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Da Ranucci a Russo, Fermo dice NO alla mafia. "Borsellino e Falcone non sono eroi lontani: è la normalità che cambia le cose"

1 Luglio 2025

FERMO – La gente ha voglia di sapere, di conoscere e anche di ascoltare. Questo dice l’incontro organizzato a villa Vitali con Sigfrido Ranucci, volto e anima di report, Massimo Russo e Rino Germanà, il tutto pianificato e moderato dalla giornalista Sandra Amurri.

Mille persone che hanno sfidato il caldo per capire qualcosa in più del mondo della lotta alla mafia, raccontato da diversi punti di vista: quello del giornalista, del magistrato e del poliziotto. Tutti uniti da modelli e valori ereditati da Giovanni Falcone e Paolo Borselli.

Gladio, Dell’Utri, Crack Parmalat, Mangano sono alcuni dei nomi che utilizza Ranucci nel suo primo intervento. Germanà invece conquista il pubblico con la sua ironia, che utilizza per raccontare l’attentato mancato in cui avrebbe dovuto perdere la vita. Lo racconta con tanta semplicità che le persone riescono anche a sorridere, ma è un riso amaro di fronte alla frase ‘uno si accorge che la mafia ti vuole uccidere quando ti sparano’.

Per Russo, invece, il primo impatto con villa Vitali è legato proprio al ricordo di Borselli a quel “doveva già essere ucciso a Marsala per togliere attenzione alla vicenda Mafia-appalti”. Concetto ribadito con un semplice “Cosa Nostra voleva la morte di Borselli, punto”.

Russo è il collante dell’incontro, tra Raucci, che Sandra Amurri stimola di continuo, e l’analisi leggera, quanto profonda, dell’ex questore Rino Germanà. “Dobbiamo ricordare – riprende il magistrato – che cosa nostra è fatta di uomini e non di marziani. Bisogna imparare il loro linguaggio se vuoi batterli e ci vuole tempo”.

Quel tempo che per Ranucci ogni tanto sembra finito, tra querele e provvedimenti disciplinari. Ma il conduttore di Report non è uno che si fa scalfire. “Non dobbiamo mai smettere di mollare, altrimenti sarebbe come buttare tutto il tempo dedicato a lottare contro la mafia”.

E se non fosse stato chiaro, l’applauso lo conquista così: “Rompiamogli le palle fino all’ultimo”. Anche se è amareggiato Ranucci: “Non capisco cosa si staia davvero facendo oggi contro la mafia, che ha ucciso 1062 civili, di cui 86 bambini. Oggi vedo colpevolizzare chi ha lottato contro la mafia e valorizzare chi si redime”.

Un sorriso lo strappa anche Ranucci quando parla del paracadute che vorrebbe usare quando parte dall’aeroporto Falcone Borsellino pur di no atterrare all’aeroporto Silvio Berlusconi. “Ognuno deve fare la sua parte, sapete. Se un pezzo di società è attratta dal denaro, significa che poi sa comunicare con i criminali. Se invece ogni forza si unisce, qualcosa si ottiene: quindi devono lavorare insieme  persone, giornalisti, magistrati e forze dell’ordine” chiosa Germanà, che parla meno degli altri ma quando lo fa centra il punto.

Non è facile garantire quell’articolo 21 della Costituzione letto a inizio incontro da Tommaso, neo 18enne. “Verso magistrati e stampa c’è un attacco simile. In Italia oggi ci sono  270 giornalisti sotto tutela, 22 sotto scorta (tra cui Ranucci, ndr), e altri 516 minacciati aa vario titolo. E poi abbiamo il record europeo di politici che denunciano i giornalisti. Non è facile, ma con Report in 30 anni abbiamo fatto inchieste su tutti, smontiamo questa cosa che ci occupiamo solo del centrodestra”.

Il finale è tutto nella riflessione di Russo, che segue quella di Sandra Amurri dedicata a Emanuela Loi, la poliziotta della scorta di Borsellino uccisa nell’attentano, una delle storie minori che spesso vengono trascurate: “Dobbiamo evitare di parlare di eroi, perché altrimenti Falcone e Borsellino li sentiamo lontani. Invece, c’è bisogno di normalità, che è quella che cambia le cose”.

L’incontro finisce con un lungo applauso poco dopo le 21, 90 minuti intensi prima che Ranucci continui a firmare centinaia di copie del suo libro ‘La scelta’ che piace molto a Russo: “Borsellino scelse dopo Capaci di continuare a fare il suo lavoro, scelse il rischio perché il senso dello Stato in lui prevaleva su tutto”. Quel senso che le tante persone di villa Vitali hanno dimostrato essere ben vivo.

r.vit.

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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