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Chi è razzista? Morroni - 5 Luglio, la foto con Mancini spacca la sinistra. Il consigliere: "Amedeo ha scontato la pena"

28 Settembre 2020

FERMO – Una foto postata su Facebook, due volti sorridenti, quello di Andrea Morroni e quello di Amedeo Mancini. Uno è il neo consigliere comunale di Fermo Capoluogo, l’altro è l’uomo condannato per la morte di Emmanuel Chidi.

I due si sono ritrovati a pranzo e si sono scattati una fotografia. Immediato lo sdegno da parte del Comitato 5 luglio, il gruppo nato dopo la morte del richiedente asilo: “Dobbiamo ricordare tutti, una volta di più, che per tale omicidio fu riconosciuta l’aggravante razziale. Morroni reca uno sfregio spregevole non solo alla memoria di un uomo la cui vita fu tragicamente spezzata ma alla intera comunità che si appresterebbe a rappresentare in consiglio. Chiediamo con forza che renda le sue dimissioni”.

Ma Morroni non ha nulla di cui vergognarsi e lo chiarisce: “Chi ha commesso il reato e ha espiato la pena è una persona riabilitata. Lo conosco da sempre Amedeo, da quando siamo adolescenti e oggi è un cliente del mio studio. Siamo su posizioni politiche antitetiche, questo lo sa bene anche lui, ho centinaia di messaggi in cui discutiamo. Ma una cosa è certa: non sono un razzista. È la prima volta che vengo tacciato di essere tale, la mia storia parla chiaro”.

Non è neppure stupito dell’attacco del comitato antirazzista: “Ho da sempre preso le distanze dal comitato, perché nato per strumentalizzare l’accaduto. Su altri episodi sono rimasti silenti. Non mi ci riconosco. Cosa sia il razzismo l’ho ben presente, quanto di più distante dal mio modo di approcciare la vita. Se per una foto fatta con un cliente mi si vuole dare del razzista non ci sto”.

Si torna a bomba, al tema della riabilitazione, della pena scontata e del rientro in comunità: “Se la sinistra deve difendere gli ultimi, qualcosa in questa vicenda non torna. Se vogliamo recuperare l’uomo Amedeo, non si può continuare a demonizzarlo. Quanto accaduto ha portato alla morte di una persona e alla rovina di una vita, quella di Mancini”

Ma il Comitato su questo punto è duro: “Non si provi a minimizzare questo fatto di inaudita gravità, che ribadisce, a distanza di quattro anni dall'assassinio, come l'opera di rimozione perpetrata dalle istituzioni fermane abbia prodotto e continui a produrre conseguenze devastanti nel tessuto sociale e civile della citta”.

L’unico errore che Morroni si riconosce è quello di aver tolto la foto da Facebook: “Amedeo mi ha detto che non voleva creare problemi, si è reso conto che diventava una questione politica. Ma ora penso che si stato un errore toglierla” conclude il consigliere che non si è sentito con Renzo Interlenghi, chiamato in causa dal Comitato: “Non lo coinvolgo, è una vicenda mia. Se vorrà interverrà lui, con la coalizione sono stato chiaro dal primo giorno: Amedeo è un amico, una persona che ha sbagliato ma che ha pagato il suo conto con la giustizia”.

Raffaele Vitali

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