MILANO - Due sorelle e una colorata collezione di borse in pelle che conquista mezzo mondo, dall’Africa all’Australia. Il mondo del brand Valentino Orlandi ha in Francesca e Cristina le due punte di diamante. Nello stand del Mipel hanno incontrato buyer, visitatori, giornalisti e politici.
“Rispetto alle aspettative, considerando che questa fiera è stata anticipata e che c’era in contemporanea quella di Parigi, direi che è andata bene. Sono mancati i clienti giapponesi, ma è normale, vista la concomitanza Parigi ha la priorità” spiega Francesca Orlandi, titolare dell'azienda di Corridonia.
“Il problema è che i clienti vivono l’incertezza del momento e quindi sono cauti nell’acquistare. Però – riprende Cristina Orlandi - non rinunciano al made in Italy, anche in Russia dove cambio e logistica rendono tutto complesso, ma sono arrivate delle conferme dai buyer principali”.
Il dato è quindi uno: è arrivato chi si pensava sarebbe stato in fiera. “Alcuni hanno avvisato: ‘non riusciamo a venire, mandateci il video e valuteremo l’ordine’. E così è andata, non sono mancati neppure gli appuntamenti in video call che sono un retaggio del periodo pandemico. Funzionano, ma non per tutti i territori” riprende Francesca, che è anche presidente dell’azienda speciale Linea della Camera delle Marche.
Le borse che nascono nell’azienda di famiglia hanno un percorso privilegiato vero l’Africa: Nigeria, Congo, Costa d’Avorio e Gabon, il continente è ormai una fetta importante del nostro budget. E teniamo presente che ci sono ancora pochi department store, ci si affida alle boutique. Sono clienti che hanno grande fiducia in noi e nelle collezioni. Anche in Asia, ma ad esempio lì ci chiedono spesso dei contro campioni”.
Le sorelle sono pronte a rispondere alle varie richieste. “Abbiamo una collezione molto colorata, per l’estivo è importante, soprattutto per gli africani. Sono loro che animano anche il Micam, perché ovviamente i modelli della primavera estate sono i preferiti” prosegue.
Guardando ai mercati, l’Europa non è un punto fermo, ma è una situazione che affrontano con consapevolezza: “Il nostro prodotto è meno adatto. È una questione di modelli, non è un problema di prezzo” chiariscono le sorelle.
Prezzo che al momento, per il brand che si colloca nelal fascia premium, non è il fattore decisivo: “Il nostro cliente da anni ci cerca per la qualità, per la manifattura. Sa che trova lavorazioni particolari, qualcosa di non replicabile. E quindi, percependo il valore del prodotto, non fanno questioni di prezzo”.
In questo quadro il Mipel resta una fiera fondamentale: “E’ un luogo di immagine che permette di consolidare il rapporto con i clienti. Chiaramente non è più quello principale di lavoro, ma è utile. Come lo sarà presto, stiamo definendo l’accordo, il nuovo showroom che apriremo a Milano” conclude Francesca Orlandi.
Raffaele Vitali