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Cinquecento anni senza Raffaello, il divin pittore di Urbino amato nel mondo. Le parole di Mattarella, Sgarbi e Ceriscioli

6 Aprile 2020

URBINO – Se li sarebbe sicuramente immaginati in maniera diversa i 500 anni dalla sua morte, ma anche Raffaello deve sottostare al Coronavirus. Il 6 aprile è giorno in cui morì Raffaello, il divin pittore di Urbino, genio del Rinascimento. “Il marchigiano che più di ogni altro è patrimonio nostro e del mondo intero” sottolinea il governatore Luca Ceriscioli, che poi aggiunge: “Oggi è l'anniversario dei 500 anni dalla sua morte: un momento che attendevamo da tempo e per il quale ci eravamo a lungo preparati, organizzando una grande celebrazione, plurale e diffusa, attraverso mostre, eventi speciali, incontri, iniziative all'insegna di quella bellezza che Raffaello ha incarnato nel corso della sua breve e intensa vita artistica. Un lungo momento di gioia e tanto lavoro - conclude - che l'emergenza sanitaria per l'epidemia di Covid-19 ci costringe a vivere sottotono, pressati da ben altre vitali attività e preoccupazioni. Un appuntamento che è solo rinviato, a tempi migliori”.

Le celebrazioni per la ricorrenza dei 500 anni dalla morte di Raffaello Sanzio, cominciate questa mattina a Roma con la deposizione sulla sua tomba al Pantheon di un mazzo di rose rosse insieme a fiori disegnati da bambini, sono proseguite con la première in onda dalle 11 sul canale YouTube del Mibact: un racconto intimo e appassionato del rapporto personale e professionale di esperti e studiosi di fama del «Divin pittore» incentrato sul tema che più di ogni altro fu al centro dell'opera di Raffaello, l'amore.

“Credo che ricordarlo oggi in questa singolarissima coincidenza, nel giorno della nascita e della morte, voglia dire in Raffaello vedere il punto d'arrivo di una vita compiuta: in pochi anni (è morto a 37) ha fatto quello che un altro uomo neanche in 100 anni avrebbe fatto” commenta il critico d'arte e prosindaco di Urbino, Vittorio Sgarbi, nel video. In sottofondo le note dal pianoforte del cantante urbinate Raphael Gualazzi. “Urbino - dice Sgarbi - è il luogo che egli non può dimenticare, della sua infanzia, di suo padre, il luogo di Piero Della Francesca, dei suoi amori, della bellezza dell'architettura e della bellezza delle donne che lo porterà alla dannazione: bello e dannato”.

Il direttore degli Uffizi, Eike Schmidt, prende spunto dai ritratti di Angela e Maddalena Doni per ricordare quanto l'amore sia importante anche in questo difficile momento all'interno dei nuclei familiari, mentre un altro curatore della mostra al Quirinale, Matteo Lanfranconi, sottolinea che l'amore per la cultura e per il mondo antico guidarono l'opera di Raffaello. Il video si conclude con le riflessioni di Mario De Simoni, presidente delle Scuderie del Quirinale, che ripercorre quanto Raffaello sia attuale e incida anche nei rapporti fra gli Stati e le diverse culture: questo artista, ad esempio, è sempre stato particolarmente amato dai russi, al punto che una sua opera, «La Madonna Sistina» conservata a Dresda, era presente in copia nelle stanze di Tolstoj e Dostoevskij. 

“Il genio creativo, l'arte, le opere di Raffaello Sanzio sono immortali e costituiscono un patrimonio dell'umanità, alla quale, pur con la sua giovane età, riuscì a donare bellezza e armonia rinnovando la cultura figurativa e lasciando una traccia che nei secoli è rimasta sempre ben visibile" sottolinea il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. "Nella ricorrenza dei 500 anni dalla scomparsa- aggiunge-, rendiamo omaggio a un genio della pittura italiana, che, insieme a Leonardo e Michelangelo, divenne un simbolo universale del nostro Rinascimento. Confidiamo che questo anniversario sia occasione per studiare ancora Raffaello, per renderne più diffusa la sua conoscenza, per ammirare i capolavori che arricchiscono edifici e musei, per approfondire, accanto allo straordinario talento pittorico, anche le sue qualità di architetto e di cultore delle antichità”.

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