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Casa della Memoria, il piano di crescita di Servigliano: archivio digitale, festival di letteratura e recupero degli edifici

24 Aprile 2022

di Raffaele Vitali

SERVIGLIANO - “Valore immateriale dall’alto significato morale”. Le parole del sindaco di Servigliano, Marco Rotoni, riassumono il senso di un consiglio comunale aperto, di domenica mattina, dedicato alla ‘Strategia per la valorizzazione integrata del campo di prigionia oggi monumento nazionale e nuove progettualità per Servigliano città della memoria’.

Il presidente del consiglio Danilo Viozzi ha aperto i lavori a cui hanno preso parte il prefetto Vincenza Filippi, il senatore Verducci, la prefetta Filippi, il sovrintendente Issini, la funzionaria del ministero Mingarelli, il presidente della Provincia Ortenzi, i consiglieri comunali, il presidente Anpi Scipioni e tanti cittadini.

“Questo Consiglio – spiega Rotoni - è un atto di ricognizione all’esito del riconoscimento del Parco della Pace come monumento nazionale per capire insieme come istituzioni la strategia da assumere. Per far sì che sia un elemento di conoscenza per i giovani, innanzitutto”.

DA LOCALE A NAZIONALE

Il 2 marzo 2022 molto è cambiato, con la legge che ha riconosciuto il valore del luogo. Merito del lavoro del senatore Francesco Verducci, serviglianese doc cresciuto tra i libri di storia grazie ai genitori. “facendo leva su questo riconoscimento bisogna costruire un progetto specifico. Ci sono le condizioni per far crescere ‘Servigliano città della memoria’ in modo da entrare nei circuiti nazionali ed europei”.

Ministero della cultura, dell’Istruzione, dell’Università, Presidenza del Consiglio e Consiglio d’Europa sono alcuni dei soggetti che stanno investendo in questi circuiti. “Si parte da una mappa dei siti come base della didattica. Servigliano non deve pensare a una monetizzazione, ma alla crescita civile e sociale del territorio che può essere guidata”.

Ascolta Rotoni, che aggiunge: “Dobbiamo essere il veicolo dei valori fondanti dello Stato, traducendoli e facendone un antidoto ai veleni che la società che offre”. Pe riuscirci la squadra della memoria si allarga sempre più.

“Con sovrintendenza e ministero (entrambi presenti a Servigliano per il consiglio aperto, ndr) abbiamo trovato le risorse necessarie per sviluppare all’inizio la casa della Memoria, oltre alla Provincia, presente il presidente Ortenzi, che ci ha creduto per prima. Poi c’è stato il momento chiave: l’arrivo della Segre insieme con il senatore Verducci.  Questo ha comportato nelle istituzioni sovraordinate di prendere atto che questo sito al netto della perdita di alcuni monumenti interni, è uno stargate culturale”.

LE LINEE DI SVILUPPO

Bisogna quindi allargare le strategie di conoscenza e raggiungere target giovanili italiani ed europei. “Qui c’è una storia senza perimetro”. Ma siccome serve di più, il senatore Verducci ha avanzato alcune linee guida: “Subito la valorizzazione di tutto l’archivio del campo: quante persone sono passate qui dentro tra guerre mondiali, internamento degli ebrei e centro di raccolta dei profughi dalmati; coinvolgere le scuole; organizzare un festival della lettura e del cinema legato alla memoria, coinvolgendo il centro italiano per il l’editoria; inserire installazioni di arte contemporanea dentro il campo, ma dentro Servigliano, come fatto in Italia con le ‘pietre d’inciampo’; inserire il campo nel circuito del consiglio d’Europa. Ma il tema è sempre legato a percorsi virtuosi di valorizzazione civile, Servigliano non nasce come luogo di massa ma di ricerca”.

LAVORI STRUTTURALI

La garanzia è l’associazione ‘Casa della Memoria’, poi andranno coinvolte le università. Che già, ricorda Rotoni, sono parte di numerosi progetti. Come garanzia sono gli investimenti già stanziati (700mila euro) e in fase di realizzazione: “Con la Sovrintendenza sono in corso gli interventi di recupero dell’ex baracca e delle mura esterne. Poi si tratta di individuare risorse per documentazione scientifica, digitalizzarla, che significa arrivare ovunque. E poi veicolare la conoscenza del sito” aggiunge Rotoni che con soddisfazione accoglie Sabrina Mingarelli del ministero della Cultura e l’architetto Giovanni Issini, neo direttore della Sovrintendenza Marche Sud, che da Rup ha già seguito i lavori per il recupero della baracca.

CULTURA ANTI BARBARIA

Sembra tutto incredibile pensando che è partito tutto a inizio anni 2000 con due professori, Ieranò e Cinque, e oggi si parla di monumento nazionale alla memoria. Un luogo che commuove, anche chi arriva da Roma, come la prefetta Filippi: Vincenza Filippi. “Questo momento è davvero di grande partecipazione. Ho vissuto questa realtà dal primo giorno una realtà in grado di sprigionare i valori più alti dell’essere umano. Qui c’è il valore della pace. Qui ognuno ha dato il massimo. Tanti incontri in questa sede, fondamentali sono i professori che sono il veicolo culturale. E dove c’è cultura non c’è barbarie”.

Si emoziona la Filippi ribadendo che ‘la storia siamo noi’. “Da questa valorizzazione questo territorio saprà trarre linfa. Con la guerra che è abominio e barbarie e sembra prevalere, anche oggi c’è un aggressore e un aggredito, questa giornata ha un ruolo non teorico, ma pragmatico e di esempio”.

Non resta che continuare a lavorare, sapendo che più progetti si riusciranno a intercettare, più crescerà la forza della Casa della Memoria guidata da Giordano Viozzi, che potrà inserire ricercatori e tecnologie dentro un luogo che è storia, ma guarda al futuro.

@raffaelevitali

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