
MACERATA – Il professor Donato Iacobucci e la ricercatrice Martina Orci sono le due menti dell’Università Politecnica dietro la classifica della Fondazione Merloni, giunta alla 39esima edizione, che analizza le prime 500 imprese regionali.
“La fotografia del sistema manifatturiero marchigiano è evidente: viviamo da anni la fase di stasi, dopo l’esuberanza che aveva messo in luce performance del sistema regionale migliore di quelle nazionali. Invece, anche nel 2024, la performance delle principali imprese è inferiore di quella nazionale. Consideriamo che quella italiana non è brillante” introduce Iacobucci.
La tabella sulle performance di settore è eloquente: crescita che supera il 10% per i mezzi di trasporto, ovvero la nautica, e del 5% per il settore agroalimentare. Di contro, -12% per pelli e calzature, -10 per l’abbigliamento e calo superiore al 5% per meccanica e plastica.
“Nelle Marche il manifatturiero ha una rilevanza strategica per lo sviluppo del territorio. Non solo per il peso quantitativo, un quarto degli addetti e del valore aggiunto. È il ruolo strategico che ricopre per l’innovazione del sistema economico, essendo quello più esposto alla competitività internazionale”.
A conferma, oltre l’80% della ricerca e sviluppo privato arriva dal manifatturiero. L’ultimo dato disponibile del 2023, confrontato con il 2012, mostra che l’occupazione manifatturiera è rimasta stabile, mentre sono calati nelle Marche del 10%. “Dobbiamo invertire questa tendenza”.
“A livello settoriale, la diminuzione maggiore riguarda il calzaturiero, poi il legno e mobile per arrivare al bianco degli apparecchi elettronici. Cresce la meccanica, per arrivare alla cantieristica navale. “In prospettiva vedremo un ulteriore ridimensionamento del settore moda, con la sua filiera, e del mobile. Sono settori in cui un paese avanzato con difficoltà mantiene il livello occupazionale” prosegue Iacobucci.
Calzaturiero in difficoltà, ma determinante soprattutto per la provincia di Fermo. Tra le prime dieci aziende per fatturato della provincia le prime quattro sono calzaturieri: Tod’s (1.04 miliardi), Premiata (106milioni), Bag Spa (99.566 milioni in calo del 18%), Artisans Shoes (90.489 in crescita del 32 per cento). A seguire Sigma con 89milioni, Sifa a 89 milioni, Civitanavi con 40 in calo del 9%, Simar a 40307 con un +36% che valgono due posizioni in classifica, poi Bros a 40.207 e Picenum Plast con 39,4 milioni in calo del 18,7%.
Un contesto completamente diverso da quello Piceno, ad esempio, dove ai primi tre posti ci sono tre aziende dell’alimentare: Conad, Gabrielli e Sabelli che ha stupito tutti crescendo del 20% e guadagnandosi il podio con 313 milioni di fatturato. Meno esposto alla moda, nonostante sia un perno del distretto calzaturiero, è il maceratese che ha al primo posto la RemaTarlazzi (336milioni), poi Lube e Finproject.
Tornano alla ricerca, Iacobucci sottolinea che “nelle Marche l’occupazione è calata in maniera consistente nelle micro imprese, ha tenuto quella delle piccole, ma sono cresciute le medio grandi a livello occupazione. Da qui la tenuta degli occupati. Il sistema di piccole imprese efficiente come una grande? Questa convinzione ha retto fino al secolo scorso. Il contesto è completamente mutato, non c’è più contrapposizione tra piccolo e grande impresa, il rapporto è complementare. Dobbiamo cresce con le filiere, puntando sulla complementarietà” riprende Iacobucci.

Non crede a reti e aggregazioni tra imprese indipendenti, vedi i consorzi per l’export, il professor Iacobucci punta sui processi di fusione e acquisizione. Che stanno crescendo nelle Marche, quadruplicate dal 2000. “Imprese marchigiane che acquisiscono solo in un terzo dei casi avvenuti, per lo più siamo noi gli acquisiti. Su questo la Regione si sta muovendo cercando di favorire la crescita interna”. E stimolare azioni di filiera.
Il finale è tutto per il presidente Francesco Acquaroli Francesco Acquaroli, che parla affiancato dal neo assessore allo Sviluppo Economico. “I miei prossimi cinque anni possono essere il periodo della svolta rispetto a iniziative intraprese. Penso alle infrastrutture e alle tante politiche per le imprese e soprattutto per i giovani. Le Marche possono attrarre ed è fondamentale farlo. Manager e giovani hanno necessità di muoversi, noi stiamo connettendo le Marche al mondo così che chi vuole restare non deve mettere di non potersi più muovere”.
Avanti tutta quindi, consapevoli delle difficoltà ma anche delle opportunità, a cominciare dalla Zes.
Raffaele Vitali
