PORTO SANT’ELPIDIO – Oberdan Cesanelli, partiamo dall’alto. Ci descrive il Festival internzionale I teatri del Mondo (12-19 luglio a Porto Sant'Elpidio) di cui è direttore artistico?
“Per cominciare, è il festival in Italia più longevo dedicato ai ragazzi. Siamo alla 36esima edizione. E poi è un grande momento di festa e incontro in cui famiglie e bambini possono vedere spettacoli e partecipare ai laboratori. Conoscere associazioni e tante nuove realtà in una location come la pineta nord di Porto Sant’Elpidio. E tutto questo facendolo stando insieme guardando qualcosa che è unico e fa riflettere oltre che divertire. Ogni spettacolo ha sempre una parte dedicata al sociale”.
I Teatri del Mondo sono da sempre un attrattore turistico, ancora è così?
“Arrivano persone per il festiva da ogni angolo d’Italia, ci sono tanti che arrivano come giurati e sognano questo momento. C’è l’abbinamento della vacanza al mare con il festival. Per cui, portiamo senza dubbio turismo in una città già dinamica”.
Novità?
“Intanto una conferma: abbiamo di nuovo ottenuto il riconoscimento ministeriale dal Mibact. Una gratifica che ci inserisce anche all’interno di specifici finanziamenti. Poi, vera novità, il patrocinio di, significa che hanno riconosciuto il nostro valore”.
Quale è il target del festival, l’età più adatta da spettatore?
“Gli spettacoli sono aperti a genitori e bambini. Dai 4 ai 13 anni è la fascia ideale, poi ogni spettacolo è godibile dagli adulti”.
Si paga?
“Il biglietto è di 4 euro a spettacolo, si può acquistare su live ticket, a villa Murri o nei luoghi di spettacolo da un’ora prima. Ci sono poi anche degli spettacoli gratuiti, come il giovedì in piazza Cervi e il gran finale”.
Un festival inclusivo?
“Non solo per le età, abbiamo inserito anche quattro spettacoli tradotti con la lingua dei segni, in accordo con l’associazione nazionale sordi”.
Cesanelli, da direttore artistico come sceglie le compagnie?
“Come termina il festival già si ragiona sull’anno successivo. Otto compagnie sono scelte attraverso la call e partecipano al premio Città dei bambini. Ci mandano video, sono un’ottantina quelli che arrivano. Le altre si trovano partecipando ad altri festival in giro per l’Italia. E poi c’è anche una call di spettacoli stranieri, quest’anno avremo attori da Estonia, Spagna e Francia”.
Una macchina complessa da guidare?
“Pensate solo che ci sono 150 bambini che fanno parte della giuria fa gestire, con ingressi prioritari e gratuiti. Quando la selezioniamo, in tre minuti si riempie, perché tutti si prenotano per poter visionare ogni spettacolo. C’è tanto lavoro ci sono tante persone impegnate, a cominciare dai miei partner principali: Stefano Leva e Lorenzo Palmieri, Francesca Polci e Giulia Paci”
Avete mai pensato di fornire anche altri servizi, come il food?
“Non è il nostro mondo, noi lavoriamo per attrarre famiglie e permettere così a ogni attività di lavorare. Pensate che mediamente in pineta si muovono quasi trecento bambini a pomeriggio, che poi ovviamente consumano. Questo è un modo intelligente di collaborare e di fare il bene collettivo”.
Raffaele Vitali