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Dalla ditta che ha preso fondi Covid non dovuti ai finti redditi di cittadinanza: la Finanza scopre i furbetti fermani

22 Marzo 2022

di Francesca Pasquali

FERMO - Rischia da sei mesi a quattro anni carcere il rappresentante legale di una ditta dell’entroterra fermano che avrebbe indebitamente incassato dallo Stato 186.450 euro.

A raccogliere gli elementi che inchiodano l'azienda, attiva nella produzione e commercializzazione di materiale plastico, è stata la Guardia di finanza di Fermo. L'accusa è di indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato per aver riportato dati non veritieri nella domanda di ammissione all’agevolazione per la produzione di mascherine anti-Covid, con conseguente proposta di sequestro per gli importi non spettanti.

Nei guai anche tredici persone che hanno percepito il reddito di cittadinanza senza averne diritto. Le Fiamme gialle fermane hanno constatato varie irregolarità nelle autocertificazioni prodotte, come informazioni non veritiere sulla composizione del nucleo familiare o sul possesso della cittadinanza e della residenza.

È stato accertato un danno alle casse dello Stato e alla collettività per oltre 27mila euro ed è stato possibile impedire l’erogazione di ulteriori somme per oltre 40mila euro. I responsabili, due italiani e undici stranieri, sono stati denunciati per aver ottenuto indebitamente il sussidio e segnalati all’Inps per la revoca e la restituzione delle somme.

Sarà la magistratura, infine, a stabilire se i due italiani segnalati per aver dichiarato il falso, aver omesso informazioni sui propri redditi e aver chiesto e ottenuto illegittimamente il patrocinio gratuito a spese dello Stato per farsi difendere in tribunale dovranno essere perseguiti. Il caso scoperto dai finanzieri è al vaglio dell’Autorità giudiziaria.

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