di Raffaele Vitali
SANT’ELPIDIO A MARE – Confronto in piazza per i tre candidati sindaco di Sant’Elpidio a Mare. Quasi due ore di dialogo, con momenti di tensione, soprattutto tra Gionata Calcinari e Fabiano Alessandrini, e sorrisi per alcune domande ‘leggere’. A moderare tre giornalisti di tre testate diverse, a riprova che si può anche lavorare insieme quando si vuole dare qualità e garantire il massimo dell’imparzialità, evitando il classico “gli hanno detto le domande prima”.
I tre candidati, seduti sui non proprio comodi cubi di marmo bianco posizionati in piazza Matteotti, hanno provato a raccontarsi, perdendosi ogni tanto nel passato che aiuta sempre ad attaccare l’altro per qualche motivo. A dire il vero, c’è chi come Alessio Pignotti ha scelto di pensare solo alla sua strada, senza cercare di riempire di buche il cammino dell’altro.
Tre figure molto diverse tra di loro. Sicuro di sé Fabiano Alessandrini, determinato nel ruolo di oppositore allo status quo Calcinari, elegantemente pacato Pignotti, simbolo della ‘nuova’ continuità di Terrenzi. Diversi nella visione di città e del suo futuro, con Calcinari estremamente pragmatico, privo di sogni, schiacciato sul realismo di una politica che vuole dire solo quello che può garantire e che si può fare. “Ma bisogna sognare” gli ribatte sempre Alessandrini che come sogno, per lui fattibile, ha il recupero del Mandozzi con tanto di parcheggio sotterraneo.
Pignotti, a cui ogni tanto mancavano solo i pop corn per godersi i battibecchi sui due avversari per molti favoriti, si è fatto forza dei tanti milioni di euro intercettati dall’amministrazione di cui ha fatto parte fino a un mese fa, quando si è dimesso lasciando la pesante delega dello Sport al sindaco. Tutti e tre sanno che dovranno affrontare la viabilità della scuola Bacci, ma questa è una non notizia. Ognuno ha un’idea diversa ad esempio per il parco fluviale che li unisce solo sulla necessità di una ciclabile, “sempre ricordandosi che sul parco bisogna crederci” chiosa Alessandrini.
La piazza gremita ascolta attenta fino alla fine, gli applausi sono molti più dei fischi e del rumoreggiare che disturba, una prova di serietà anche per la cittadinanza che in fin dei conti aveva voglia di sapere e conoscere meglio i tre aspiranti sindaco. Perché tolte le prime file, sotto il controllo dei candidati, centinaia di elpidiensi ‘comuni’ hanno passato il venerdì sera ad ascoltare i programmi e le critiche dei tre. Compreso il parroco don Enzo.
Per una città che deve vincere anche la sfida della coesione, con le frazioni troppo staccate dal centro, è inevitabile provare a rianimare la parte storica del paese, facendone il fulcro del commercio e si spera della residenzialità. “Se c’è un punto del programma che mi piace di Alessandrini è quello del ritorno in centro delle giovani coppie” sottolinea Pignotti con quella pacatezza che non suscita reazioni negli altri due. Che invece continuano aa battibeccare su tutto, dal castagno, con reciproche accuse, alla sanità.
Sono così diversi che neppure la musica li unisce. Uno punta su Venditti, Calcinari, uno sui Depeche Mode, Pignotti, e l’ultimo sui Pink Floyd, Alessandrini. Pignotti un applauso lo incassa sul progetto a ‘tre navate’ con cui vuole rilanciare la città: ricettività, commercio e residenzialità. Calcinari con il suo appello al cambiamento che deve partire dai cittadini. Alessandrini, infine, sulla sua idea di sviluppo della zona Brancadoro che deve essere produttiva e non solo commerciale, perché è la produzione che porterà posti di lavoro. Finisce così, con un grazie alla piazza attenta e un arrivederci al 13 giugno quando almeno uno di loro sarà fuorigioco se si andrà al ballottaggio.
