
PORTO SAN GIORGIO – Oggi la stella brilla, ma per lungo tempo l’unico a vederla era proprio Richard Abou Zaki. Ha iniziato a cucinare da bambino, i primi piatti con ingredienti poveri, appena arrivato in Italia. “Accendevo i fornelli e preparavo qualcosa di semplice, come la coppa di maiale con le patate. Il mio primo filetto l’ho mangiato a 16 anni” racconta in Cooking My Dreams.
Il suo libro è in vendita in tutta Italia, dopo l’anteprima a Bucarest , la capitale della Romania, suo paese di origine, ritrovato dopo 20 anni grazie alla madre che non ha mai interrotto i legami con la sua terra. E grazie alla madre proprio a Bucarest è diventato star della trasmissione televisiva Chefi la cutite.
Anche questo c’è dentro il libro, che non è un testo di ricette, ma un racconto intimo di come un figlio del mondo, concepito in Africa da padre libanese e madre rumena, sia diventato uno chef stellato, il primo della storia della Romania, ma soprattutto il primo di Porto San Giorgio. Perché la cittadina costiera fermana è diventata la sua vera casa, il nido sicuro in cui tra follia e visione ha investito negli anni.
E proprio il teatro cittadino ha fatto da cornice alla prima presentazione in Italia del libro edito da Manfredi Maretti, un susseguirsi di parole tante fotografie, un incrocio di gioie, e ne ha messe tante in fila Abou Zaky, e qualche dolore, anche legato alle scelte che poi si sono rivelate vincenti.
Come quella del 2016 quando ha deciso di lasciare lo stelato La Gavroche o quella ‘incredibile’ del 2020, l’anno che per molti è della pandemia e che per Richard Abou Zaki ha significato cambiare ancora, rinunciando al posto al fianco di Massimo Bottura per inseguire il suo sogno di indipendenza, per costruire il suo Retroscena di successo.
Il volume ha l’introduzione curata da Paolo Marchi, critico gastronomico e fondatore di “Identità golose”, mentre la prefazione è proprio di Bottura, tre stelle Michelin. “Richard ha scelto Porto San Giorgio, un luogo lontano dai riflettori dove il paesaggio parla ancora la lingua della terra e delle stagioni. Lì ha acceso un fuoco nuovo con umiltà e visione non solo per ciò che ha cucinato ma per quello che ha costruito: un ristorante che è casa, un sogno diventato luogo” scrive Bottura, riconoscendo nella scelta del suo giovane collega un chiaro e preciso piano di crescita.
“Questo è un libro che vuole dare spazio al talento, no al semplice ingrediente che si potrebbe leggere in un libro di ricette. È marketing e comunicazione, è un modo diverso di raccontare i piatti, aumentando la curiosità nel lettore poi di provarli. Richard Abou Zaki ha saputo rendere tutto questo” aggiunge dal palco l’editore, uno dei più affermati in questo campo a livello nazionale.

Gordon Ramsey, uno degli chef più famosi al mondo e tra le prime star della tv, usava dire che “per diventare un grande chef, bisogna lavorare con i grandi”. Abou Zaki lo ha fatto, riuscendo sempre ad affermare sé stesso. A Londra ha imparato le ferree regole della cucina, all’Osteria Francescana di Modena il rispetto dell’altro e il senso di famiglia e radici. Quelle radici che non ha mai perso e che la tv gli ha permesso di rinsaldare nella sua Bucarest.
Ma è Porto San Giorgio la sua casa, sono le Marche la cornice del suo creare, luoghi che uniscono mare e monti in poco spazio. “Ci sono due tipi di clienti: quelli che arrivano a Porto San Giogio e scoprono retroscena e quelli che vengono da retroscena e scoprono Porto san Giorgio” sorride dal palco mentre si racconta, passando dallo zainetto a fragola da bambino per arrivare ai chili di soffritto preparati a inizio carriera e terminare con il Coccobello al Mare, il suo dolce iconico che presenta sempre su un piatto creato da un artigiano del territorio.
“Il libro racconta e, allo stesso tempo, insegna quanto grinta, determinazione e umiltà siano ingredienti fondamentali per raggiungere il proprio sogno – ha aggiunto il sindaco Valerio Vesprini -. Il volume si appresta ad essere presentato in altri luoghi della Penisola: veicolerà la storia di Richard e della nostra città in circuiti prestigiosi, amanti della storia e delle bellezze che riesce ad offrire il nostro territorio”.
Per Richard questo libro è un altro step nel mondo stellato della cucina, ma soprattutto è stato un modo per mostrarsi davvero “con le mie fragilità. Il successo è un concetto relativo, c’è tanto di più dietro ogni bravo. Ma non è mai facile raccontarlo”.
Lui ci è riuscito “senza essere piacione, né nei piatti né nelle parole” conclude Paolo Marchi mentre Abou Zaki iniziava a firmare le copie di Cooking my Dreams, il primo libro di un 29enne che ha ancora tutto il futuro davanti. Di certo a Porto San Giorgio, ma anche a Porto Sant’Elpidio con la pizzeria Controluce che continua a vincere premi, per la gioia del sindaco Massimiliano Ciarpella e del presidente della provincia Michele Ortenzi che vedono la stella della Michelin illuminare ben più del ristorante.
“La cucina per me è scoperta, passione, impegno. È il luogo in cui so ancora leccarmi le dita davanti a un piatto, perché come diceva Shakespeare chi non lo fa è un cattivo cuoco. È la mia casa la cucina, è dove fin da bambino ho trovato il mio spazio, dove ho imparato ad amare la Carbonara sbagliata di mia madre e il toast all’hummus di mia zia nei giorni più difficili” la chiosa dello chef.



