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Dall'Eroica al dragon boat, la fiamma olimpica nelle mani di Pacioni e Ferroni. "Un onore profondo"

30 Dicembre 2025

di Raffaele Vitali

FERMO – Manca poco all’inizio delle Olimpiadi invernali. Le Marche stanno per diventare protagoniste del passaggio della fiamma olimpica. Il 4 gennaio è la data da segnare sul calendario. A Fermo attraverserà mezza città, con tanto di passaggio in piazza del Popolo, indicativamente verso le 1430, su richiesta dell’assessore Scarfini e il coordinamento della prefettura guidata da Edoardo D’Alascio

Ogni trecento metri un nuovo tedoforo, un passaggio continuo che simboleggia la pace, l’unione, la solidarietà. La torcia, poi, passerà per le mani anche di due fermani doc, due sportivi che hanno portato talento e determinazione sulle due ruote e sul dragon boat. Sono Pierangelo Pacioni da Monte Urano e Barbara Ferroni da Fermo.

Pacioni lavora al Montani e segue il birrificio di famiglia. Agronomo con la passione dello studio e dello sport. Prima il nuoto, poi lo sci e infine il ciclismo. “La passione per le due ruote l’ho ereditata da mio padre Pietro che ci ha fatto crescere in mezzo a una decina di biciclette. Oggi faccio parte della Pro Team Vega prefabbricati ASD di Montappone” racconta. Per lui, da quattro anni un appuntamento fisso: l’Eroica, ovvero la corsa più romantica d’Italia che si corre tra le strade bianche con bici rigorosamente d’epoca.

“Non è facile allenarsi, sono diventato padre da poco, ma qualche allenamento lo metto sempre in programma”. È arrivata così la chiamata peer portare la fiaccola olimpica: “Mi sono iscritto, ho raccontato la mia vita, le mie passioni e ho atteso. Fino alla comunicazione: porterò la fiaccola alla fine di corso Cairoli a Macerata il 4 gennaio alle 1720. Sono già emozionato, lo sport è la fiamma della mia vita” la chiosa.

E Barbara Ferroni? Storica dipednente del Pastificio Mancini, per tutti ormai è il volto delle Infinitae, le dragonesse che hanno dato vita nel fermano alla squadra di dragon boat. Un gruppo di donne affiatate, unite dalla comune  sfida al tumore al seno, che hanno trovato nello sport un mezzo di salute e di condivisione.

“Ci sono momenti in cui le parole fanno fatica a stare al passo con le emozioni. Essere stata scelta come tedofora per le Olimpiadi di Milano-Cortina, è per me un onore profondo. Non solo personale, ma collettivo” racconta Ferroni.

Non peserà la fiamma tra le mani di chi è abituato a pagaiare in mezzo al mare. Se c’è una cosa che unisce i due sportivi è il richiamo alla storia, da un lato ci sono biciclette storiche, dall’altro barche in legno che piano piano aggiungono pezzi moderni, perché il futuro no si ferma.

“Portare la fiamma significa portarne i valori: solidarietà, rispetto, amicizia, inclusione, partecipazione e condivisione. Valori che – specifica la capitana delle Infinitae - ogni giorno viviamo nel dragon boat, nella nostra squadra e, più in generale, nel movimento delle ‘donne in rosa’, siamo in quattro a essere state chiamate come tedofore in tutta Italia, trasformando lo sport in cura, comunità e rinascita”.

Due storie diverse, ce ne sono tante altre, che servono a far capire come lo sport vada oltre la gara, l’allenamento “e diventi una strada da percorrere insieme “la chiosa di Ferroni e Pacioni.

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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