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Coronavirus tra morti e guariti. Borrelli: 'Adottate le misure massime, non si può portare la spesa a casa di tutti'

21 Marzo 2020

FERMO – C’è chi continua a invocare chiusure ancora più drastiche. Ma il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli è chiaro: “Sono state adottate le misure massime che si potevano adottare, dopo c'è la chiusura totale ma mi domando come sarebbe possibile sostenerla".

Ci sono esigenze che bisogna assicurare: “Non possiamo garantire la fornitura della spesa a domicilio per tutti, abbiamo previsto limitazioni alle attività lavorative non essenziali, ma ci sono una serie di filiere, come quella alimentare, dei servizi pubblici essenziali, che devono essere garantite".

Si muore in Italia, 793 le vittime in questo sabato, 546 solo in Lombardia. Una vittima al Murri di Fermo, è un paziente di Fossombrone. "Conteggiamo tutti i deceduti non facciamo distinzione fra con e per coronavirus" ha sottolineato il presidente della Protezione Civile Borrelli. Ma si comincia sempre più anche a guarire: 943 persone nelle ultime 24 ore (in totale sono 6.072). I positivi sono aumentati di 4.821 unità (totale 42.681), di questi 22.116 sono in isolamento, senza sintomi o con sintomi lievi, 2.857 in terapia intensiva (7%), il resto è ricoverato in ospedale. Una delle giornate più tragiche per la Lombardia dove sono morte 546 persone in 24 ore.

Sembra più forte il Covid-19, ma il direttore dell’Istituto superiore di Sanità chiarisce: “Dai dati di studio virologico non abbiamo evidenze che circoli un virus differente. Siamo di fronte auna epidemia nuova che stiamo studiando, ma che non è al momento cambiata”. La speranza per tutti si chiama vaccino: “Parliamo di uno degli obiettivi che i migliori gruppi di ricerca e migliori aziende mondiali hanno. Abbiamo già alcuni prodotti avanzati a livello animale. Non lo avremo tra un mese, a fine anno penso di sì. Un vaccino va testato e va prodotto in milioni di dosi. Ci sono gruppi che stanno sperimentando, aspettiamo”.

Nel mentre, una sola strada: "Dal punto tecnico scientifico il percorso è uno: il distanziamento che va rispettato in tutte le fasi, anche nei luoghi di lavoro. Questo è l'elemento più importante, è l'elemento chiave di questa battaglia. Siamo in una fase in cui la curva cresce, vedremo nei prossimi giorni l'impatto delle misure. Comportamenti non sufficientemente chiari e decisi non sono la soluzione, non sono la furbata ma sono un pericolo per tutti" prosegue Silvio Brusaferro.

Che poi aggiunge: “Il ministro della Salute ha emanato un'ordinanza che ha ristretto ulteriormente le misure: è un segnale forte per dire che non abbiamo ancora preso sufficientemente sul serio il pericolo che sta circolando nelle nostre comunità. Ci sono ancora situazioni in cui, con la scusa di fare due passi, che sono sacrosanti, si creano assembramenti. Si possono fare, ma da soli, è molto importante, le scappatoie danneggiano noi stessi e le persone più fragili della nostra società". che non ha più confini: “Tutte le regioni si confrontano con l'infezione. Nella maggioranza delle regioni la curva dei contagi è sostenibile e gestibile dal Servizio sanitario nazionale. La scommessa per il Sud è che le curve possano essere modificate e limitare il numero di casi in una dimensione sostenibile dal nostro Sistema sanitario nazionale” conclude Brusaferro, direttore dell'Iss.

r.vit.

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