FERMO – “Sarò telegrafico”. Esordisce con una delle sue frasi iconiche il candidato consigliere regionale Fabrizio Cesetti. “Sono di nuovo qua” è la seconda che esce dalla sua bocca, circonda dalla barba canuta che lo rende un po’ il ‘vecchio saggio’ della coalizione a supporto di Matteo Ricci. “Noi vinceremo e io non mi sbaglio” è il terzo messaggio.
“Una parte del partito fermano mi ha voluto, mi ha chiamato la società civile, in particolare il mondo dell’impresa, mi hanno voluto diversi sindaci che hanno riempito il teatro di Montegiorgio per Matteo Ricci in 48 ore di organizzazione. E, soprattutto, mi ha fortemente voluto Ricci, con il supporto di Luca Ceriscioli, che mi ha ritenuto necessario”.
LA NECESSITA’
Ed ecco lo slogan: “La scelta necessaria’. “Pensavo di aver concluso il mio percorso, ma tutto questo mi ha dato forza”. C’è anche un altro plus: “Il nome è quello di Francesco Giacinti, che all’assemblea regionale del PD, indicato dalla segreteria nella rosa per Fermo con Cola, Croce e Loira, che ha saputo fare un passo indietro per me. Pur sapendo che lo avrei appoggiato in caso di sua candidatura”.
Chiuso il percorso di scelta, non restava che entrare in partita. “Lo slogan è una mia idea: la mia è una scelta necessaria per il partito, necessaria per Ricci, per Ceriscioli, l’unico che mi ha tenuto a bada, e per Giacinti. E io? Ho riflettuto e mi sono convinto che la mai figura fosse davvero necessaria, perché un voto dato a me è un voto per il Fermano al governo delle Marche”.
La promessa è chiara: “Se vinceremo e io arriverò primo, magari ne eleggeremo anche due come nel 2015, con un voto in più del 2015, quindi superare i 5200, chiederò al presidente Ricci l’assessorato al Bilancio per il Fermano”.
Non vuole quindi cambiare, ricordando Petrini e il suo ‘se vuoi fare l’ospedale di Fermo prendi il Bilancio’, poi se sarà lui o Giacinti a ricoprire il ruolo si vedrà. “Il Bilancio è politica, si indirizza e si controlla tutta la visione del Governo regionale”.
Di ricci è un vero estimatore: “Ha saputo unire tutti. Se noi prendiamo tutti gli indicatori, possiamo solo perderle le elezioni. Certo, l’inchiesta è fastidiosa. I giornali di destra la cavalcano, lo capisco. Io credo nell’assoluta onestà di Matteo Ricci, altrimenti non mi sarei mai candidato. Sapevo dell’inchiesta, ma non ho dubbi, conosco la separazione dei ruoli tra indirizzo politico e gestione”.
Eppure i 5 Stelle traballano: “Non è un avviso di garanzia che decide il voto. Ho fatto decine di processi penali riguardanti pubblici amministratori. Non possiamo ragionare sul controllo. Non ho mai avuto una condanna, il 70% sono archiviati in istruttoria, il 30% assolti in primo grado. Solo un caso finito in Cassazione”.
COSA FARÀ
Sanità. “Evidente a tutti, è peggiorata. Lo dicono tutti i sondaggi. E dire che noi ci abbiamo perso le elezioni”. Il Bilancio per l’85% è legato alla sanità, che ha decine di migliaia di dipendenti. “Nel Fermano c’è molto da fare, a cominciare dai due ospedali e da quello di comunità di Montegiorgio, dove i lavori sono in corso. Vi garantisco che nel primo bilancio di previsione che faremo a dicembre ci saranno almeno 50 milioni per la sanità fermana” assicura.
Sanità è anche ragionare sull’attuale Murri, “che deve restare una cittadella sanitaria. Un supporto essenziale, considerando che nel nuovo ospedale di Fermo non sono previste le cucine, lasciamole al Murri. Confermando quindi il supporto. Altro che università e provincia, lì ci va la sanità, la non acuzie”. Vigilerà in ogni caso sulle mosse, incluso “su eventuali utilizzo dei letti di Amandola per abbellire il nuovo ospedale di Campiglione in vista di sopralluoghi elettorali”.
Infrastrutture. La terza corsia fino a Pedaso, “sono d’accordo”, la prosecuzione della Mezzina, la mare-monti e la strada del cappello dell’Ete Morto. “E poi la storia della metropolitana di superficie, con le risorse stanziate per lo studio. “O ci crediamo o non la facciamo, inutile chiacchierare”.
Economia. Persa l’occasione della Zes e della decontribuzione, “che è rimasta un ordine del giorno annunciato in pompa magna. Invece, quantomeno la decontribuzione va portata nelle Marche, visto che siamo una regione in transizione. E poi la Zls oltre al rilancio degli accordi di programma, delle aree di crisi e poi delle aree interne”.
Ambiente. “Vanno individuate le aree idonee per gli impianti da energie rinnovabili. Se si sbaglia si blocca. Oggi si parla di centrali che vanno avanti con il silenzio assenso, ma non esiste e di certo quella di Paludi non si farà mai. C’è il team del piano regionale dei rifiuti: dico no al termovalorizzatore e poi non a un’Ata regionale, devono restare provinciali, come gli Ato per il controllo dell’acqua pubblica”.
Sicurezza. “Non è di destra o sinistra. I delinquenti, i rissosi e i nullafacenti devono essere fermati: servono strumenti di prevenzione, non bastano i ‘reati’, perché vanno evitati non solo puniti. Servono più forze dell’ordine, non spostamenti da una provincia all’altra”.
LA CHIOSA
“I cinque anni di opposizione mi hanno permesso di lavorare molto. 59 proposte di legge, 9 atti amministratori, 206 mozioni, 922 interrogazioni, 36 interpellanze, 30 ordini del giorno, 678 emendamenti e 60 risoluzioni. Atti scritti molto bene, frutto di un grande impegno perché quando stai in maggioranza le cose le fanno di dirigenti, in minoranza devi fare da solo. Un lavoro che ha ottenuto anche votazioni a favore, all’unanimità”. Rivendica anche la comunicazione, 253 comunicati.
“In questi anni mi sono guadagnato anche il rispetto del centrodestra, come alcuni di loro si sono guadagnati il mio. Un conto è l battaglia politica, un altro le relazioni istituzionali”.
FERMO E CALCINARO
Fermo è la sua seconda casa, ha sempre preso molti voti, ma ora affronta il sindaco uscente Calcinaro: “Chi lascia la strada vecchia per la nuova, sa ciò che lascia ma non quel che trova. Chi sceglie me, sa una cosa: io sarò eletto. E sia chiaro, è un dato oggettivo: io sarò l’unico eletto certo della provincia. L’altra certezza, matematica, è che non sarà eletto uno della civica ‘I marchigiani’. Noi abbiamo tre quozienti pieni e uno con il resto, servono almeno 12mila voti. Dove li prende Calcinaro? Quindi, meglio dare un voto che porta davvero il Fermano in regione”. E poi, aggiunge Cesetti, “se anche vincesse il centrodestra, con tre consiglieri eletti danno l’assessora a Calcinaro, diventato di destra, che non entra? Inutile parlarne, votate Cesetti e sarete certi di essere protagonisti ad Ancona”.