FERMO - Sono passati giorni dallo strappo della lista ‘La città che vogliamo’, giorni da quando un delle forze della maggioranza Calcinaro si è chiamata fuori, giorni che non sono serviti al sindaco e ai consiglieri di maggio per chiarire la questione ‘non voto’ in merito alla mozione sull’interruzione volontaria di gravidanza.
Un ‘non voto’ che ha causato la sospensione del Consiglio, il rinvio del punto e la dura presa di posizione di Nicola Pascucci, consigliere e segretario della Lista prima firmataria della mozione. Che però era stata sottoscritta da altri componenti del mondo Calcinaro.
Il sindaco, via social, ha preso oggi posizione: “Mi dispiace realmente, mi rammarica, che quattro consiglieri legati da una avventura politica, e anche personale, di ben dieci anni lascino la nostra maggioranza. E mi dispiace ancora di più che questo gesto avvenga a pochissimi mesi dalle elezioni regionali e pochi mesi dalle prossime comunali perché il senso di questo abbandono repentino dopo un lungo decennio di lavoro, giusto o sbagliato che sia, può essere facilmente travisato”.
Prima chiave di lettura, una rottura ‘politica’ legata al prossimo voto. Che vede, tra i tanti nomi sul tavolo, oltre a quello del sindaco, quello del presidente del consiglio, Francesco Trasatti, ovvero uno dei quattro che hanno lasciato la maggioranza.
Ma Calcinaro non si ferma qui. Perché nell’analizzare il momento della rottura, non nasconde l’amarezza per le scelte della ‘sua’ maggioranza durante la discussione di un tema “eticamente, moralmente e concretamente importante, su cui il comune non può incidere per legge ma comunque realmente profondo”.
Sulla IVG Calcinaro una sua posizione, che non è stata però espressa in Consiglio: “Ho sempre dato convinto appoggio. Per quello che credo e in qualche modo ho avuto intorno a me nella mia vita. E per cui ritengo non giusto il non esprimersi in aula: non ho patente per giudicare gli altri, neanche per chi la pensa diversamente da me, ma è giusto che ci si esprima nel Consiglio e non si prendano scorciatoie per non discutere”.
Quanto accaduto però no giustifica l’uscita dalla maggioranza: “Rimane il rammarico personale per questo allontanamento e per il periodo in cui questo avviene. Facile farlo alla fine di un ultra decennio, lo avrei visto più coraggioso qualche anno fa se effettivamente c'era questa distanza così incolmabile”.
Distanza che è emersa forse in maniera palese oggi, anche se i segnali in precedenza non erano mancati. Come conferma Nicola Pascucci, commentando il post del sindaco sempre su Facebook: “Amico Paolo, sapessi quanto dispiace a me che sia stato defenestrato da una cosa che abbiamo creato insieme. Sapessi quanto mi dispiace che tu questi rapporti umani non li curi visto che invece di chiamarmi preferisci scrivere su Facebook cose che sono costretto a smentire completamente”.
Pascucci elenca poi il lungo rapporto personale con Calcinaro, a partire dal 2006, “quando sono stato uno dei 91 voti che hai preso da giovane consigliere”, per arrivare al 2011, “quando ti organizzavo gli aperitivi elettorali”, fino al 2015, “quando mi hai chiamato per creare la tua civica. E ci siamo ritrovati in sette, incluso l’amico fraterno Francesco Trasatti e altri amici non certo di area di centrosinistra come noi, o almeno lo eri visto il tuo spostamento legittimo a centro destra”.
Arriva la prima vittoria, “e la scelta di inserire Torresi contro la nostra volontà”, Piazza Pulita cambia un po’ nella sua identità ma lavora e si guadagna la conferma. “Il secondo mandato aumenta il peso del centrodestra con Di Felice e Bargoni”, ma Pascucci e gli altri restano fedeli, ”abbiamo creato una lista di centrosinistra i tuo supporto e abbiamo preso più di tutti gli avversari insieme”.
Si arriva così all’ambientazione, alle discussione alle posizioni che allontanano i due mondi di Calcinaro: “L'Ecoday ridotto a sagra di Viale Trento, l'appuntamento con Gobetti, la traviata gender censurata. “infine, le elezioni provinciali, con la tua scelta di andare con il centrodestra, coni segretari di Lega e Fratelli d’Italia”.
L’IVG alla fine è solo la scintilla, anche perché la mozione era nata con l’intesa in maggioranza e la non presa di posizione della commissione pari opportunità, “che in quattro mesi no ha prodotto una riposta alla mail”. In consiglio, quello che Pascucci chiama teatrino: “E’ stata una trappola, forse per darti credito con Acquaroli e farti candidare alle regionali. La verità è che hai cacciato noi per Bargoni, almeno ora non mettermi alla mercé di tutti i social con la tua potenza di sindaco”.
È evidente che sarà un lungo anno quello di Calcinaro, sempre che candidandosi alle regionali, una volta eletto, non lasci la patata bollente al suo vice Torresi che dovrà traghettare il comune sino al voto di maggio 2026.