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Cpia, la scuola che forma nuovi italiani e dà una seconda chance agli adulti. 'Il cuore è al Carducci, presidio fisso a Lido Tre Archi'

13 Settembre 2021

di Raffaele Vitali

FERMO – Ripartono le scuole, di ogni livello. E dentro l’Itet Carducci Galilei prende forma anche il nuovo corso del centro provinciale istruzione adulti, il Cpia.

Sono anni che è attivo nel Fermano ed è cresciuta sempre più nella sua qualità. Dopo le linee guida del 2014, i centri hanno acquisito una vera e propria autonomia didattica, organizzativa e gestionale e hanno trovato casa qui al Carducci con corsi serali afferenti all’istituto tecnico, per prendere il diploma in Finanza e Marketing ma anche per gli stranieri. Sette docenti e due amministrativi sono la squadra che gestisce il tutto, in sintonia con la dirigente Cristina Corradini.

Un mondo che non si conosce quello del Cpia e che invece “ci sta facendo viere un’esperienza meravigliosa, che mette in luce davvero la necessità dell’istruzione, il suo senso più pieno. Stranieri che arrivano e vedono nella scuola l’ancora di salvezza, grazie agli attestati che qui ottengono possono vedersi riconosciuta la cittadinanza e la residenza, attivando dinamiche familiari e relazionali” spiega la dirigente Cristina Corradini.

I corsi serali in realtà non sono solo per gli stranieri. Anche se sono la parte dominante. “Una parte solo per stranieri, penso ai corsi di italiano ed è quella che ci impegna di più. Poi c’è quella generale per il diploma di primo ciclo e infine i corsi per il diploma di scuola secondaria superiore” chiarisce il coordinatore del Cpia di Fermo, Marcello Fedozzi.

A oggi, il 60% sono utenti stranieri che vogliono imparare la lingua (67%), il restante è utenza italiana per diploma e approfondimento. “I corsi sono gratuiti, tolta la tassa scolastica che va da 25 a 50 euro”. Ogni anno c’è un flusso di 500 stranieri, il 70% ha meno di 35 anni. Chiara quindi la connotazione sociale, intesa come inserimento, che la scuola garantisce.

“Ancora c’è una predominanza maschile, soprattutto tra i non italiani. E anche per questo – prosegue la Corradini – è stato siglato un protocollo con il comune di Fermo che amplia i punti di erogazione didattica. “Noi siamo il riferimento per la provincia, non solo Fermo. I corsi ci sono stati negli anni a Porto Sant’Elpidio, Monte Urano, Pedaso, Montegranaro e ovviamente Lido Tre Archi”.

E proprio il problematico quartiere è al centro della nuova azione condivisa con l’assessore Mirco Giampieri e l’Ambito guidato da Alessandro Ranieri: “Interveniamo nella periferia urbana dove esigenza è maggiore e si richiede un presidio stabile. Programmando insieme la strada può solo migliorare”. “Portare i corsi nei quartieri e nei comuni è anche legato ad abbattere la difficoltò delle done in particolare a muoversi in orario serale. La scuola va dall’utenza. Un esempio, uno femminile a Monte Urano per poterle intercettare appieno senza creare problemi culturali” aggiunge la dirigente.

Che ora lancia u nuovo corso di alfabetizzazione informatica: Abbiamo vinto un Pon, quindi grazie a risorse europee siamo certi che allargheremo la platea, anche degli italiani che spesso hanno difficoltà a chiedere e che invece oggi devono muoversi in mezzo a un mondo di nativi digitali, senza esserlo a loro volta”. Per iscriversi basta andare sul sito del Cpia oppure telefonare a scuola o presentarsi direttamente.

“Un’offerta sempre più verticale” ribadisce la dirigente presentando la squadra, “perché senza coesione non si raggiungono risultati straordinari che gratificano dal punto di vista didattico e organizzativo”. Dare un’istruzione a chi non ce l’ha è fondamentale, lo ribadiscono tutti. “Sei anni fa la Corradini ha accolto il Cpia. Per noi è una risorsa aggiuntiva per l’integrazione di una fascia di persone. Un lavoro fatto in silenzio che oggi finanziamo per i prossimi quattro anni. Bisogna programmare. Noi vogliamo aumentare il servizio a Lido Tre Archi, dove ci sono 42 etnie che hanno bisogno di un presidio fisso. D

a anni vengono in ospedale donne, che vivono in Italia e non sanno l’italiano. Noi dobbiamo intercettarli del resto – concludono Giampieri e la collega alle politiche del lavoro, Annalisa Cerretani - il cielo è uno, è importante che si esca dalla zona di comfort. E che lo facciano i dirigenti scolastici è importante. Con questo progetto ci si mette in gioco. Il Cpia è un orgoglio, le politiche del lavoro partono dal diritto all’istruzione di base. Che significa conoscenza dell’italiano, possibilmente dell’inglese e basi informatiche”. Per info: 0734.224664

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