e Big Tech: “La prima delle nostre esigenze – ha ribadito - è negoziare velocissimamente su alcune linee, la prima delle quali è la difesa, perché è ovvio che se venisse a mancare l'ombrello della difesa da parte degli Stati Uniti sarebbe un problema". 

L'altro dossier sul tavolo è certamente quello dell'energia, "un altro tema da negoziare con gli Stati Uniti". Del resto, proprio sul tema dei costi dell'energia il presidente di Confindustria richiama da tempo il governo.

Tra le proposte degli industriali, "il disaccoppiamento delle energie rinnovabili arrivate a fine incentivo, un disaccoppiamento di una quota di energia prodotta dalle idroelettriche e il disaccoppiamento dell'energia del Gse costruendo dei contratti a lungo termine". Questo, secondo il centro studi di Confindustria, "porterebbe a un costo dell'energia a 65 euro megawattora".

E ancora, i settori ad alta tecnologia. "Un altro capitolo del negoziato è quello sulle Big Tech. È ineludibile il fatto che Cina e Stati Uniti hanno investito centinaia di miliardi sull'intelligenza artificiale, mentre noi solo 20, quindi colmare quel gap per noi è molto difficile. Abbiamo molto da spendere per raggiungere questa competitività".

 Ma negoziare con gli Stati Uniti non basta, secondo Confindustria. Bisogna trovare "nuovi mercati da subito. Noi stiamo spingendo sul Mercosur perché credo che comunque i nostri prodotti sono molto efficienti e hanno una capacità di poter essere più performanti di altri prodotti europei" afferma il presidente di Confindustria.

Ma non solo America latina: "Dobbiamo potenziare l'India, potenziare gli Emirati e i paesi dell'Asia e anche i 41 paesi dell'Africa che comunque hanno costruito un patto con noi". Perché vi sia proiezione all'estero, però, serve innanzitutto "un grande piano industriale del Paese, dove venga messa al centro ancora una volta l'industria. Le imprese hanno bisogno di fare investimenti. Per fare investimenti però servono misure facili, serve promuovere i contratti di sviluppo, che siano un po' più rapidi, rivedendo la misura sugli incentivi".

Sicuramente uno dei punti che saranno messi sul tavolo a Bologna sarà la siderurgia, perché "perdere una filiera così importante e acquistare l'acciaio in altri continenti è una pazzia e bisogna fare di tutto per far sì che l'Ilva possa produrre ed essere competitiva con gli altri Paesi".

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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