PORTO SANT'ELPIDIO - Un pomeriggio complicato per Dino Latini, presidente del Consiglio regionale delle Marche. Sulla sua scrivania è arrivato il ricorso urgente al Tar Marche presentato da Saturnino Di Ruscio, che si è affidato all’avvocato Galeota, contro l’inazione del consiglio a fronte del suo esposto, presentato mesi fa, relativo all’incandidabilità, e conseguente decadenza, del consigliere Andrea Putzu.
Il presidente Latini ha immediatamente convocato l’ufficio di presidenza, composto dai consiglieri di maggioranza Pasqui e Borroni e da quelli di minoranza Mangialardi e Vitri. Di Ruscio ha utilizzato ogni mezzo, dall’esposto alla denuncia in Procura fino al ricorso al Tar. Al momento non ha ottenuto alcuna risposta.
Il consigliere Putzu si è sempre dichiarato sereno, convinto di avere rispettato le norme, presentando il suo casellario giudiziario. Il casus belli è la condanna per falso ideologico rimediata nel 2018 per aver convalidato due firme risultate poi false, perché apposte in più liste.
Il nodo è proprio qui: perché Putzu nel 2018 non è prima decaduto da consigliere comunale provinciale e poi non è risultato incandidabile per le regionali del 2020? Il Pd porta ad esempio quello che sta accadendo a Mimmo Lucano, “ma in questo caso è la prefettura stessa ad essere intervenuta dichiarando l’incandidabilità. Cosa mai accaduta nel 2018 per Putzu” sottolineano dal centrodestra.
Durante l’ufficio di presidenza Latini, che ha avviato una istruttoria di cui non si conoscono ancora esiti in merito al dossier Putzu, ha chiesto di dare mandato all’avvocatura regionale di costituirsi nel procedimento al Tar. Richiesta votata e passata a maggioranza, con il voto contrario di Mangialardi e Vitri, che ha invece proposto un consiglio regionale urgente per approfondire e valutare l’eventuale incompatibilità del consigliere Putzu.
La Vitri ha anche ricordato che all’ultimo consiglio regionale e aveva presentato un Odg per approfondire in aula l’esposto di Saturnino Di Ruscio, ma la maggioranza ha votato contro.
