FERMO – Tra il milione di manifestanti che ha sfilato per le vie di Roma, c’erano anche 500 marchigiani. Dalle Marche, per la Palestina, erano partiti dieci pullman organizzati dalla rete dei Centri Sociali delle Marche e Usb da Ancona, Falconara, Jesi, Senigallia, Fano, Fabriano, Macerata, Civitanova, Porto San Giorgio.
“Un incredibile appoggio abbiamo ricevuto. Applausi all'ingresso dei bar dove sono state fatte le soste, inaspettata incitazione da parte di chi passava nei luoghi di partenza dei mezzi. I pullman e i furgoni affittati - riferiscono i promotori della trasferta per la manifestazione nazionale non sono bastati per i tanti che volevano raggiungere Roma per il corteo e sono partite tante auto piene” hanno spiegato i referenti dei vari centri sociali.
“A Roma abbiamo manifestato per sostenere la Global Sumud Flotilla. Siamo partiti per arrivare verso le 16 a San Giovanni”. Tre chilometri di corpi umani. Di bandiere, striscioni, colori, cori. Mentre Giorgia Meloni e il centrodestra s'indignano per la statua di papa Wojtyla, indegnamente deturpata, il Colosseo fa da sfondo a un'onda di migliaia di persone.
A sfilare nel centro della capitale arrivano da tutta Italia. C'è talmente tanta gente a porta San Paolo che la testa del corteo viene fatta muovere lungo viale Aventino. Con la metro Piramide chiusa, la folla scende al Circo Massimo e arriva giù incrociando la testa della manifestazione. Un flusso a due direzioni, tra gli applausi di chi guarda senza unirsi. I negozi, i bar e i ristoranti sono tutti aperti lungo il percorso. Anche chi non partecipa tira fuori lo smartphone e riprende l'immenso serpentone. "Free Palestine", cantano. "Palestina libera, dal fiume fino al mare", anche.
In contemporanea, a Fabriano, la sindaca Daniela Ghergo conferiva la cittadinanza onoraria a Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite per i territori palestinesi. “Queste manifestazioni hanno risvegliato le coscienze. È importante far sentire la propria voce uscendo da casa” ha sottolineato ricevendo l’onorificenza.
“Non abituiamoci a vedere prevaricata la libertà di pensiero, di manifestazione. Sento soffiare il vento liberticida, non dobbiamo ignorarlo. Basta guardare altrove mentre viene commesso un genocidio” ha concluso mentre Roma si sfilava diligenti, tolto qualche gruppo d’antagonisti che ha provato a prendersi la vetrina ma che è stato isolato dagli stessi manifestanti.