di Raffaele Vitali
MONTE URANO – Tre fratelli e poi uno dietro l’altro figli e figlie, con l’attuale guida affidata all’amministratore unico, Lara Vallasciani: tuto questo è il mondo Elisabet, il calzaturificio che festeggia 45 anni. Un anno anomalo per una festa, ma voluto fortemente visto che il 40ennale era caduto in piena pandemia. “E soprattutto spiega l’azienda – è il momento giusto perché al centro di grandi investimenti”.
Uno dei pochi calzaturifici che ancora produce scarpe da bambino, resiste nel cuore della zona industriale di Monte Urano. E lo fa forte di una strategia chiara e pianificata per durare nel tempo. Per celebrare il cammino dagli anni ’80 a oggi, l’azienda non si è limitata a una festa, ha voluto far vivere il suo mondo a chi le permette di vivere e crescere.
In testa, lo dicono i tanti grazie di Lara Vallasciani durante il suo discorso sotto gli alberi e le stelle di Casa Con a Sirolo, ci sono i dipendenti. Quelli che hanno visto al lavoro anche i giornalisti nazionali e, perché l’identità ha un peso in Elisabet, locali. Poi ci sono i clienti, ovvero chi dice sì alla produzione e all’ingegno dell’ufficio stile interno. Infine i buyer, che sono un po’ l’anello di congiunzione dei vari mondi, perché sono quelli che arrivano da tutto il mondo e trasformano una scarpa monturanese in un oggetto del desiderio dalla Cina, cliente e fornitore allo stesso tempo, agli Stati Uniti.
A loro Elisabet ha aperto le porte dell’azienda, ogni suo angolo, mostrando come si disegna il laccetto e come lo si testa, affidandolo alle mani dell’esperto Mandolesi, di come poi si cuciono le tomaie e si limano le forme prima di inserire una suola. E infine, fondamentale, come si controlla il prodotto e lo si inscatola per vederlo poi scomparire nel magazzino verticale e tecnologico su cui Vallasciani ha investito ingesti risorse pochi anni fa.
Ed è questo un investimento che ora viene seguito da altri, a cominciare da quello per il nuovo stabilimento, “qui non entriamo più”, con i lavori che da settembre accelerano e aprono a nuove prospettive. Perché Elisabet ormai non più solo un calzaturificio, è un vero hub di servizi, pensato per le tante griffe con cui collabora e che l’hanno scelta per efficienza, qualità e, appunto, capacità di coprire ogni aspetto.
“Dedizione, sacrificio, passione…semplicemente famiglia” sono le parole usate durante la festa per descrivere il mondo che ha aggiunto al proprio marchio poche parole che creano oltre a un rebranding una nuova visione aziendale ‘by your side’.
“L’azienda progetta, produce, comunica e distribuisce calzature di moda per bambino e calzature sportive per adulto a livello internazionale, gestendo l’intera supply chain dei propri marchi e collaborando con alcuni dei principali brand della moda internazionale. Questa è la strada del presente che diventa futuro”. Una strada che si muove su quattro pilastri: ricerca e produzione, produzione e logistica, distribuzione commerciale, marketing e comunicazione
Un’azienda certificata «The Social & Labor Convergence Program» proprio per i suoi investimenti tecnologici che le hanno permesso di diventare il riferimento per brand internazionali come Calvin Klein e Tommy Hilfiger, Bikkembergs, Elisabetta Franchi e 1° Classe. A questo si aggiungono i due marchi familiari Morelli e Walkey.
Con oltre 35 milioni di fatturato e la presenza in 800 punti vendita, Elisabet è la ‘famiglia’ che apre le porte ad altri figli, pronti per nuovi brand, e ad amici che diventano parte “delle nostre scelte che possono sembrare anche folli, come quella dei nuovi uffici e, per ottobre, della nuova linea di montaggio. Ma noi così sappiamo di poter crescere, ce lo dice il mercato ‘no licence, no party’. E noi vogliamo continuare a fare festa insieme” ribadisce tra gli applausi Lara Vallasciani prima di chiamare vicino a sé il padre Marcello, co-fondatore dell’azienda, che di strada ne ha fatto partendo dal primo viaggio in Fiat 124 per raggiungere i clienti in Belgio.
