PORTO SAN GIORIGIO – Boccone amaro per la Lega di Porto San Giorgio. La cena elettorale in favore di Mirco Carloni, con 150 partecipanti, lascia strascichi dentro e fuori dal partito.
Dentro, perché la prima conseguenza sono le dimissioni da segretaria cittadina di Giulia Marinangeli. Che però resta saldamente nel partito di Salvini. Fuori perché in tanti sperano che queste tensioni possano poi favorire altre forze politiche.
“Non posso accettare una politica miope e non decisa dalla base” spiega la Marinangeli, che con l’omonimo consigliere regionale condivide il grado di parentela di nipote. Al contempo, lascia anche il ruolo di capogruppo in consiglio comunale. “Non è accettabile che si organizzi un appuntamento con il candidato alle Europee della Lega, Mirco Carloni, e no si coinvolga il coordinamento”. A poco vale la ‘giustificazione’ che sarebbe stata organizzata da un imprenditore edile che sembrerebbe pronto a entrare nella Lega quando poi al tavolo ci sono tutti i vertici del partito.
“Quello di organizzare le cose a insaputa di altri è un modus operandi reiterato che vede in questi ultimi eventi solo un esempio delle tante improvvisazioni e mancanza di rispetto per un coordinamento che ha sempre svolto il proprio dovere al servizio del partito” ribadisce la Marinangeli che a discapito della giovane età si dimostra solida e con le idee chiare.
Che la Lega sia in fibrillazione è evidente a ogni latitudine regionale, alla cena sul lungomare sangiorgese, in uno chalet con tavolo visibile da ogni angolo della strada, c’era anche Mauro Lucentini, vicesegretario regionale del Carroccio.
La scelta della segretaria cittadina è seguita anche da un duro messaggio del consigliere regionale Marco Marinangeli ai colleghi di partito. La chat della Lega si è infuocata, con una serie di ‘hai ragione’ rivolti al sangiorgese.
Ragione su cosa? Le parole che ha usato. “Sono deluso. Una cena con il segretario provinciale, il candidato alle europee e il vice segretario regionale e nessun invito per chi rappresenta questo territorio in regione. Non è questo il modo di condurre un partito, non dobbiamo poi stupirci se perdiamo attivisti, simpatizzanti e rappresentanti istituzionali. È difficile pensare di poter lavorare in queste condizioni al meglio”.
Insomma un critica con la consueta garbata fermezza da parte di Marinangeli che ha subito incassato il supporto dei big del Carroccio in regione, da Marinelli a Bilò passando per Antonini. È evidente che dopo le elezioni dell’8 e 9 giugno ci sarà la resa dei conti, ma nessuno dei protagonisti attuali ha intenzione di lasciare la Lega. Almeno non per ora.
Raffaele Vitali
